Grazie per il 2020

Il 24 ottobre è nato il mio nuovo nipotino, figlio di Paolo, il mio fratellino più piccolo. Dario è la più bella tra le ragioni per cui non maledico, come invece molti fanno, questo 2020 che sta per finire. Certo, non sono ancora riuscita a prenderlo tra le braccia, lo vedo solo nelle foto e nelle videochiamate di Paolo (il mio fratellino è diventato babbo!), perché entrambi i miei fratelli sono assai rigorosi nel rispetto delle normative contro i rischi di diffusione del virus che ha stravolto la vita sociale, economica e affettiva di tutto il mondo (a parte quella di chi già annegava nella miseria, annaspava nella malattia, atterriva sotto le bombe… lì, pioggia sul bagnato, ma poco da rimpiangere del tempo prima del covid, credo). Intanto è nato, vive, cresce bellino e tenero, segno che la Vita non si è stancata di fiorire in questo mondo. E la speranza di annusare presto il suo profumo di latte e vita nuova mi colma di gioia, come fa vibrare di entusiasmo la sua cuginetta, la mia piccola Viola che ha un solo fratello e così grande che potrebbe esserle padre… avrebbe bisogno di compagni di gioco, la scuola in presenza è tornata solo dopo l’estate, i mesi del primo lockdown sono stati pesanti e le conseguenze su bambini, ragazzini, giovani si vedono già, si vedranno presto in tutta la loro portata… ecco, Viola non avrà un fratellino più piccolo o una sorellina, ma non è più la più piccina della famiglia. La vita continua e cresce, in anni e numeri, volti e sorrisi. E anche solo esserci, essere vivi oggi è motivo di ringraziamento.

Impossibile dimenticare le immagini di marzo, le lacrime di chi ha perso i cari senza neanche poter dare un ultimo saluto… e anche per chi non ha pianto morti in famiglia, a causa della pandemia, sono stati mesi di isolamento, livori, incomprensioni, deliri… è stato un anno duro, strano, che ha portato alla luce la verità su tanti rapporti interpersonali e purificato, chiarito, evidenziato priorità e bisogni. La Pasqua senza messa (o meglio con funzioni celebrate senza il popolo) mi ha insegnato a vivere nel desiderio la comunione spirituale e a cercare di non perdermi una messa da quando sono tornate possibili, sia pure con la mascherina, il distanziamento fisico e nessuna stretta di mano… chi potrà dimenticare la preghiera del Papa da solo in una piazza San Pietro bagnata dalle lacrime del cielo?

Un anno vissuto è un anno di doni e lezioni, di prove, di gioia e spaventi, di lacrime e speranza, un anno di vita. E mi rifiuto di maledire un anno di vita, per quanto possa essere stato difficile. In ogni caso il 2020 non batte certo in tristezza, per me, il 2017, l’anno del primo infarto di mio padre, l’anno del fattaccio – che non racconto qui – accaduto mentre babbo era ancora in terapia intensiva, l’anno del ricovero al Meyer di Viola… o il 2018, l’anno in cui mio padre è morto, l’anno in cui ho chiuso il negozio, l’anno in cui ho affogato il dolore in gorghi devastanti… anni che pure, nel male che li ha segnati, sono stati fonte di cambiamenti importanti, passaggi di vita. I soli anni che vorrei dimenticare o recuperare in qualche modo (illusorie entrambe le cose, cancellare o rivivere da principio sperando di cambiare il passato) sono quelli che non ho vissuto davvero, quelli in cui esistevo, sì, ma sopravvivevo appena. Degli anni vissuti, invece, non se ne butta via nessuno, mai.

Non voglio cancellare l’anno in cui ho incontrato per la prima volta Matteo e riabbracciata Roberta!

