ché so, o meglio intuisco, che un giorno di questi mesi mi resterà un ricordo forse vago, commosso, di tanto amore e grande confusione…
ogni tanto un respiro nella sera, tra una giornata di resistenza all’afa fiorentina e una nottata di vocianti nella via (se anche Viola dorme, come spesso succede almeno fino all’alba, resta difficile riposare qui). E la foto alla Luna, sia pur con le mani tremanti, a volte torna il mio momento per me.
Come la visita a nonna Gabriella, bisnonna commossa e incredula di esserci ancora (quasi 103 anni!).
Un regalo che mi ha fatto lo sposo, babbo orgoglioso della nostra meraviglia che cresce… portarci domenica dalla mia nonna adorata e farle conoscere la bisnipotina che aveva vista ancora piccina piccina picciò.
E poi i primi passi verso lo svezzamento, momento che mi mette un po’ tristezza (allattarla è stata e ancora resta la parte più bella della maternità, anche se col caldo si fanno certe sudate entrambe… e anche se sono molto indebolita) e al tempo stesso mi dicono che mi ridarà un po’ di libertà e tempo per me e forse forze… e lo sposo le ha fatto assaggiare la mela
e la mattina ormai le faccio prendere anche la pera, tra una poppata e l’altra.
E quando riesco, la porto fuori finché il caldo consente e a volte mi stanco e basta, a volte la fatica (ci vorrebbero strade alberate anche per andare e tornare dal giardino non proprio vicino) viene premiata da un suo pisolino all’aria. Almeno Viola si riposa. Prima o poi riposerò anch’io?
Voglio almeno la Luna …