fiocchi fitti nella notte e risveglio imbiancato.
Il primo per Viola,
che non ha memoria della neve nei giorni della sua venuta al mondo…
“usciamo, usciamo… voglio andare a fare un pupazzo di neve e a tirar palle di neve…”
mentre ci si preparava a turni… un bagno per quattro… ancora sguardi e foto dalle finestre: lato strada e chiesa,
lato cortile e vista su Firenze e San Miniato al Monte velata dalla nevicata ancora in corso.
Il tempo di mettere un cartello in vetrina per non tener proprio sbarrato il negozio (bandone tirato su all’ora di apertura e luci accese ancora… se non passa nessuno a piedi magari chiudo davvero prima e vado a casa presto, oggi)
e prime pallate di neve per via, raccogliendo le munizioni dalle automobili ricoperte di soffice bianco…
a rincorrerci facendo attenzione a non cadere in mezzo alla strada scivolando sul ghiaccio
per poi scatenarci in piazzetta,
dove il prato e il cemento e le differenze coi giardini seri
…tutto era confuso, cancellato, coperto dalla candida sorella che porta magie e risate a tutti i bambini,
anche a quelli cresciuti o solo invecchiati senza diventare adulti
Grazie, grazie, grazie… questa spruzzata di candore è scesa dal cielo a lenire cicatrici che bruciano ancora troppo.
E sembra una pagina bianca per provare a scrivere un capitolo nuovo di una storia soltanto interrotta…