Non voglio cancellare l’anno in cui ho ripreso a dipingere, anche se devo esercitarmi molto per sperare di ritrovar la mano…

Non voglio dimenticare l’anno in cui, dopo due anni puliti, senza un solo tiro, convinta di aver smesso definitivamente col fumo (mentre per una trentina d’anni neanche avevo provato a smettere, persino in gravidanza avevo solo ridotto), sono ricaduta o scivolata… insomma ho fatto più di un tiro, col sigaro e coi sigarini e anche qualche sigaretta (anche se non mi piacciono più le sigarette, i sigari sì, mi ricordano il babbo, ma sarà bene ricordarlo e onorarlo in modi più sani e profumati), poi smesso di nuovo per quattro mesi, poi ci sono ricascata e ora non lo so… spero di essermi liberata davvero, ma ho imparato (forse!) a vivere la faccenda un giorno alla volta, senza i proclami assoluti e ingannevoli del mai più o per sempre. Ogni per sempre è fatto di un giorno alla volta. Ogni vita è fatta di un anno alla volta. Per questo anno che se ne va, grazie!

Te Deum

Te Deum laudamus: te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem, omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:
“Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae.”
Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari.
Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quemadmodum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.

Luglio rovente, ma di sera anche dolce

Luna piena, l’otto luglio, rossa al suo levarsi da dietro i tetti dei palazzi che in parte chiudono la vista sulle luci della mia città, 

magnetica e incantatrice anche dietro un velo di nuvole, custode silenziosa di speranze e segreti …

e mentre si aspettava la venuta al mondo del fratellino di Franci, giochi e coccole in casa in una domenica bollente con la mia piccola immensa gioia: “Mamma, proviamo a far le faccine strane?” 

e ancora spiazzata da Viola che prendeva nella sua manina il Crocifisso che porto al collo da un paio d’anni, dalla mia tardiva Cresima e mi chiedeva “ma chi è questo signore che tieni vicino al cuore?”

“Il Signore…”
e una balbettante spiegazione di quel che non so come raccontare a una quattrenne…
E un’amica a trovarmi in negozio in una mattinata di smarrimento,

poi la voglia di fare un dolce freddo per invitare a cena chi mi sta salvando la vita. E forse salvando in senso più alto.


Cheesecake con cioccolato per il mio padre spirituale, gourmet anche se costretto a non essere gourmand… deve tenere sotto controllo la glicemia per la salute, ma l’occasione valeva uno strappo alla regola, visto che con qualche equilibrismo s’era trovata una sera in cui era libera anche Anna!
E Anna ci ha fatto le foto mentre Viola si divertiva   

14 luglio 2017 don Fulvio e il cheesecake

14 luglio 2017 don Fulvio Viola e cheesecake

 (anche se non ha voluto assaggiare il dolce preparato insieme)
13 luglio uno specchio di cioccolato

13 luglio 2017 Viola mescola

“I dritti e la torta”
by Fulvio Capitani

Un 14 Luglio dolce e brillante (nel senso che la notte poi ero brilla, dopo aver seccato il Prosecco portato da don Fulvio!)
Intanto, il 13 luglio, Carmela ha dato alla luce il piccolo Andrea. 

E siamo stati a vederlo appena tornato a casa, sabato 15, con Sandro e Viola (che si è divertita con l’amico suo, Franci)

Pensavo fosse già abbastanza per sentire gratitudine e combattere i cattivi pensieri e le paure…. poi, ier sera, don Fulvio mi ha dedicato una canzone e mi sono commossa fino alle lacrime.

… è come nei sogni, è come nelle avventure
ma il principe azzurro stavolta forse non viene
e contro i pirati dovrai lottare davvero!
Ma ormai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare.
Ti potranno insultare, minacciare, in fondo è il loro mestiere
(…) per questo si allenano davanti allo specchio
quasi tutte le sere….
lo fanno per cercare di vincere le 
loro stesse paure.
Ormai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare,
ma è proprio questo il tuo vantaggio
e non ci rinunciare!

    GRAZIE

 

 

inserimento

wp_20160913_012all’ingresso della scuola dell’infanzia comunale Gioacchino Rossini.
Da leggere, rileggere e mettere in pratica. E cominciare a vincere qualche ansia.
Il primo giorno di asilo siamo entrate insieme, Viola si è messa subito a disegnare e giocare e l’ho lasciata abbastanza tranquilla (scoppiata a piangere appena fuori, distratta da un caffè con un’altra mamma, ma in fondo felice che la mia bimba si fosse subito ambientata), poi quando sono andata a riprenderla mi hanno riferito che era stata brava, serena, tutto a posto.

