Estate ragazzi a San Jack

Summerlife a San Jacopino


A Firenze quest’anno, causa emergenza covid, la scuola è finita a marzo (per Viola a fine febbraio, era già a casa con una tonsillite e sarebbe tornata proprio nei giorni della decisione ‘provvisoria’ di chiudere tutte le scuole…) , in altre città d’Italia anche prima. Sì, la didattica a distanza, ok… ma per i bambini e i ragazzi di elementari e medie i compiti su piattaforma digitale e le videochiamate con zoom o meeting potevano davvero sostituire le lezioni in classe, lo stare insieme con i coetanei in un contesto sano? A San Jacopino dai primi di luglio è iniziato un bel progetto che non vuol esser chiamato ‘centro estivo’ perché non c’è paragone con il CRE degli anni passati, dati i limiti imposti dalla normativa anti covid, ma per i bambini piccoli almeno è davvero una bella esperienza. Nelle prime due settimane, fino a ieri, c’è stata anche la mia bimba alla Summerlife di San Jack e si è divertita tanto. Vedevo felici anche gli altri bimbi, nel mio doppio ruolo di mamma e di volontaria per le operazioni di ‘sanificazione’: pulire, disinfettare tutto quel che usano (dai giochi ai pennarelli, dai bagni ai tavoli, dalle maniglie di porte e finestre ai palloni), aerare i locali. Piccole attenzioni che consentono di far stare bene i più dimenticati nella pandemia, i bambini non sono aziende, ma la loro crescita dovrebbe stare a cuore a tutti come e più delle imprese economiche, penso…


I don e gli educatori stanno offrendo una bella esperienza a bambini e ragazzi privati della scuola da mesi e provati dalla mancanza di contatti con i coetanei…


Tra giochi in giardino, gare, gite alla scoperta di Firenze e della sua storia, come il primo giorno al Palagio di Parte Guelfa


a scoprire i colori del Calcio Storico


o come a Orsanmichele, nella seconda settimana, per imparare a conoscere le arti e usarne i nomi anche nelle gare di gavettoni a distanza

(per la cronaca, ha vinto l’Arte della Lana)


Tra educatori, don, genitori, volontari, si sta attenti anche all’uso delle mascherine (al chiuso sempre, all’aperto solo se non è possibile mantenere la distanza minima) e al rispetto delle distanze, se non sempre sempre all’interno dei piccoli gruppi o ‘bolle’, almeno tra i gruppi, perché se si dovesse ammalare un bambino o un animatore, si fermerebbe solo quel piccolo gruppo, non tutti.


Distanziamento per cautela, ma solo fisicamente. Uniti per crescere insieme, distanti per evitare contagi pericolosi per i più deboli. I ‘centri estivi’ al tempo della pandemia…

Don Daniele (in maglietta rossa) con educatori (in verde) e animatori (in giallo)


E in mezzo alla bellezza di fiori e muri, stanze e spazi aperti, conoscersi e riconoscersi fratelli

San Jack