Gravi-danza

a danza  velo viola

e anche in questo insperato nono mese (davvero temevo di non arrivarci, ma ci siamo), ancora qualche ora di danza in palestra…

con il velo viola a nascondere a volte

a danza in palestra col velo

o a sottolineare la pancia

una panciona enorme, già più bassa, come notava un’amica. E infatti oggi, durante l’eco di secondo livello richiesta dalla dottoressa del Palagi per controllare la crescita di Viola, l’ecografista faticava a misurare la testa, ormai molto in basso (solo martedì, alla visita fissata prima di Natale, la ginecologa riusciva a vedere la faccia, oggi era scesa troppo giù per prendere un’immagine del profilo).
Viola è vicina vicina all’uscita, inizia a stare stretta qui dentro, tutta raggomitolata, si dimena come può e preme sempre di più… però vorrei tenermela in pancia ancora un pochino, deve prendere qualche etto ancora almeno, pesa poco più di due chili, risulta piccina rispetto alla media, anche se la sua crescita è armonica e lei sta bene, come sento ogni volta che si muove, di giorno e di notte.
Oggi stavo persino per darle “la colpa” della scombussolamento avvertito nel pomeriggio, prima di rendermi conto che si trattava di una scossa di terremoto, quella che abbiamo sentito forte in tanti (a Firenze, al quinto piano, difficile aver dubbi sulla natura di quel trambusto con la piantana che oscillava e … lì per lì, però, credevo di esser così stanca da sentire troppo la mia piccola Viola scatenata!).

Se si deve ballare, preferisco ballare con la musica.

(la macchina fotografica, portata a lezione per salvarmi qualche ricordo delle ore di gioia e leggerezza nel magico viaggio verso una nuova vita, mi era rimasta accesa in modalità filmato e … un frammento colto dal fondo della sala! Ora, la ripresa da dietro non rende, ovviamente, la danza del ventre che è frontale e la maestra ci stava appena spiegando una camminata col velo, non era un saggio, soltanto un pezzettino di lezione. Ma una briciola di danza anche qui…)

E intanto si è presa anche la cassettiera con fasciatoio, per ora appoggiata in corridoio…

25 cassettiera con fasciatoio  in corridoiouna cassettiera di legno, con fasciatoio sopra e vaschetta per il bagno dentro, presa con un forte sconto, perché quella scelta nella “lista nascita” (ma nessuno ce l’aveva ancora regalata e la volevo già per iniziare a mettere a posto tutine, magliettine, pannolini…) non c’era e ci hanno offerto di prendere quella in esposizione, un po’ rotta in un angolo interno e da pulire. Mi sarei messa a pulire, comunque, anche una cassettiera appena uscita dalle scatole di imballaggio 😉

Senza fretta, ma che sia tutto pronto o quasi, quando lei vorrà venire al mondo

un incontro

Quando Viola sarà nata, dal rientro a casa al suo primo anno di vita almeno, per un’ora alla settimana, ogni martedì mattina, sarà anche nello sguardo attento di una bella persona conosciuta meglio oggi pomeriggio.

Mi aveva accennato qualcosa la maestra di danza del ventre, appena saputo che ero in attesa: una sua allieva, da noi già ammirata in una serata danzante, lavora come psicologa infantile e si sta specializzando per diventare psicoterapeuta. Per i suoi studi aveva bisogno di conoscere una futura mamma disposta ad accoglierla in casa per consentirle di vedere come cresce un neonato nel suo ambiente di vita reale, non sui libri di testo e nelle tabelle teoriche.
Ricordavo Laura come una splendida giovane donna e deliziosa odalisca,