15-settembre-2016-viola-primo-giorno-alla-comunale-rossini

Sì, sì… dopo due passi fuori dal cancello si è messa a piangere, correre avanti e indietro, strillare e scalciare. Si stava avvicinando un temporale dopo l’afa opprimente e non sapevo come fare, tra sguardi di disapprovazione di passanti e curiosi e la paura che Viola mi scappasse per strada. Poi l’idea: prendere l’autobus, anche se per il chilometro che separa la Rossini da casa ci si mette più coi mezzi che a piedi! A Viola è piaciuta la novità (ci era salita solo un’altra volta, sul bus, c’era anche il babbo quel giorno e si doveva andare in centro per il matrimonio dello zio Pietro), si è calmata, mi ha dato la mano fino alla fermata, mi ha chiesto di essere presa in braccio solo due volte e siamo rimaste buone buone in attesa del 22… salire e fare il biglietto non è stato semplicissimo, ma era andata. Così credevo. Due fermate tra spintoni, ragazzini urlanti usciti da scuola (primo giorno per tutti, ieri, in Toscana), scossoni e frenate, ma “il bello” è venuto al momento di scendere. Viola non ne voleva sapere e mi è scappata verso l’autista. Una signora tinta di biondo mi ha guardata malissimo, altre persone borbottavano cose come “non li sanno più educare questi bimbi, le mamme di oggi non hanno polso” e nessuno che mi desse una mano o mi lasciasse in pace (delle due l’una: o ti disinteressi o intervieni, troppo comodo giudicare senza muovere un dito davanti a una difficoltà), per fortuna una signora straniera, con scarsa conoscenza della nostra lingua e la pelle molto scura, con il cuore luminoso, ancora non indurito dalla diffidenza imperante tra chi blatera “con tutti ‘sti stranieri…” alla fermata successiva mi ha sorriso e ha fatto in modo – non so come – di aprire un varco tra i ragazzi scatenati, ha chiesto all’autista di aspettare un pochino a richiudere e ripartire e siamo scese. Tornata a casa con Viola abbarbicata, in lacrime…nel pomeriggio avevo una visita medica e venivo da una notte insonne, poi, uscita dallo studio medico, un tramonto incantevole mi ha consolata. 

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E la Luna che danzava tra le nuvole

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e mi rispondeva con luce riflessa, ma non per questo meno gradita, quanto fosse cambiato dal momento della ricaduta. Sono quasi fuori dal tunnel… ce la sto facendo. GRAZIE

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Meglio che la Fiorentina in maglia aranciata che non trova la porta… ieri sera mi ci stavo addormentando.

15-settembre-2016-viola-in-rosso-arancione

Stamattina, con la schiena implorante pietà, avevo già quasi deciso di andare a riprendere Viola col passeggino.
Il diluvio che si è scatenato in mattinata ha eliminato il “quasi”.
Cercata nel caos di casa quasi domato (sto liberando una stanza per farle la cameretta finalmente) e trovata la copertura impermeabile mai utilizzata prima, sono corsa a scuola sotto la pioggia spingendo quel coso vuoto… molto più pesante che con la mia principessa dentro.
Era il peso dell’ansia.
Invece oggi è andata bene, Viola era felice di rivedermi, mi è corsa tra le braccia e si è fatta infilare nella carrozza coperta ridendo e canterellando mentre dal cielo veniva giù di tutto… tra pozzanghere e schizzi, tuoni e suoni di clacson (oggi ero contenta di non avere un’auto, a piedi non trovo mai molto traffico, a parte gli ombrelli e la ressa dei genitori all’entrata/uscita di scuola) si divertiva mentre la spingevo correndo coi capelli bagnati (ho bisogno di un impermeabile vero), lei asciutta e protetta come quando era piccina piccina… 

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Pomeriggio di coccole mentre fuori pioveva ancora, un arcobaleno sbiadito quando ho preso in mano la macchina fotografica (l’unica mia macchina, oltre a quella per il caffè),

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ma colto meglio da un amico

"Arco e baleno" foto di Pelle

“Arco e baleno”
foto di Pelle

e ancora giochi e coccole aspettando il babbo bloccato nel traffico in tilt (strade allagate e lavori infiniti per la tramvia).
Una cena preparata insieme (Viola mi vuole sempre “aiutare”) e finalmente il plenilunio tra le nuvole.

