Umidità, umori, umiltà, umanità… humus…
Lunedì volevo correre, di nuovo. Le gambe mi hanno detto di no.
La bellezza del parco in ottobre mi ha consolata.
All’inizio avevo anche provato a sforzarmi, ma sentivo male e, dopo un piccolo momento di rabbia con me stessa, mi sono goduta la lunga passeggiata senza far più tentativi oltre i limiti. Lunedì dovevo solo recuperare e rallentare.
Non è precisamente questa l’umiltà, lo so, ma un po’ anche imparare la pazienza con i limiti temporanei o strutturali del corpo mi ricorda che di terra siamo fatti e alla terra torneremo, polvere impastata di Spirito…
respiro di vita che rende fertile l’humus
Ancora danza di foglie gialle dai rami e uno sproposito di funghi ovunque,
ma a parte alcuni che dicevano chiaro e tondo
“non mi toccare neanche, chi mi assaggia muore”
non so distinguere quelli buoni da quelli velenosi e non avrei saputo dove metterli…
colti con le foto e respirati i profumi dell’autunno con gratitudine. Davvero, dal profondo del cuore… GRAZIE
Ieri tornata a correre, invogliata dai colori del primo mattino, alba nuvolosa e raggi di arancio e d’oro tra nuvole viola…
Grazie per il silenzio sospeso quando il cielo si è fatto scuro,
per la pioggia fine e dolce che mi ha colta per via,
e per il momento di incertezza in cui ho pensato di rinunciare…
sotto quelle nuvole cariche d’acqua mi sentivo così piccola! GRAZIE
E per la voglia di provarci lo stesso. Un passo dopo l’altro, veloce e leggera sopra un tappeto di foglie gialle bagnate…
non era un temporale come l’altra volta, solo pioggia a volte più forte a volte appena percettibile in movimento. Un’ora di puro incanto e… senza pensarci, il miglior ritmo medio! Il bello è che dopo la corsa ero meno stanca di quando ero uscita. GRAZIE
Ero contenta della bella corsa, della bellezza intorno a me e dei sorrisi scambiati con altre persone che si allenavano: una ragazza che incontro spesso, un signore anziano, una donna con qualche chilo di troppo che cammina con costanza a ritmo sostenuto… eravamo in pochi, quando piove e il parco è quasi deserto di umani, tra i pochi che si riconoscono scatta qualcosa che sarebbe naturale eppure non sperimento spesso nelle vie cittadine… un sentimento di fraternità, più o meno.
Prima di rientrare, mi sono fermata ammirata a contemplare la scia umida argentata di una lenta, paziente, pura lumaca. Né buona né cattiva, solo viva, pura vita senza pensieri…
e l’umore?
Anche nel senso della disposizione d’animo, quando i liquidi dentro e fuori giocano bene insieme, non può che migliorare