Una domenica tutta per noi, come la prima volta a Parigi, senza orari a parte quello della partita con gli amici del Viola Club Paris… e allora liberi per le vie di Chatelet,
a cercare Saint Eustache
e il testone di Écoute stavolta incarcerato in un cantiere. Pensieri tra parentesi, meno introspezione e più sguardi intorno… per l’ascolto di sé e delle versioni altrui, ci sarà un altro momento.
La giornata del mio onomastico (Santa Caterina) doveva essere di festa, gioia per gli occhi
e … per il palato
passeggiando golosi e curiosi nel Quartier Latin, tra nuvole rapide, squarci di sereno e improvvise acquate. In caso di pioggia o vento forte, nessun rifugio migliore delle chiese, come Saint Germain des Prés finora vista solo da fuori
… con dentro tanti fiori, viola.
Fiori a sfare anche nel giardino della Tour Saint Jacques
con quel coquelicot che svettava rosso
due cuori viola tra i fiori viola… viola pallido, noi stanchi e la partita del pomeriggio sarebbe finita male … ma nel giardino si stava bene. Come si stava bene in place Saint Sulpice,
tra petali che cadevano dai rami e piccioni impiccioni,
bambini nel sole
a giocare sotto gli sguardi tranquilli dei genitori gentili
che ci hanno poi scattato una bella foto
prima che si entrasse a goderci la chiesa saltata la prima volta
e, anche dentro Saint Sulpice, Sant’Anna, la nonna di Gesù, con la Vergine fanciulla… ché le mamme sono anche figlie, non va scordato.
…lasciata con un filo di malinconia quella meraviglia di chiesa, ultimi sguardi, tra foglie e nuvole, a Saint Sulpice
e via col Métro per il supplizio della partita (reso più dolce dalla squisita accoglienza degli Esiliati Viola)