dall’alba al tramonto

da Firenze a Pistoia, ieri, una bellissima esperienza.

Il mio primo pellegrinaggio a piedi, in compagnia, non solo una camminata di tutto rispetto, una trentina di chilometri, forse più… (ma il primo chilometro, col buio, prima dell’alba, da casa a San Jacopino da sola mi ha fatto battere il cuore più forte, per un’ansia di vecchia data poi lasciata per strada nei chilometri dopo), dalla chiesa di San Jacopo in Polverosa alla Cattedrale di San Zeno, per il Piccolo cammino di Santiago, anche e soprattutto un viaggio dentro il cuore, dalle paure e dalle lotte con ombre e fantasmi all’abbandono nel cuore della misericordia. GRAZIE

Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l’ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo. Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera. Che la morte è nulla più di un vento di sabbia. Che vivere è come il suo cammino: senza fine. L’uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte

(Christian Bobin, L’uomo che cammina, citato da chi ci ha accolti a Santa Maria a Campi)

Ogni tappa un timbro sulle credenziali dei pellegrini, ogni sosta un bicchiere d’acqua offerto perché siamo suoi… e non solo acqua! Ci hanno accolti con uva, friselle pugliesi e pomodori, riso e verdure, torta di mele, schiacciate e tanta, tanta acqua fresca, preziosa per chi cammina sotto il sole per ore. E caffè. E preghiere, sorrisi, come abbracci GRAZIE

e i pellegrini ebbero fame…

La gioia grande di veder arrivare Don Fulvio (accompagnato in auto) a Pistoia ha cancellato il dolore alle estremità e la stanchezza…

L’accoglienza in cattedrale è stata commovente. Una messa bellissima. E il dono della pace in cuore per il cammino che riprende, ogni giorno. Il cammino non finisce certo dopo aver varcato la Porta Santa

GRAZIE

Un sabato ricco di grazie