Era bella anche mentre si nascondeva tra le nuvole, un velo scuro l’altra sera, uno scialle di tenebra, poi un soffio di vento nuovo e …possibile che dopo tanti cicli, tanti mesi, tanti anni, ogni volta mi lasci a bocca aperta? E ci vedo una bocca aperta per lo stupore, come fosse un volto di donna anche il nostro satellite, sasso minimo nell’universo, Sorella Luna nel cuore di chi legge quel che non si fa rinchiudere nei trattati.
Oggi sono 7 anni che è morta mia suocera, Ida, la mamma di Sandro. Domani saranno 3 anni dalla morte di mio padre. Se ne sono andati a distanza di un giorno e quattro anni e oggi mi colpisce di più il numero del giorno che l’anno, quest’anniversario incollato, ma forse non significa nulla, forse anche questi sono piccoli segni… non credo più alle coincidenze. Sete di senso, sete di luce Grazie, Ida, per aver dato alla luce il mio sposo e babbo di Viola. Chissà se adesso, con babbo Lodovico, state insieme a guardare come se la cavano i vostri figlioli e come cresce la nipotina più buffa del West…
Non c’erano rose bianche, babbo, l’altra mattina, ma la fioraia del cimitero mi ha fatto vedere un girasole arrivato ancora in boccio all’alba e te l’ho messo vicino, infilato nella terra bagnata in abbondanza per annaffiare l’olivo bonsai, che aveva tanta sete.
A te, insegnante e costruttore di pace, sempre insieme sulla barca del sole
Vigilia di plenilunio, volo di rondine colto al volo ieri sera, con le speranze tremanti per il bimbo scomparso e stamattina finalmente ritrovato vivo!
Mattina a caccia di erbe e fiori per la nostra acqua di San Giovanni, con Viola in vena di avventure sì, ma con la mamma (non è andata alla gita al parco avventura coi compagni del centro estivo, voleva stare con me), zaino in spalla fino all’Indiano e ritorno. Brava!
C’era anche un papavero rosa o viola chiaro…
e tante farfalle bianche che si nascondevano nella luce abbagliante nel chiarore di erba secca e fiori pallidi, lungo le rive dell’Arno e sul letto disfatto del Mugnone in secca.
Ore senza pensieri scuri, gratitudine e infinita tenerezza.
Come in una favola, ogni particolare della natura intorno ci faceva immaginare storie…
e sogni colorati.
Che la notte di San Giovanni porti sogni buoni, segni belli, rivelazioni e desideri importanti,
con la tradizione diventata un gioco, sotto un plenilunio velato
aprire gli occhi e vedere le persone che più amo vicine, aprire la finestra e vedere prima uno spicchio di Luna da sogno, poi le nuvole via via più accese, basse sulle colline, come un fiume di vino rosso, un mare di corallo, un mantello di velluto color porpora…
Anche se la foto che mi piace di più tra quelle scattate stasera, dal terrazzino di cucina, tra i piatti da lavare e la bimba da far addormentare, è una foto sbagliata, sfuocata, mossa… che mi ha regalato un cuore di luce
Nella vita bisogna avere il coraggio di lasciarsi stupire, seminare semi sconosciuti e lasciarli germogliare e saper aspettare, perché un seme potrà germogliare tra un mese o sei o un anno. Veder fiorire un seme che non conoscevi: queste sono le piccole soddisfazioni che danno sapore alla vita (Libereso Guglielmi*)
23 agosto 2020
Non semino semi davvero sconosciuti, solo semi finora non seminati da me; mi godo il crescere ciclico e apparente della Luna con una continua meraviglia che non passa, perché sapere la teoria delle fasi lunari nulla toglie all’incanto davanti alla sua luce nel blu della sera, nel nero della notte; mi esercito alla pazienza a piccole dosi e insegno anche a Viola la virtù che mi manca, insegno? Via, diciamo che forse la possiamo imparare insieme, con una piantina di pomodoro che cresce da un seme di pomodoro mangiato a pranzo a fine luglio e da poco con i ‘semi in lattina’ che iniziano a far nascere emozioni coi primi germogli e tenere foglioline, neanche tanto piano…
25 agosto 2020
27 agosto 2020
24 agosto 2020 semi in lattina accanto alla piantina 24 agosto 2020 semi in lattina24 agosto 2020 Viola annaffia la sua piantina di pomodoro27 agosto 2020 germoglio di lavanda28 agosto 202028 agosto 202028 agosto 2020
*Libereso Guglielmi, nato nel 1925 a Bordighera, è stato allievo prediletto dei botanici Mario e Eva Calvino, genitori dello scrittore Italo Calvino che a lui si è ispirato per “Il barone rampante”. Spirito libero e avventuroso, ha diretto grandi giardini in Italia e in Inghilterra. Morto nel 2016, sue le più famose ricette vegetariane con erbe e fiori non solo decorativi. Un bel ritratto qui
...solchi, crateri, occhi ci vedevamo, nascondigli di fate e streghe… rughe e cicatrici che non sciupano la meraviglia, anzi rendono unica e più vera, quasi fosse vicina, la bellezza che a buio mi consola.
Lunedì, giorno mai facile, ma da non disprezzare…
E sorrido al ricordo della storiella sulla scomparsa del lunedì che piace tanto a Viola…