Petali e colori, qualche goccia di bellezza per via, traboccante sui marciapiedi o spiata dalle inferriate di giardini e cortili. Tra un acquazzone e l’altro, a moltiplicare il sollievo.
Un giovedì della prima settimana di vero caldo a Firenze, dopo un incontro difficile, invece di tornare a casa per il pranzo, mi sono regalata una passeggiata nei luoghi della mia memoria personale in strade ricche di storia e memoria più ampia. A piedi fino a piazza San Marco e poi via della Colonna, passando davanti al Miche…
e poi il Tempio sotto il sole, non di sera o verso il tramonto come nelle serate del Balagan.
Nella luce abbagliante, un invito al sogno…
e dai sogni più eterei a desideri più terreni, con il menu sulla lavagna
Con lo sposo ero stata a cena nel bel ristorante Ba’Ghetto, rivederlo di giorno è stato quasi straniante dopo tanti mesi senza uscite, anche se non si è ripetuto il lockdown dei primi mesi di pandemia… speriamo di tornarci presto, ci si mangia bene, ci si sta d’incanto.
I vini, ricordo con piacere un bel rosso, il corposo Merlot di casa Gamla, alla prossima cena. Per un pranzo d’estate, ottimo tabulè con verdure fresche e menta
e una visciolata estiva deliziosa.
E passi lenti in un silenzio irreale, davanti a Sant’Ambrogio
Un Clet all’angolo,
le rose in un giardino
spiato dall’inferriata
in via della Colonna.
La Cupola del Brunelleschi da piazza della Santissima Annunziata.
Giovedì 17 si festeggia la riapertura al pubblico della Sinagoga e del museo ebraico di Firenze. Dalle 17 sarà possibile visitare, su prenotazione, la Camera Immersiva (testi di Laura Forti). Dalle 19 ci si potrà deliziare con assaggi di cucina kosher, aperitivo sostanzioso, cena leggera, a cura di Ba’ Ghetto Restaurant e poi la musica trascinante della Balagan Café Orkestar diretta da Enrico Fink. Mi perderò la serata inaugurale per un altro impegno, legato ai miei doveri e piaceri di mamma, ma invito chi non ha fatto ancora esperienza del Balagan a scoprire il modo più fresco e divertente di vivere serate estive nutrienti per il cuore e la mente nel centro di Firenze.
Scogli e mirto, nuvole e pini, fulmini e stelle, eucalipto e pitosforo, vele e fichi d’India, gigli di mare… amo l’isola d’Elba.
E da quest’agosto credo l’ami anche la mia bimba.
Viola, dopo dieci giorni nella mia isola che c’è, non voleva più tornare a casa.
Lei, che l’estate scorsa non scendeva dal telo di spugna (passando dieci giorni sotto l’ombrellone), stavolta ha pianto solo un minuto il primo giorno per la sabbia, poi ci si è tuffata…
tra castelli di sabbia e corse in acqua, con bevuta di mare e cadute, ginocchia sbucciate, risate tra le onde, ormai è un’elbana di cuore.
Non potrà mai accontentarsi di meno che di questo mare colorato, abbracciato dalle scogliere, tutto curve e scorci, insenature e sorprese.
Dove a volte sembra tutto un sogno sfumato… specie se la lente è bagnata da uno schizzo di mare
Dove ogni curva di scogli sotto le nuvole mi riporta all’estate infinita di quando ero bambina, quando il tempo non volava via…
Il tempo è sabbia che scorre tra le dita di una bimba che gioca…e ora quella bimba è la mia piccina.
Scesi dalla nave a Piombino ha sussurrato “e ora il mare va via e non torna più?”
Ci torneremo, certo che torneremo dove si prendono le stelle tra nuvole e pini, vele e scogli
Il Papavero è un bambino che gioca spensierato. È un’anima libera al vento. È il sogno, la perdizione, l’oblio… adesso mi affaccio sui prati e non ci sono più. Il Papavero era la mia stagione preferita. Un regalo per i miei pensieri… tutti i giorni perché semplicemente, ebbene sì! SEMPLICEMENTE ovunque. Sui bordi della strada e negli angoli incolti. Dolci carezze di una fata volata via… baci… melodie. Mi mancano. …anche sui mucchi di calcinacci abbandonati. I papaveri. Una piccola speranza di colore quando tutto è nero. Alcuni giorni fa sono arrivato a paragonare questi fiori come mano di Dio
Adriano Locci
Papaveri in dono dal Mago della luce, Adriano… grazie!
