Latcho Drom

13 arcobaleno doppioIeri, nel cielo sopra Firenze, un magnifico arcobaleno doppio.
Sapevo che non te ne saresti andata senza salutarci… ciao, nonna Gabri.

“Quando farai vela per Itaca desidera che la strada sia lunga, piena di avventure, piena di esperienze. Non temere i Lestrìgoni e i Ciclopi, nè l’ira di Nettuno: niente di simile mai troverai sulla tua strada se la tua mente naviga alta e scelta è l’emozione che tocca la tua anima e il tuo corpo. Non incontrerai i Lestrìgoni né i Ciclopi né il feroce Nettuno se non li porti dentro il tuo cuore, se non li innalza il cuore davanti a te.
Desidera che la strada sia lunga e siano tanti i mattini d’estate in cui con gioia – oh che gioia! – tu entrerai in porti sconosciuti prima. Vedi di far scalo negli empori dei Fenici per acquistare quanto hanno di più bello: madreperle e coralli, ebano, ambra, voluttuosi profumi d’ogni sorta, quanti più puoi compra voluttuosi aromi. Recati in molte città dell’Egitto, a imparare e imparare dai sapienti. Ma tieni sempre Itaca nella mente: la tua sorte ti assegna quell’approdo.
Non affrettare però il tuo viaggio: meglio che duri molti anni, che vecchio tu finalmente giunga all’isoletta, già ricco di quanto hai guadagnato lungo la via, senza aspettare ricchezze da Itaca: Itaca ti ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi più in via.
Nulla ha da darti più.
E se la trovi povera, Itaca non t’ha illuso.
Saggio come sei dopo tante esperienze ormai avrai capito che cosa significhi viaggiare in cerca di Itaca”
(Kostantinos Kavafis)

Don Stinghi* ha scelto questo testo per il saluto a nonna Gabriella. E Tagore


Giorno dopo giorno, Signore della vita,
sosto davanti a Te, faccia a faccia.
Con le mani giunte, sotto il grande cielo, Signore delle stelle,
in solitudine e silenzio, con umile cuore,
sosto davanti a Te, faccia a faccia.
In questo mondo che è tuo, o Signore che conosci il soffrire,
nel dolore e nella disperazione,
sosto davanti a Te, faccia a faccia.
In questo mondo operoso, nel tumulto del lavoro e della lotta
Tra la folla che si agita e si affretta,
sosto davanti a Te, faccia a faccia.
E quando il mio lavoro in questo mondo sarà terminato, o mio
Signore e mio Dio, solo e senza parole,
sosterò davanti a Te, faccia a faccia

 13.11.2014 arcobalen

*per i non fiorentini, don Giacomo Stinghi, parroco della Madonna della Tosse (la parrocchia di nonna Gabriella), è il direttore del Centro di solidarietà di Firenze, per l’assistenza e il recupero dei tossicodipendenti. Mercoledì, consapevole che la chiesa stracolma era piena di persone per la nostra straordinaria Gabriella e non solo di credenti, ha scelto letture che parlassero anche ai non cristiani. Oltre alla messa vera e propria, ché Gabriella ci credeva davvero, con la vita, non a parole.
Persino a me, che ormai entro in chiesa solo per i funerali, ha dato parola…

Da me, l’Habanera e un dipinto visto alla mostra sabato (scatto rubato da Dani), forse ora ne parlerai col nonno

Benjamin Palencia

E la promessa di dedicarti il primo bagno a mare… nuoterò sempre anche per te

mare per nonna da Adriano

foto di Adriano Locci. Da lui dedicata alla mia nonna

 

 

 

piccoli appunti in immagini

ché so, o meglio intuisco, che un giorno di questi mesi mi resterà un ricordo forse vago, commosso, di tanto amore e grande confusione…

13.7.2013 Luna

ogni tanto un respiro nella sera, tra una giornata di resistenza all’afa fiorentina e una nottata di vocianti nella via (se anche Viola dorme, come spesso succede almeno fino all’alba,  resta difficile riposare qui). E la foto alla Luna, sia pur con le mani tremanti, a volte torna il mio momento per me.

Come la visita a nonna Gabriella, bisnonna commossa e incredula di esserci ancora (quasi 103 anni!).