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A casa con gli occhi al cielo

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battiti e respiri

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nel parco non lontano da casa, verso sera…

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scalza, battiti del cuore accordati col respiro e con la musica. Le prime foglie ingiallite che cadono a terra sull’erba verde e profumata e fresca.
In tutto ci sono stata solo tre volte, scoperta tardi questa meravigliosa iniziativa. La prima volta c’era Ashtanga, poi ci sono andata a fine agosto (dopo la gita a Collodi) a godere del vento tra le foglie e dell’energia condivisa in una lezione più vicina al tipo di yoga che praticavo un tempo (Hatha…con finale esilarante e liberatorio)

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e stasera, con la voglia di ritrovare la gioia del movimento in libertà dopo una giornata faticosa. Bella, ma faticosa. Parecchio faticosa.
Dal 26 agosto non ero più tornata a fare yoga alle Cascine, ma oggi c’era “yoga dance” e dovevo davvero provare. Più dello yoga, prima dello yoga, amo la danza … ero davvero curiosa e sentivo il bisogno di stare fuori in libertà, senza correre, senza tener la guardia alta, senza la responsabilità della monella adorabile che comunque deve iniziare a staccarsi un pochino da me (o il 15 quando inizia l’asilo saranno dolori).
Scenografia da sogno (poveri scatti col cellulare, non mi ero portata dietro la macchina fotografica), 

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aria più fresca e pulita anche senza uscire dalla città, grazie agli alberi e …

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la magia di tornare leggera leggera, rilassata e felice come quando ballavo e come quando facevo yoga spesso.

9-settembre-2016-yogdance

Ringrazio la dolcissima, giovane e bella insegnante che ci ha regalato la lezione di oggi, Fab de Florentia (Fabiana Finizio) e la sua storia.
fab-de-florentia

gratitudini

matite coloratequando scrivevo il diario sul quaderno con le pagine di carta, anche prima di esser travolta dall’impegnativa gioia dell’essere mamma, a volte arrivavo così stanca alla sera che non potevo dedicare molto tempo alle parole su quei fogli ormai sbiaditi, ma per certe notti avevo adottato la semplice e buona abitudine delle “gratitudini”… anche nelle giornate più nere c’era qualcosa per cui essere grata, oltre al fatto di essere viva e respirare e poter camminare.
Non è un periodo tranquillo (ce ne sono mai stati nella mia vita?), a tenere lontano il sonno nonostante la stanchezza ci sono pensieri grossi e problemi spiccioli, a parte l’angoscia per quel che accade intorno a noi. Però nel cuore provo tanta gratitudine per l’amore della mia bimba, i suoi discorsi sempre più elaborati e buffi, la sua altalena di sfide e tenerezza, voglia di far da sola e bisogno di sentirmi sempre vicina; nell’anima sento nuova gratitudine per la luce che respiro dentro; nella mente e su questo diario strano, personale eppure non privato, con aggiornamenti saltuari, voglio appuntare (non fermare, non si ferma il tempo e neanche il ricordo è immobile, si modifica nel vivere ancora) poche grandi gratitudini di questo sabato e di questa domenica ormai andati…
Grazie, Anna, per essermi stata accanto nel giorno del ritiro prima della mia Cresima da adulta (che sarà celebrata sabato prossimo, il 4 luglio in Battistero), accogliendo i miei dubbi e le mie emozioni.