anche per questo (e per la fiducia nei confronti di Luisa, la maestra di danza araba che ha curato più di tante medicine i nodi del mio ventre), nessuna esitazione a fissare un incontro quando si è rivolta a me. E poi è la prima volta che una psicologa mi chiede aiuto e dice di aver bisogno di me, in passato è successo l’inverso…
Laura sembrava preoccupata di dover sciogliere dubbi o dissipare timori e perplessità, ma l’unico dubbio per me era di ordine pratico: fissare già da ora un incontro settimanale per un anno almeno e sentirmi “in obbligo”… ma no, nessuna rigidità. In caso di impegni imprevisti, visite mediche, una vacanza, un viaggio, un lavoro fuori casa (e magari!) si potrà cambiare giorno, orario o anche saltare un incontro. Evito di prendere impegni se solo sospetto di non poterli rispettare, questo era l’unico timore.
Mi piace molto, invece, l’idea che chi dovrà prendersi cura di piccoli vivi e veri faccia esperienza diretta di una piccola persona che vive e cresce davvero.
E se un anno di osservazione è il minimo e per la nostra specializzanda sarebbe meraviglioso continuare anche per il secondo anno o ancora più a lungo, perché no? Salvo imprevisti, ovviamente.

Oggi, intanto, mi ha fatto piacere conoscere meglio una persona che mi era piaciuta d’istinto a suo tempo, conferma che la prima impressione raramente inganna. E non conta poi molto il contesto o il momentaneo ruolo… la sensibilità e la grazia di mente e cuore si erano già rivelate nello sguardo luminoso e sorridente con cui danzava e oggi le ho sentite di nuovo nelle parole scelte di chi ha studiato e ama quel che ha scelto come professione.
E poi mi ha fatto bene ripercorrere in sua presenza e con lo sposo i mesi dell’attesa dalla scoperta inattesa a questo momento, ora che si avvicina il parto, la fine di un viaggio che sarà solo una nuova partenza, l’inizio della nostra vita con una nuova presenza, ben presente già, ma per ora solo attraverso la mia pancia, suo mare e sua nave verso il mondo.
Sì, mi ha fatto piacere e mi ha fatto molto bene poter parlare liberamente di quel che ci aspetta e dare forma e voce a speranze e paure per quel che sta per arrivare… mentre chi sta per venire alla luce, e che aspettiamo, già c’è e si muove e si manifesta, ma senza una sua voce.

***

In mattinata era arrivato un regalo per Viola da parte mia: avevo ordinato on line un cappellino di lana e cotone per neonata.

Una piccola follia, un lusso per le mie tasche, ma almeno una cosina di Petit Bateau gliela dovevo prendere. E se la taglia zero sarà portata poco… au diable il “buon senso”! Le prime ore, i primi giorni della mia piccina saranno preziosi e unici, come unico e prezioso è ogni momento che vivo già con lei in questa pancia animata che mi mancherà…

aspettando Viola

et chaque meuble se souvient,
dans cette chambre sans berceau,
des éclats des vieilles tempêtes…

non la potrò più cantare con le lacrime in punta di ciglia…

ora la culla c’è

e metterla accanto al nostro lettone ci ha resi consapevoli di come cambieranno le nostre notti e i nostri prossimi mesi più che la pancia crescente.

Viola è piccina e timida, giovedì mattina non siamo riusciti a vedere il profilo della sua testolina, si è girata di spalle, si metteva le mani davanti al viso… in compenso ci ha regalato uno sbadiglio in diretta (“oh, a quest’ora mamma mi lascia dormire, in genere… che casino c’è stamattina?”). Cuore, cervello, reni, vescica, gambe, piedini scalcianti… tutto perfetto, a cominciare dalla colonna in bella mostra

Ancora una volta avevo affidato timori e speranze alla Luna… dal momento che avevo rifiutato ogni altro test diagnostico prenatale, l’ecografia morfologica era delicata e importante. E a veder la sua sorellina in anteprima è venuto anche Manu, che si è emozionato tanto e non ha trattenuto un grido di gioia e desiderio: “Non vedo l’ora che nasca!”

è troppo piccola, ancora, dovrà stare qui dentro almeno qualche mese, intanto ringrazio la Luna, che in queste sere si alza tardi e si lascia corteggiare da Giove sopra i tetti di Firenze.

