
Genova rossa, rosa ventilata
di gerani ti facevi strada
Genova di arenaria e pietra
anima naufragata
E tra le luci all’uscita dal tunnel, tra i respiri via via meno stretti, oggi voglio ricordare la prima volta a Genova, già percorsa e sognata tante volte con De André (Fabrizio e il figlio Cristiano), in una girata di un giorno, dal mattino al tramonto, ai primi di luglio di un anno che non desidero più cancellare.
Nel bene e nel male, quel 2011 che credevo di dover dimenticare, mi ha fatta perdere e ritrovare.
(in questo mondo di squali)
La scusa (l’occasione) per abbandonare l’afa fiorentina e seguire il vento tra le vie della città vecchia e il sale al porto in compagnia dello sposo e del nostro amico Nuvolo, una mostra al Museo Luzzati, nel Porto Antico di Genova, dedicata alle opere di Guillermo Mordillo.
Stralunata, ma felice come una bambina, dal porto con le sagome di chitarra decorate…
alla ricerca della
via del cuore “mi scusi? Per
Via del Campo?” (occhiate strane…)
(dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior)
per portarci poi stremati a sedere al sole, con le gambe pesanti, i piedi cotti e il cuore alleggerito.
p.s. non c’era solo De André a farmi cara Genova.
La prima Città vecchia che ricordi con amore è nella poesia di Umberto Saba:
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore:
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via