14.7.2013 con Viola da nonna Gabriella luce strana

Un regalo che mi ha fatto lo sposo, babbo orgoglioso della nostra meraviglia che cresce… portarci domenica dalla mia nonna adorata e farle conoscere la bisnipotina che aveva vista ancora piccina piccina picciò.

14.7.2013 con Sandro da nonna GabriellaE poi i primi passi verso lo svezzamento, momento che mi mette un po’ tristezza (allattarla è stata e ancora resta la parte più bella della maternità, anche se col caldo si fanno certe sudate entrambe… e anche se sono molto indebolita) e al tempo stesso mi dicono che mi ridarà un po’ di libertà e tempo per me e forse forze… e lo sposo le ha fatto assaggiare la mela

14.7.2013 assaggio di melae la mattina ormai le faccio prendere anche la pera, tra una poppata e l’altra.

E quando riesco, la porto fuori finché il caldo consente e a volte mi stanco e basta, a volte la fatica (ci vorrebbero strade alberate anche per andare e tornare dal giardino non proprio vicino) viene premiata da un suo pisolino all’aria. Almeno Viola si riposa. Prima o poi riposerò anch’io?

15.7.2013 al giardino

Voglio almeno la Luna …

16.7.2013Luna

sabato di marzo

1 marzo Viola col ciuccio

A Viola non piace il ciuccio, ma qualche volta lo accetta, in aggiunta e non al posto della poppata … con qualche goccia di Mylicon per dare sollievo quando l’aria nel pancino le procura le noiose coliche che fanno piangere quanto la fame. Dopo un po’ si ribella e rifiuta il surrogato del seno

2 marzo Viola ciuccio

“Basta ciuccio! Voglio il tuo latte, mamma… voglio te!”

A Viola piace riconoscere la musica di quando ballavo con lei dentro la pancia…

A Viola piace andare in giro in macchina, nel suo ovetto viola …

2 marzo in automobileper me è stata un’emozione indicibile portarla a conoscere la mia nonna più che centenaria, ieri, sabato 2 marzo 2013.

2.3.2013 con Gabriella e Viola

Con Gabriella (102 anni) e Viola (che ieri aveva 22 giorni di vita fuori da me)

2.3.2013 con Gabriella e Viola ancora e FiesoleLa neonata con la bisnonna… fiori e radici

fiori e radici

in attesa di darti alla luce, ti sento ormai da tempo così viva e presente che non riesco a non parlarti come fossi capace di capirmi. E forse, anche se non conosci le parole, capisci almeno che ti voglio bene e già hai cambiato tanto la mia vita, piccola Viola, fiore che verrai al mondo in inverno…

15.12 5

In attesa di te e con qualche pensiero triste da lasciar passare (non si sta proprio bene sempre in bilico, ma … meglio non parlarne, per ora almeno, ai problemi si troverà soluzione, meglio non dare spazio allo sconforto), mi rifugio anche nei giochi di colori sulle unghie… a volte le frivolezze fanno più che le medicine.
Un pizzico di gioia lieve lieve e tutta la forza che ci dai tu, non occorre altro, ora, per andare avanti.

Una base di smalto viola chiaro

15.12 1

e poi via con il kit di micropittura regalo di Andrea:

15.12 4

fiori d’inverno,

15.12 7

pensando a te e ai disegni che facevo da bambina, mentre nonno dipingeva coi colori seri, quelli veri, che non potevo toccare se non in sua presenza… quanto mi manca nonno Giuliano!

Oggi siamo stati a far visita a nonna…

15.12.2012 con nonna Gabriella e Viola nel pancione

la luce negli occhi di nonna Gabriella (102 anni compiuti a settembre) quando ha visto muoversi Viola nella mia pancia “oh … si vede anche da fuori! Che bimba vivace… mi tocca aspettare che nasca questa vispa pronipotina, prima di morire… “

conforta di tante amarezze…

GRAZIE

Centodue anni di amore

Viola, amore mio che ancora non conosco, anche se ogni tuo respiro dipende dal mio per qualche mese ancora, non so se farai in tempo a conoscere la tua meravigliosa bisnonna… te ne parlerò tanto, fino a che avrò fiato, ma nulla è sicuro in questa vita, fragile e preziosa e imprevedibile, e desidero lasciarti qualche traccia per ogni evenienza.
Oggi nonna Gabriella, la mamma del mio babbo, compie la bellezza di centodue anni. Viva e presente sempre con tutto il cuore e la sua mente straordinaria, fisicamente è molto provata da un paio di anni, l’aiutano due giovani venuti dal Bangladesh e lei insegna loro l’italiano e come pretendere il rispetto dei loro diritti di migranti che lavorano. Gabriella non smette di fare la maestra neanche con le ossa ridotte a farina. La tua buffa mamma lunatica ne scriveva spesso, ma in un momento di crisi fece sparire il suo lungo diario virtuale. Qualcosa è rimasto, frammenti di pagine on line ritrovati tra i documenti già archiviati:

Cento anni di amore
 Post n°1757 pubblicato il 27 Settembre 2010 da cateviola 

 Dopo la partita, siamo stati a trovare nonna Gabriella. Con il cuore gonfio di emozioni, tremante di speranza e paura, gioia e dolore, preoccupazione e gratitudine, non riesco a scrivere gli auguri che le faccio dal profondo… intanto, riporto su il post di aprile, perché ora si può levare il quasi

 Aprile 2010

Quasi un secolo di storia in un piccolo corpo di donna che inizia a mostrare le sue fragilità e cede per la prima volta alla stampella dopo una caduta. Una donna forte, una che ha sempre lavorato sodo e detto pane al pane, vino al vino, bene al bene, male al male. Forse le è mancata la libertà di lasciarsi andare alle tenerezze, un po’ meglio con noi nipoti… non una donna dura, ma molto esigente con se stessa e con gli altri; con sé addirittura inflessibile.

***

Di nonna Gabriella avevo scritto il 27 settembre 2007, giorno di un suo compleanno: … un cervello sempre in movimento, un cuore ardente di AMORE e generosità, una vita che è STORIA. Intelligente come pochi, forse la donna più intelligente che io conosca, ora fisicamente debole, magrissima, sempre più sorda, ma vivace di mente come sempre. Per capire che cos’è la guerra basta chiederle com’era la vita sotto il fascismo prima, sotto le bombe dei liberatori poi e nella ricostruzione, con i conti da saldare tra vecchi nemici per gli armati e con il panettiere per la gente alla fame…  con nonna Gabriella posso parlare di tutto, non ha chiusure né pregiudizi che le si potrebbero anche concedere vista l’età, ma se affronto l’argomento guerra la vedo piangere dentro, come fosse ieri.. risponde solo “bisogna averla vissuta, per capire che cosa orrenda sia, meglio che non la capiate mai fino in fondo, fate di tutto per evitarla, perché quando c’è, l’uomo è capace di ogni cosa, ogni cosa… ”
Nonna Gabriella lavora a maglia da una vita: neanche un golfino comprato nei negozi (a parte quelli ricevuti in dono); è lei che ne prepara a me e a tutti i figli, nipoti, nuore, pronipoti… sempre con le mani occupate, a sferruzzare mentre legge Citati o Proust, Kafka o Sciascia, Montale o Joyce…
Nonna Gabriella non si è laureata, ma grazie alle sue lezioni sono diventati Dott. tanti (ex-) ragazzi: da quando aveva 18 anni è stata una maestra, a scuola e nella vita. Appena diplomata, ancora ragazza, insegnava a leggere e a scrivere ai minatori sulle montagne (Alpi Apuane) e in tempo di guerra, per mangiare, dava più lezioni private che sguardi al cielo. Ma è sempre stata libera, sempre senza padroni.
Nonna Gabriella non ama apparire… non ho sue foto recenti da mostrare, ma da giovane mi somigliava tanto. Spero di somigliarle almeno un po’ per tutta la vita

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Poi, il giorno di Pasqua dell’anno dopo, le prime foto:

      (2008)

Pomeriggio festivo a casa di nonna Gabriella, con Sandro e Manu. Nonna ha quasi 98 anni e, anche se fa male solo pensarlo, devo iniziare a prepararmi a un congedo… neanche una sua foto per rivederne l’immagine terrena? Lei è la mia storia prima che nascessi, la colonna della mia infanzia, la voce della coscienza nelle svolte di vita, la fonte di ogni tenerezza e durezza (da lei so di aver preso il senso del dovere e purtroppo anche tanti sensi di colpa). Solo qualche immagine rubata, nonna non voleva foto “Non curavo il mio aspetto da giovane, figuriamoci ora che sto con un piede nell’eternità!”, ma la mia debolezza chiedeva un ricordo materiale, una figura su cui appoggiare i ricordi vivi e i pensieri quando sarà… il più tardi possibile!

