Tornata a correre vicino alle rive del fiume,
nel caldo di questo agosto fiorentino,
mentre si avvicina l’anniversario della Liberazione di Firenze, non mi sono solo fermata a dire una preghiera e lasciare un fiorellino stavolta… oggi ho fatto le foto al monumento nel parco che ricorda le vittime di una strage fascista quasi dimenticata.
Tutti, almeno a Firenze, sanno dell’eccidio di piazza Tasso. Nella mattinata del 17 Luglio 1944, molti abitanti del quartiere fiorentino di San Frediano erano in piazza. Si trattava in gran parte di donne, anziani e bambini dato che i giovani e gli uomini adatti alle armi erano quasi tutti nascosti per evitare i rastrellamenti. Nel pomeriggio, si presentò un camion con a bordo alcuni repubblichini, guidati da Giuseppe Bernasconi, braccio destro del comandante delle SS Italiane, il famigerato Mario Carità, e si fermò all’angolo tra via Giovanni Villani e viale Francesco Petrarca. E all’improvviso i miliziani aprirono il fuoco sulla gente in piazza. Sotto i colpi dei fascisti rimasero cinque vittime: Ivo Poli (un bambino, di soli otto anni), Aldo Arditi, Igino Bercigli, Corrado Frittelli e Umberto Peri; si contarono inoltre numerosi feriti più o meno gravi.
Ma altri abitanti del quartiere furono catturati e di loro si persero le tracce. Solo molti anni dopo furono ritrovati i loro corpi sul greto dell’Arno, nel parco delle Cascine.
Erano stati fucilati.
Ne parla un libro, “Fucilati alle Cascine”, scritto da Franco Quercioli e Antonio Bernardini: la scena si apre su una calda notte di fine luglio del ’44.
Il 24 Luglio 1944, alle Cascine di Firenze, sul greto dell’Arno, 17 uomini vengono fucilati. I loro corpi spariscono nel nulla, diventano “desaparecidos”. Poi finisce la guerra. L’Italia s’incammina verso la famosa ripresa economica. La memoria di quegli uomini comincia a sbiadire fino a quando, dodici anni dopo, ne vengono ritrovati i resti.
Dove ho fatto le foto
Gli uomini messi in fila per essere uccisi non erano tutti patrioti e partigiani. C’erano anche quattro ragazzi romani che facevano parte di un battaglione della Repubblica Sociale Italiana che rastrellava i partigiani. Forse erano dei disertori catturati a Firenze, vicino alla Stazione di Santa Maria Novella, mentre cercavano di prendere un treno per Roma. Tra i partigiani uccisi ci fu anche un prete, don Elio Monari.
Ogni volta, quando riprendo a correre, penso… e non mi va di scrivere che cosa penso. Certo non voglio siano dimenticati
i loro nomi