Natale di Gesù. Verbum caro factum est
Il Verbo, la Parola e la Sapienza per cui tutto ciò che esiste c’è si è fatto carne, fame, sete, voglia di amici, amore, vino, lacrime per un amico morto, tenerezza che rivela l’infinita tenerezza del Padre, vittima di menzogne da parte del nemico dell’umana natura…no, Chi ha creato il cielo e la terra, le stelle e i fiori, i bambini e gli amanti, non ci vuole schiavi, non ci vuole fare paura, ci ama. Non è che Amore.
Natale a San Jacopo in Polverosa, dove Don Fulvio ha messo San Giuseppe accanto a Maria, dove nessuna mascherina (portata da ciascuno a coprire naso e bocca, tutti rigorosamente distanziati) è riuscita a nascondere i sorrisi negli occhi e le lacrime per chi non c’è più… lo sguardo di pace che ci si scambia è caldo come la stretta di mano del tempo prima del covid, soprattutto quando fare insieme quel che aiuta a difendere tutti ci rende comunione, comunità benedetta dall’Emmanuele.
Ancora regali dalle nuove amiche, dopo i biscotti di Antonietta e di Daniela, come l’incenso da parte di Serena, che ieri aveva già fatto il suo turno di ‘sanificazione’ di panche, sedie, inginocchiatoi dopo la messa della vigilia, ma si è fermata anche oggi a dare una mano a me e a Daniela dopo la messa del giorno… GRAZIE
Tenerezze in casa, giochi con la bimba, delizie preparate da mamma per un pranzo semplice solo tra noi (mia madre abita nell’appartamento accanto a quello che condivido con Viola e lo sposo – e Emanuele quando c’è – sullo stesso pianerottolo, siamo praticamente conviventi). Un po’ di riposo, letture, silenzio e ultimi ritocchi a un piccolo dipinto per Sandro, sciupato e ripreso perché con le tempere non riuscivo a fare il colore della pelle…
alla fine gli è piaciuto tanto che ha deciso di appenderlo in camera nostra, sopra il letto matrimoniale, dove l’amore non si pensa, si fa.
Buon Natale, ancora, non una volta l’anno, ma una volta per tutto l’anno, sempre chiamati a rinascere e riconoscerci figli amati