Tra una settimana il treno per Parigi (e prima un treno da Firenze a Milano, la sosta per cambiare treno – da Milano a Parigi viaggeremo in scompartimento a due – incontrare, forse, due amici e passare, se possibile, a salutare i licenziati dei treni notte al Binario 21), tra una settimana e una notte in treno metterò tra parentesi quel che mi sta stretto qui.
Nostalgia del Métro.
E delle note sparse lungo la Senna, possibilmente sotto una pioggia fine fine, alla fine di una corsa nel quartiere latino, magari senza una girata fortuita a Vanves per un bus preso nella direzione sbagliata. (Era il bus 58, dopo la visita al cimitero di Montparnasse, per tornare un’ultima volta a Notre-Dame, prima di correre alla stazione).
E prima di preparare la valigia con la macchina fotografica per i nuovi ricordi, sfoglio ancora un po’ l’album della prima volta, di un anno e mezzo fa ormai.
Le bici eletttriche tra le foglie colorate d’autunno, tra passi svelti e respiri sottili.
Con gli occhi al cielo, seduti ai piedi della Tour Saint Jacques, per via dei mezzi di trasporto più usati (i nostri piedi) bisognosi di una sosta ogni tanto…
(pure mézzi di pioggia, ogni tanto).
E neanche un’immagine condivisibile – pour cause – di noi mézzi di trasporto. Ma il capolavoro di Canova rende abbastanza bene l’idea…