primi giorni di un anno nuovo

Alla confluenza dei due fiumi, fiume e torrente affluente per noi, Arno e Mugnone, dove si svolse il primo rito di cremazione in città, per il giovane principe indiano Rajaram Chuttraputti, morto a Firenze nel 1870, oggi si posavano placidi tra un volo e l’altro uccelli dalle candide ali… anche un airone! Nel parco delle Cascine visti di nuovo pure tanti pappagalli verdi…

Camminare e guardare acqua e cielo, voli e soste. Camminare e affidare all’aria e al fiume ricordi da lasciar andare e speranze da seminare.

In casa, nei giorni di pioggia e neve e ‘zona rossa’ delle vacanze di Natale, altri esercizi con le tempere, per ammorbidire la mano e distrarmi dalle tentazioni:

Lunedì 4 fantasie di alberi intorno a un bacio.

Schizzi, abbozzi, prove e qualche volta appendo al muro i miei tentativi di portarmi a casa alberi, sogni, cielo… poi, se posso, preferisco uscire!

Oggi, monumento in controluce e tanto cielo tra i rami.

Tra Natale e Capodanno quasi sempre pioggia e anche neve vicina, sulle colline intorno a Firenze…

L’ultimo giorno dell’anno trascorso, in una tregua della pioggia, bella camminata alle Cascine. Freddo, ma era uscito il sole e avevo tanta voglia di respirare aria pulita, tra i miei alberi… nei sentieri, con la persona più vicina a trecento metri almeno, posso levare la mascherina e godermi i profumi di terra e foglie. A un tratto, un riflesso particolare aveva catturato la mia attenzione

e mi sono avvicinata alla base di tronco da cui era stato ricavato un bel sedile (il “trono” nei giochi di Viola quando ce l’ho portata)

e c’era dipinto un Gesù crocifisso con ai lati il Sole e la Luna… mi ha emozionata tanto GRAZIE

Ieri, nel giorno dell’Epifania, esercizi sul tema del Natale…

Oggi passi e luce, acqua e voglia di rinascere

e preghiere per chi è nato al cielo, di qualsiasi religione fosse in vita

Candelora palindroma 02.02.2020

rami e reti

fili

e foglie. 

1 febbraio 2020 rami e foglie
Con una pioggia fitta non forte che riporta ricordi autunnali in questo pallido inverno troppo caldo.

Bello correre sotto la pioggia, bello poter ancora riprovare a correre.

Non era scontato.

GRAZIE

Per tutto il resto graziella e graziealcazzo (e juvemerda sempre)

Indiano Bridge

Quando la Luna perde la lana e il passero la strada,
quando ogni angelo è alla catena e ogni cane abbaia…
prendi la tua tristezza in mano e soffiala nel fiume


vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume….

Tra lunatici tramonti e voli di rondini, tra corse e soste… la canzone di Fabrizio De André mi è tornata in mente parlando non dell’album Indiano, ma del Ponte all’Indiano, che un amico lontano non conosceva. 

Lo spazio con il monumento al principe indiano morto a Firenze nel 1870, alla confluenza di Arno e Mugnone, è il posto dove mi fermo a bere e riprendere fiato nelle mie uscite di corsa o camminata, tra le foglie del parco e le rive del fiume… 

Accaldata sotto il sole o rinfrescata dalla pioggia… senza disturbare chi pesca… sshhh…. 

“Indiano Bridge” per Instagram, ora c’è anche la denominazione di luogo in italiano “Ponte all’Indiano”

 

Per l’amico non di Firenze era un riferimento agli ‘indiani’, nativi americani… allora ieri foto al monumento

e alla targa

e la storia è quasi commovente:  il monumento all’Indiano fu eretto nel 1870 dallo scultore inglese Carlo Francesco Fuller. Il monumento ha la forma di un baldacchino a volta sorretto da quattro colonnine, sotto il quale è presente il busto scolpito del defunto principe indiano Rajaram Chuttraputti di Kolhapur con una iscrizione in quattro lingue: italiano, inglese, hindi e punjabi. Il giovane principe era di ritorno da un viaggio a Londra – dove era andato per studio e per salutare la regina d’Inghilterra – e mentre era a Firenze alloggiato al Grand Hotel di piazza Ognissanti fu colpito da un malore improvviso che il 30 novembre 1870 lo uccise all’età di ventun anni.
Il suo corpo fu arso secondo il rito indù alla confluenza di due fiumi (in questo caso Arno e Mugnone), dove furono sparse le sue ceneri.
L’evento suscitò all’epoca la curiosità di molti fiorentini che vennero numerosi per assistere alla cerimonia e da allora il luogo fu chiamato “l’Indiano”. Nel 1872 fu costruita nei pressi una palazzina che svolgeva la funzione di caffè pubblico e che prese il nome di Palazzina Indiano o palazzina dell’Indiano. Nel 1972 fu costruito un ponte in prossimità del monumento che prese il nome di ponte all’Indiano, il viadotto che si vede in quasi tutte le foto delle mie pause per bere l’acqua dalla borraccia… c’è anche la parte per motociclette e bici