27 con Anna davanti al Duomo

Grazie ancora, Anna, anche per lo yogurt gelato in quel posticino carino vicino al Duomo. Con il dolce fresco in bocca si parla meglio anche di cose un po’ amare…

27 made with loveGrazie alle nuvole e a sorella Luna (e a Venere e Giove sempre più vicini, ora belli brillanti come stelle, anche se non riesco a far loro una foto. E anche questa con il nostro satellite non è il massimo, era ancora molto chiara  la Luna crescente nel cielo del pomeriggio, però mi piaceva la sua posizione apparente sopra le nuvole).

28 luna ancora chiaraE ancora grazie a Viola, birbona e scatenata, che mi riempie gli occhi di sonno e le gambe di lividi e il cuore e la mente di una felicità prima neanche sognata

28 Viola bellaE grazie a Sandro, sempre. Gratitudine implicita qui, cercando di esprimerla a voce nuda e nella vita nostra… però un paio di “grazie” esplicitamente per il babbo di Viola che stando con lei mi ha consentito di andare al ritiro e per lo sposo che mi lascia libera di fare un cammino che non sempre accetta, ma forse capisce. Eri un amico, sei presto diventato il mio sposo, sei il babbo di questa meraviglia che si tuffa verso l’obiettivo e che stasera proprio non voleva far la nanna. La passeggiata dopocena per farle scaricare un po’ le pile con la palla in piazzetta, tra altri bimbi e genitori in cerca di un filo d’aria in questo picco di estate nella conca… è stata anche una bella uscita per noi due. Essere coppia con una bimba piccina non è sempre facile, non essere solo i genitori di Viola e restare amanti e complici e confidenti è una sfida, non è scontato. Grazie

Quarantaquattro anni, in fila per sei col resto di due

Anche se per le candeline sulla torta me ne sono stati addebitati solo quattro.

22 Aprile 2015 CateViolaSandroLodo

Grazie a babbo Lodovico e a mamma Maria Grazia che hanno scelto di mettermi al mondo. Grazie a chi mi ha fatta crescere, gioire, soffrire, imparare a camminare, ballare, cantare, parlare, piangere, lottare…
Grazie a chi mi ha salvato la vita quando l’ho fuggita maldestramente… forse chiedevo solo “aiuto”.
Grazie a chi ha fatto un pezzetto di strada con me.

Grazie a chi mi ha sbattuto porte in faccia insegnandomi che il mondo non va come voglio io…
Grazie a chi mi ha fatto assaggiare la violenza e il male, per cercare il bene. E capire un pochino chi subisce violenza e ingiustizie.

Grazie a Chi mi ha chiamata alla vita e continua a darmi fiato, forse devo ancora dare qualcosa a questo mondo…
Grazie a chi mi ama ogni giorno.
Grazie a chi mi chiama “mamma” e mi ruba il cuore. E il sonno. E il computer.

Sono contenta di invecchiare, perché l’alternativa non mi garbava… morire giovani è una cosa che può attrarre da ragazzini, poi passa.
Grazie a tutti per gli auguri che dalla mezzanotte mi stanno facendo emozionare, alcuni fanno il solletico, altri sono come un abbraccio…

22 Aprile 2015 Viola in sms

Grazie per i fiori e i regali e le parole, anche se il regalo più dolce è stato di due parole sole: Viola quando ha visto la torta in tavola, nella cucina dei miei, mi ha guardata e ha cinguettato “Auguri, mamma!” (mentre ancora stamattina sosteneva fosse il suo compleanno, tanto per cambiare… ogni festa è la sua)

Eduard e Viola

A lei, che è il mio regalo più bello, auguro di non perdere mai la sua voglia di giocare, vivere, crescere

Viola in altalena

Beati i bambini, che non guardano al colore della pelle, non chiedono i documenti o dove sei nato e da chi, ma solo se hai voglia di giocare insieme… che tu venga dall’Egitto come Hany

20 aprile 2015 Viola e Hany

o dalla Romania, come Eduard

Viola e Eduard

In tutta questa gioia (messo tra parentesi, almeno per un giorno, il mondo che no, non va come vorrei io), mi manca chi non c’è. Primo compleanno senza gli auguri di nonna Gabriella, ma la sento vicina, anzi… è dentro di me

da piccina tra nonno Giuliano e nonna Gabriella