
Per la festa di Santo Stefano, siamo saliti a San Miniato al Monte.

Il contorno di nebbia, stamani, portava a mettere tra parentesi gli affanni quotidiani e a cogliere colori e dettagli a volte trascurati nelle girate tipiche dei giorni festivi…

spesso veniamo alle Porte Sante a Capodanno, quest’anno in anticipo per un’occasione particolare.
Padre Bernardo, da qualche tempo amico su facebook, aveva diffuso un invito che che ha riscosso anche troppo successo (qualcuno, scoraggiato, si è lamentato così: “…in chiesa c’era mezza Firenze incastrata per le scale. Spaventato, ho fatto retromarcia e son tornato via. Peccato!”). L’apertura straordinaria della clausura dell’abbazia che guarda Firenze dal suo monte e le apre un magnifico sbocco al cielo meritava l’attesa, anche “incastrati” sulle scale.

La storia dell’assedio di Firenze, rievocata da Bernardo Francesco Gianni tra una battuta scherzosa e una profonda riflessione (che sagoma, Padre Bernardo!), sembrava rivivere nel chiostro …

“Arrivò poi, repentino ed inatteso, il tempo in cui le ‘porte sante’ di San Miniato spalancate sul cielo di Firenze quasi dovettero serrarsi e tutto il monastero, da luogo aperto sulla città e sul suo contado, scoprirsi abbracciato, se non soffocato, da baluardi e terrapieni improvvisati dal genio militare di Michelangelo a partire dal gennaio del 1529. Non è difficile immaginare come l’epica difesa di Firenze e della sua Repubblica, che qui a San Miniato e soprattutto sul suo campanile conobbe alcune delle sue pagine più avvincenti, avesse costretto i monaci a modificare l’armonioso ritmo delle loro giornate e delle loro liturgie.
D’altra parte la loro pervicace ostinazione a non abbandonare il monastero e la loro paziente convivenza con le nuove esigenze belliche testimoniano una volta di più, nel frangente di quella memorabile resistenza popolare contro il potentissimo esercito di Carlo V, quanto forte fosse il legame che si stabilì fra le istanze di libertà di un’intera città e un certo mondo ecclesiale, soprattutto quello riferibile ad alcuni ordini monastici e mendicanti che proprio in quei febbrili anni raccoglievano l’eredità ancora viva dell’intensa predicazione di Girolamo Savonarola, finalizzata ad una radicale riforma evangelica della società contro qualsiasi abuso di potere…”
(quando si chiusero le porte)

è stato bello lasciarsi guidare dove i monaci custodiscono in silenzio tanta bellezza, ci hanno fatti sentire davvero benvenuti e come a casa, anche se abbiamo stravolto i loro orari (un monaco anziano si chiedeva come mai fosse saltato il pranzo… “o Bernardo che combina? Ancora a intrattenere tutti gli ospiti? E la zuppa?”).

E spero che anche per Viola questo luogo meraviglioso diventi una tappa del cuore, quando sarà grande. Intanto me la sono portata dentro, a fare un tuffo nella luce prima ancora di venire alla luce…

sostando tra gli affreschi di Paolo Uccello

… quel che ne resta incanta

e solo la stanchezza nella pioggia che stimolava altro bisogno di far uscire liquidi…

e il peso del pancione ci hanno fatto lasciare l’abbazia prima del termine della visita guidata,

nella speranza di tornare presto a sentire le parole di Padre Bernardo e il respiro della luce tra Firenze e il cielo

Grazie
