Ai nuovi inizi

In piazza del Limbo, davanti alla chiesa dei Santi Apostoli, sotto un cielo azzurro e candide nuvole al posto del temporale previsto, con Viola che cresce sempre più bella, piena di curiosità, con i primi timori e dubbi, per il matrimonio di mio cugino Francesco. Lo sposo era bellissimo.

Bello riabbracciare i cugini e gli zii, dopo tanto isolamento e contatti ridotti al minimo nei due anni di pandemia, bello ritrovare la mia Marta, presenza amica quando ero piccina e, mentre mio fratello Pietro era ricoverato al Meyer, passavo le giornate dai nonni e non vedevo l’ora che arrivasse la cugina grande che usciva da scuola, ogni rumore all’ora del suo arrivo mi faceva correre alla porta e dire a nonna Gabriella “Ecco Matta!” (non pronunciavo la erre).

Zia Fiorella elegante e commossa, la madre dello sposo…

e le amiche della sposa emozionate quasi più di lei, entrata sicura e dolce, forte di amore.

Musica e bellezza, di arte riscoperta…

Tabernacolo di Andrea della Robbia

anche la sposa si sporgeva per guardare il tabernacolo di Andrea della Robbia?

Bellezza di velo e fiori

e parole ricche di senso. L’omelia di Padre Bernardo portava in alto.

Che bello ritrovare l’abate amico a benedire le nozze e l’amore che salva.

Belli i bambini, Viola contenta di stare con Bernardo…

e divertita al lancio di riso e petali di rose bianche.

Emozioni, tante. Padre Bernardo ha ricordato nonno Giuliano, nonna Gabriella e mio babbo Lodovico, zio dello sposo… a casa riportati occhi lucidi, immagini di Firenze vera

e ventagli bianchi (in omaggio sulle panche della chiesa con i libretti della celebrazione). La mascherina, bianca per l’occasione, a ricordarci che non è ancora finita… no, la pandemia non è archiviata, ma neanche la vita è finita, riparte e si rinnova.

Luna magnifica su Firenze, da dietro un velo di nuvole, a splendere sulla prima notte di nozze di una vita nuova

Ubi amor ibi oculos

16 marzo 2020 San Jacopino, foto di don Daniele

San Jacopino, foto da Don Daniele. Dove non posso andare con i piedi, mi porta l’occhio di un uomo di Dio. GRAZIE

19 marzo 2020

19 Marzo 2020

Rosario tutti insieme, ciascuno da casa … restiamo a casa, sì, ma senza chiuderci o isolarci dentro. L’anima vola, il cuore grida, la mente cerca…

MISTERI DELLA LUCE

19 marzo2020

20 marzo 2020

un’orchidea in omaggio nell’uscita consentita per le necessità della famiglia. Regalo del direttore del supermercato. GRAZIE

20 marzo 2020

Dopo la messa in diretta social da casa di Don Fulvio, prima della Via Crucis dalla chiesa chiusa, celebrata da Don Daniele in San Jacopino e filmata da Don Gilles…. uno sguardo dalla finestra di cucina e … San Miniato a colori! GRAZIE

20 marzo 2020 san miniato al monte tricolore verso sera

Povere foto tremanti dal cellulare…

20 marzo 2020 san miniato al monte tricolore dalla finestra

Poi la foto mandata da Padre Bernardo Francesco Gianni GRAZIE

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porta del cielo

26.12 Firenze da San Miniato

Per la festa di Santo Stefano, siamo saliti a San Miniato al Monte.

26.12 cimiteroSan Miniato

Il contorno di nebbia, stamani, portava a mettere tra parentesi gli affanni quotidiani e a cogliere colori e dettagli a volte trascurati nelle girate tipiche dei giorni festivi…

26.12 cimitero Porte Sante  San Miniato

spesso veniamo alle Porte Sante a Capodanno, quest’anno in anticipo per un’occasione particolare.

Padre Bernardo, da qualche tempo amico su facebook, aveva diffuso un invito che che ha riscosso anche troppo successo (qualcuno, scoraggiato, si è lamentato così: “…in chiesa c’era mezza Firenze incastrata per le scale. Spaventato, ho fatto retromarcia e son tornato via. Peccato!”). L’apertura straordinaria della clausura dell’abbazia che guarda Firenze dal suo monte e le apre un magnifico sbocco al cielo meritava l’attesa, anche “incastrati” sulle scale.
26.12 folla nel chiostro abbazia di San Miniato

La storia dell’assedio di Firenze, rievocata da Bernardo Francesco Gianni tra una battuta scherzosa e una profonda riflessione (che sagoma, Padre Bernardo!), sembrava rivivere nel chiostro …

26.12 campanile e chiostro San Miniato

“Arrivò poi, repentino ed inatteso, il tempo in cui le ‘porte sante’ di San Miniato spalancate sul cielo di Firenze quasi dovettero serrarsi e tutto il monastero, da luogo aperto sulla città e sul suo contado, scoprirsi abbracciato, se non soffocato, da baluardi e terrapieni improvvisati dal genio militare di Michelangelo a partire dal gennaio del 1529. Non è difficile immaginare come l’epica difesa di Firenze e della sua Repubblica, che qui a San Miniato e soprattutto sul suo campanile conobbe alcune delle sue pagine più avvincenti, avesse costretto i monaci a modificare l’armonioso ritmo delle loro giornate e delle loro liturgie.
D’altra parte la loro pervicace ostinazione a non abbandonare il monastero e la loro paziente convivenza con le nuove esigenze belliche testimoniano una volta di più, nel frangente di quella memorabile resistenza popolare contro il potentissimo esercito di Carlo V, quanto forte fosse il legame che si stabilì fra le istanze di libertà di un’intera città e un certo mondo ecclesiale, soprattutto quello riferibile ad alcuni ordini monastici e mendicanti che proprio in quei febbrili anni raccoglievano l’eredità ancora viva dell’intensa predicazione di Girolamo Savonarola, finalizzata ad una radicale riforma evangelica della società contro qualsiasi abuso di potere…”
(quando si chiusero le porte)

26.12 monaco e luci nel chiostro di San Miniato

è stato bello lasciarsi guidare dove i monaci custodiscono in silenzio tanta bellezza, ci hanno fatti sentire davvero benvenuti e come a casa, anche se abbiamo stravolto i loro orari (un monaco anziano si chiedeva come mai fosse saltato il pranzo… “o Bernardo che combina? Ancora a intrattenere tutti gli ospiti? E la zuppa?”).

E spero che anche per Viola questo luogo meraviglioso diventi una tappa del cuore, quando sarà grande. Intanto me la sono portata dentro, a fare un tuffo nella luce prima ancora di venire alla luce…

26.12 con Viola in pancia controluce nel chiostro di San Miniato

sostando tra gli affreschi di Paolo Uccello

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… quel che ne resta incanta

26.12 affresco profilo angelo San Miniato

e solo la stanchezza nella pioggia che stimolava altro bisogno di far uscire liquidi…

26.12 pioggia nel chiostro abbazia di San Miniato

e il peso del pancione ci hanno fatto lasciare l’abbazia prima del termine della visita guidata,

nella speranza di tornare presto a sentire le parole di Padre Bernardo e il respiro della luce tra Firenze e il cielo

26.12 facciata San Miniato

Grazie

26.12 tornando via da San Miniato