ultimo pranzo a Parigi

prima di lasciare place des Vosges e i suoi geometrici incanti

ci siamo infilati in una corte interna, scoprendo solo all’ingresso che si trattava del Centre des monuments nationaux e …

un magnifico giardino

dove sostare ancora un po’

come in una fiaba, tra pareti vestite di foglie…

Altri muri colorati ci aspettavano nel Marais,

ma prima o poi dovevamo venirne fuori

per tornare lungo la Senna, dove mi sono imbattuta in uno dei miei sogni fatto realtà: una boîte de bouquiniste con vista su Notre-Dame

e lì ci siamo fermati a mangiare, alla Galerie 88,

 (resto-salon de thé, 88, quai de I’Hôtel de Ville)

locale angusto, ma davvero affascinante

con la lavagnetta dei desserts (poi ignorata, sazi di tapas taboulés e salade speziata…),

 i tovaglioli viola,

quelle  boîtes de bouquinistes  fuori

(segue, per poco purtroppo)

primavera nel Marais

e venne l’ultimo giorno di Aprile, l’ultimo giorno a Parigi, il primo giorno scaldato da un bel sole senza lacrime di nuvole.
Monna Lisa ci perseguitava anche nel Marais

… senza fiato appena entrati nella nostra piazza. Place des Vosges ci era rimasta in cuore da una sera di autunno, quando, nel novembre 2010, una guardia ci aveva scacciati dal giardino perché era già l’ora di chiudere i cancelli. Arrivarci in una mattina di primavera assolata è stato un sogno ricomposto,

 assaporato con calma, in una lenta passeggiata sotto i portici

e lunghe soste sulle panchine

con vista sul divertimento di grandi e piccini
e un albero da abbracciare, anche se non era un pino,

prima di correre al centro del giardino, davanti al monumento a Louis XIII

a cavallo sotto tutte quelle foglie verdi da far girare la testa

in una primavera in festa
di bambine a giocare come in spiaggia dopo tanta pioggia

nell’ombra lieve

a perdifiato sugli scivoli

 e i più grandi a riposare

e a scordare per un momento la campagna elettorale

mentre i suonatori invitavano a danzare ancora sotto i portici