Oggi è la Giornata Mondiale della Prematurità (World Prematurity Day). In tutto il mondo incontri, iniziative e monumenti illuminati di viola per far conoscere i rischi e le possibilità delle nascite prima del termine.
Per sensibilizzare, abbracciare, aiutare chi deve prendersi cura di chi esce troppo presto dal grembo della mamma.
Per me è un giorno importante, anche se la mia piccina non è stata ricoverata in TIN (Terapia intensiva neonatale), sapevo di correre il rischio di perderla o farla nascere prematura e mi ero informata. Alla fine, la mia Viola d’inverno è nata prima del termine (dopo 37 settimane di gravidanza invece che 40), leggermente sottopeso,
ma sana e vispa e con una voglia di crescere superiore alla fretta che aveva di nascere, anche se “affogava” nelle tutine taglia zero.
E anche l’amicizia con Piccino Picciò intanto era nata e continua.
E si continua a parlarne, perché, come dice la grande Monica:
“… Se se ne parla, si possono prevenire molte situazioni.
Se se ne parla, saranno sempre meno i reparti dove i genitori entrano un’ora al giorno.
Se se ne parla, riusciremo a spiegare al mondo della scuola che a volte ai nostri bambini non serve una certificazione particolare, ma solo un anno in più.
Se ne ne parla, finalmente le nostre mamme potranno avere un adeguato congedo di maternità.
Se se ne parla, saranno sempre di più i prematuri allattati al seno.
Se se ne parla, tutto sarà più naturale, e le mamme premature, faranno pace con il senso di colpa”
a Firenze, il Biancone si è tinto di viola anche quest’anno
Due anni fa c’ero andata con Viola nella pancia e tanta speranza nel cuore (e tante paure nella testa)