No, non siamo stati in Cina.
Dopo tanto camminare, alla fine della serata tra Bouillon Chartier, Opéra e Place Vendôme,
lo sposo si rifutava di scarpinare ancora e, per tornare in albergo, ci si era concessi un taxi (ulteriore giro turistico, assai più comodo e meno costoso del previsto, attraverso le luci di Paris le soir), guidato da un tassista portoghese innamorato dell’Italia e avvelenato contro i cinesi: appena scoperto che si veniva da Firenze, si è lanciato in un elogio della manualità italiana, non senza essersi schioccato un bacio sulle dita della mano destra chiuse a becco di pappagallo. Ce l’aveva a morte con i cinesi, colpevoli a suo dire di copiare i più alti frutti dell’artigianato italiano (“gli italiani, i migliori costruttori di strumenti musicali… amo le fisarmoniche di Castelfidardo! Non dovete permettere che si perda una tradizione unica al mondo! Faites attention aux chinois! Fate attenzione ai cinesi!!!”).
Il giorno dopo, al termine della splendida passeggiata tra giardini fioriti, piazze popolate di persone vive (coppiette che si baciavano, nonni che giocavano con i nipotini, pensionati a fumare in pace, studenti a ripassare lezioni…), acquisto di ballerine dal cinese, la meravigliosa Tour Saint-Jacques (e il giardino intorno),
lo strano incontro di moderno e storia tra il Forum des Halles (le ventre de Paris)
e la bellissima chiesa di Saint-Eustache (gotico fiammeggiante),
con davanti Écoute, scultura dell’artista francese Henri de Miller che a lungo mi ha chiamata a sentirmi (di questo dicevo altrove, “qui” … forse più avanti),
la promenade delle Tuileries (con i voli di gabbiani tra statue, fiori e nuvole rapide in cielo)
e la parte bella, alberata e piacevole della maestosa Avenue des Champs-Élysées
(poi, dal Rond-Point diventa una versione in grande delle vie più commerciali di ogni città, davvero poco affascinante per me… prima delusione nell’incanto della Ville Lumière), non senza restare a bocca spalancata e occhi sgranati davanti all’enorme Place de la Concorde,
(e infatti , per dare più fiato al fiato, ero tornata indietro a ritrarre in foto la pittrice che la ritraeva tra le foglie rosse, con la Tour Eiffel nello sfondo)
il percorso fino a Place Charles-de-Gaulle e all’Arc de Triomphe de l’Étoile si presentava così
con altra stella a decorare altre bandiere
[à Paris, 6]