Lupo blu, pecora rossa… ho parlato con la mia ombra

Solo una delle più semplici dimostrazioni di come vediamo le cose per come le vediamo e non per come sono indipendentemente dal nostro sguardo e da come il cervello interpreti quel che arriva dagli occhi. Al Museo delle illusioni ci è stato possibile abitare in un disegno,

Staccarci dalla nostra ombra

camminare sul soffitto o danzare sulle pareti…

Illusione presto svelata:

Pensare che mi sento sempre tanto piccina accanto a Sandro e a Viola che cresce…

Un volto, ma se ti avvicini….

Da vicino o da lontano cambiano molte cose…

Cambiano anche le stagioni a seconda dell’angolo di visuale.

La visita è stata divertente

prima di entrare, però, un paio d’ore di coda. Un po’ faticosa per Viola, ma mentre eravamo in fila abbiamo scambiato parole con altri aspiranti visitatori, giocato e guardato in alto.
Bella la mia Firenze, sempre, anche negli angoli e nei ritagli di cielo

Firenze mia (3)

Da dove mi sono sposata la prima volta…

(e dove sono tornata con chi ho sposato per la seconda volta senza esserci mai separati)

ai luoghi di momenti che tengo in cuore

per il bene che ne è venuto, come da certe ore di preghiera senza parole e troppe lacrime…

per il male che non si deve dimenticare

perché le vittime innocenti non siano scordate.

E poi tanti passi,

di ponte in ponte,

mentre il cielo inondava di luce il fiume

e mi sembrava davvero sabato. 

Oggi, Domenica di Pentecoste, in chiesa, non più chiusi in casa, ma “a casa”, a San Jacopino,

mentre in casa l’orchidea continua a fiorire

 

Firenze mia (2)

…quanto mi eri mancata!  E già penso alla prossima giratina, dopo questa della vigilia di Pentecoste.

Con sosta in Duomo,

dove la mattina era stata finalmente celebrata la messa crismale ‘sospesa’ per il covid (quella del giovedì santo mattina),

( e qualcuno a me molto caro non aveva potuto partecipare – per gravi motivi di salute – per la prima volta in vita sua…  )

a cercare pace

a trovare luce e perdono

GRAZIE

… e quindi uscimmo a rivedere le nuvole candide lassù

Firenze mia (1)


… quanto mi eri mancata!

Vivere a Firenze e non viverti… 

 

Mesi di distacco dal cuore della mia città. Ieri mi è bastato un sabato pomeriggio, con la bimba affidata al suo babbo, per tornare a respirare i luoghi del mio cuore. Vie e piazze che i piedi sanno a memoria, anche se gli occhi non ne hanno mai abbastanza.

Insolito ‘deserto’ – non il vuoto del vero lockdown, ma per essere un sabato pomeriggio di primavera… 

Ogni passo un battito del cuore ritrovato, anche grazie a un artista di strada improvvisato

a dare ritmo terrestre mentre la testa si perdeva…

perché a Firenze come alzi lo sguardo ti prende la sindrome di Stendhal