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E poi l’ho ricordata con Swala, a margine di un post sulla cucina del Mali:  

La ricetta del tô somiglia alla nostra polenta e mi era venuto in mente un racconto di nonna Gabriella. Quando era maestra sulle montagne, i bambini mangiavano solo polenta, a pranzo a cena a colazione… durante un’ispezione avrebbero dovuto far credere che la loro dieta fosse più varia e un bimbo disse (istruito dal direttore) che a colazione aveva preso il caffellatte.
“Quanto? ”
“Tre fette” (erano gli avanzi di polenta della cena) 

 ***

Oggi siamo tornati a trovarla, con Sandro (Manu doveva uscire con i suoi amici, ormai è grande, non viene con noi). Più magra e più sorda, più lenta nei movimenti, con la stampella, più tenera e incline ai ricordi, raccontava a Sandro di me bambina, quando a sei anni le chiedevo come mai con lei mi sentivo di essere in un modo e con altri in modo diverso, iniziando a farmi domande sul gioco di identità – non necessariamente maschere studiate per ingannare – in cui recitiamo la vita con gli altri. Abbiamo parlato a lungo anche di politica e attualità, discutendo animatamente solo a proposito di chiesa… ma non mi va di scriverne qui ora, anzi, sarebbe meglio ne parlasse Sandro che si è tanto divertito a sentirmi gridare (oh, con la mi’ nonna mi sento libera di parlare senza ritegno, mi ha vista nascere, crescere, smarrirmi, ammalarmi, ricostruirmi come persona, diventare donna, “sempre col fuoco negli occhi, eh? ma non vivere da arrabbiata, Caterina, si campa male…”) preferisco tenermi in testa e nel cuore quel che di lei non voglio lasciare. Le sue confidenze finemente civettuole: dire che adesso, oltre la metà del suo centesimo anno di vita, non riesce più a leggere e lavorare a maglia in contemporanea… non è una confessione di debolezza, ma un’affermazione gioiosa di essere in vita e ben lucida ancora. E sento che, nonostante ne abbia passate anche troppe (nessun rimpianto, dopo aver visto due guerre, “litigato con la suocera che non era contenta avessi il terzo figlio, che poi ho voluto e fatto sotto le bombe, perché ero rifinita dalla fame, temeva ci restassi secca con un altro parto… dopo tutti questi anni senza il tuo nonno… però sto bene anche da sola, ho il mio mondo tutto in mente, mi darebbe persino noia un aiuto, leggo degli anziani con le badanti…anziana? io ormai non sono più nemmeno vecchia, sono antica… mi basta non arrivare a vedere Fini presidente, non mi fido, ma non mi toccherà, mi dispiace per voi giovani”) ancora ha tanta voglia di vivere.

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Lunedì 27 settembre 2010

Lo zio Giovanni, come il primo e come il terzo figlio, anche lui tanto desiderato, da grande è diventato dottore, un ortopedico con vocazione al sostegno psicologico di tutti (in casa lo chiamiamo anche l’ortopsichiatra). In questi giorni ha ordinato riposo assoluto alla sua mamma coraggiosa e fiera: le ossa di nonna sono sempre più fragili, si stanno sbriciolando, troppe microfratture le provocano dolori ormai difficili da sopportare e per la prima volta in vita sua Gabriella deve rassegnarsi a un aiuto in casa, con un velo di tristezza. Voleva andarsene prima di dover accettare una mano nelle faccende, le abbiamo fatto promettere almeno qualche giorno di pazienza, per vedere se stare ferma potrà riconsolidare le ossa quel tanto che serve a non farla soffrire troppo fisicamente. La speranza è che si riprenda abbastanza da sentirsi di nuovo indipendente, anche se limitata nei movimenti. Non sarà una festa di pura gioia il suo compleanno secolare, ma le vogliamo così bene tutti che non può andarsene ancora, non senza un’ondata di amore ancora, un amore che le torna dopo averne dato a sfare per tutta la vita.

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E oggi, che ne compie 102, nonna dice che è sazia di anni, notti e giorni, ma… forse ormai è curiosa di conoscere la prima bimba della sua prima nipotina. Non è ancora il momento di andartene, Gabriella!