A Viola piace stare a gambe incrociate, come per me è stato bello ricominciare yoga… e riabbracciare la maestra e le amiche.
A Viola piace fare capriole e muoversi quando ascolto musica, credo abbia gradito anche il mio ritorno al corso di danza del ventre: meravigliosa la danza della panza con la panza… prima della lezione la maestra mi ha donato il suo pezzo di stoffa per la copertina,

una stoffa danzante e un augurio magico…


Il mattino dopo è arrivata la scatola “pasticciona” della cara Nella

con il suo capolavoro di fantasia

e un biglietto commovente, con parole troppo buone nei miei confronti… parole che tengo per me, come la lettera di Corina che ha spedito la sua stoffa da Taranto

e ci ha mandato anche la prima bambola per la nostra piccolina.

Giorni senza un attimo di calma, overdose di emozioni, felicità e paure (meno che nei primi mesi, nuove, diverse, colorate di speranza, insieme).

Ci si meritava una serata fiorentina da coppietta innamorata… nella nostra splendida città

a piedi nudi sul palco

e ieri pensavo a Rino e cantavo le nuvole rigonfie di speranza
col cuore ai passi delle onde che danzavano sul mare
a piedi nudi come un sogno di follie venduto all’asta

amo il cielo animato di nuvole e colori cangianti
amo il mare, le onde, passeggiare a piedi nudi sulla riva,
danzare nel blu senza musica umana..
amo ballare e sognare e salvare la mia follia…

e ieri si è ballato scalze, di nuovo.

Il saggio del 24 maggio era piaciuto e ci hanno invitate a esibirci ancora per l’inaugurazione della stagione estiva nella palestra in collina.
Ieri all’aperto, sul palco esterno. Palco… era una pedana di legno un po’ scheggiata, non proprio l’ideale per danzare a piedi nudi. Non ci è stato possibile fare una prova, le sale erano chiuse (giornata festiva, palestra chiusa), non ci si conosceva quasi tra noi, a parte la maestra (allieve di corsi diversi), il sole negli occhi non aiutava, i moscini nivvìso davano noia, le zanzare banchettavano sulle panze ignude… però, come ogni volta che la musica mi porta lontano dai pensieri, è stato bello esserci.

Sandro ci ha filmate come poteva, la ressa davanti rendeva difficile il compito anche al fotografo bravo che ci ha regalato qualche scatto

lo sposo in versione “regista” era in posizione laterale. Ora, la danza del ventre si apprezza frontalmente, in questo video ci ha riprese più che altro di schiena e di fianco … accontentiamoci:

E mi terrò in cuore ogni emozione, come il sorriso che nell’inchino nessuno ha visto…

e la danza

“Danziamo, danziamo,
altrimenti siamo perduti”

ieri troppe emozioni. Solo in mattinata mi sono decisa a cercare una gonna lunga e larga per l’esibizione di danza del ventre (accennavo qui alla mia nuova passione),

non mi sentivo pronta per ballare davanti a sconosciuti, non sono, in effetti, ancora pronta per uno spettacolo, ma, forse, per il saggio con le altre del corso e soprattutto con la maestra a guidarci… un’aspirante odalisca deve saper vincere la paura del pubblico!


Nel giro di poche ore mi sono preparata il “costume” e un trucco come maschera per vincere l’imbarazzo, solo all’ultimo momento trovato un passaggio in auto per la palestra in collina dove si teneva il saggio…

ansia ( e sigarette) in attesa del nostro turno

tensione, tentazione di fuggire… e voglia, però, di sentirmi viva come solo la danza sa farmi sentire.
Appena è partita la musica, scordato ogni affanno

Sandro mi ha filmata, anche se, nell’attesa di una danzatrice in ritardo (una ragazza che si è esibita anche in altre discipline e doveva cambiarsi ogni volta), ha esaurito la scheda di memoria della macchina digitale e ha ripreso solo metà del nostro “spettacolo” (forse avrei dovuto avvisarlo e dirgli di far partire la registrazione solo all’avvio della musica).

Per fortuna c’era anche un’altra persona a girare i video. Il filmato “ufficiale” (almeno tutto intero) è qui