Amo i fiori in foto, vivi e belli come nessun fiore reciso.
Come la rosa bianca che mi ha inviato un altro amico, lontano solo nello spazio, sabato scorso prima della Cresima.
Come gli alberi nei giardini troppo assolati dove gioca la mia Viola nata d’inverno,
pelle chiara troppo presto arrossata dal fuoco della nostra stella, pelle chiara come quella del suo babbo
ma così felice tra scivolo e altalena…
Gratitudini in silenzio alla fine di una lunga domenica d’estate piena
anche se lo so soltanto da pochi giorni, sono in attesa inattesa da sette settimane. Me l’hanno detto oggi, 7.7.2012.
Ore di attesa per il “Libretto della gravidanza” (con tutti gli esami che il protocollo regionale prevede e passa gratuitamente), stanchezza nel caldo, ma un’ondata di gioia inattesa che moltiplica le forze. E poi, a parte la calca e gli odori spiacevoli sul bus affollato, era un pezzetto che non mi gustavo la bellezza di Firenze.
E tanto tempo davvero che non tornavo dentro lo Spedale degli Innocenti…
tante uscite dalla sala d’aspetto per prendere un po’ d’aria nei cortili
e scordare mille paure camminando con lo sposo da piazza San Marco al Duomo nella via de’ Martelli liberata dal traffico, alzare gli occhi e restare a bocca aperta per uno spicchio di Battistero e una nuvola felice
p.s. ancora commossa per il dono inatteso, arrivato giovedì, due giorni dopo la scoperta condivisa, da un’amica che sa quanto desiderassi questo imprevisto
Nuovo p.s.
non mi tornavano i conti, infatti se le settimane si contano dalla UM (anche se – evidentemente – nelle prime due, per me forse anche tre, settimane dall’ultima rossa non ero incinta), sono nella nona. E allora tornerebbe la DPP del 16.02.2013 (prima di marzo, secondo me, difficile che esca). E dalla prossima settimana … sarò al terzo mese!
a passi svelti nella sera, che veniva afosa quanto la giornata, eravamo anche un po’ in ritardo per lo spettacolo, ma dovevo fermarmi per … lei
e poi via di corsa dentro San Salvi. Ne avevo letto tanto, ma fisicamente non c’ero mai stata dentro e non immaginavo fosse così grande… che camminata!
Per fortuna non eravamo i soli in ritardo, c’era il pienone per l’evento:
[Martedì 26 giugno presso San Salvi Città Aperta
Settima edizione della manifestazione Raksa Khayriyadi Firenze.
Serata per raccogliere fondi destinati al canile e gattile di Sesto Fiorentino. DANZA ARABA E NON SOLO con Ivana Caffaratti, Gaia Scuderi, Elisa Leveraro, il gruppo Profumo d’Oriente, Francesca del Carmen, Evelina Mattucci, Martina Filippi e il gruppo di tribal fusion, Duccio Rangoni al pianoforte, Enzo Laurenti alle percussioni e tanti altri artisti e volontari.
Organizzazione di Claudio Ascoli per Chille de la balanza ]
non c’era più un posto libero… ci siamo messi in fondo e vedevo a stento. Per fare qualche foto mi sono seduta in collo allo sposo…
ma la magia della danza, quella musica ipnotica e le splendide ballerine… facevano davvero immaginare profumo d’oriente.
Al termine di ogni esibizione, agli applausi dei bipedi si sommava l’abbaiare festoso dei cani presenti, forse molto soddisfatti del successo di un’iniziativa a favore dei loro fratellini meno fortunati…
Le stelle sopra i nostri passi, la Luna al primo quarto davanti agli occhi e dietro le foglie degli alberi nel parco… siamo usciti diversi dalla città un tempo luogo di reclusione e dolore fondo.
Dove c’era una volta il manicomio ora si suona e canta e incontra…