Balacinema e omaggio a Guido Fink

Ieri sera, nel giardino del Tempio, invece del vivace Balagan cui siamo abituati e affezionati, per il particolare periodo dell’anno in cui è sconsigliato un eccesso di allegria e non si può fare musica dal vivo, al posto dei concerti dal ritmo travolgente, un film dedicato a David Grossman (bellissimo e commovente).

David Grossman

Durante il film cellulare in borsa, solo una foto di un momento della videoconferenza con la regista Adi Arbel e il produttore del biografilm, Arik Bernstein.

E, prima, quando ancora non era abbastanza buio per proiettare il film, la presentazione del libro dedicato a Guido Fink nell’anniversario della morte. Enrico Fink ha parlato di suo padre con le curatrici del volume “La doppia porta dei sogni. Scritti di cinema di Guido Fink” (Edizioni Cineteca di Bologna, 2022), Alessandra Calanchi e Paola Cristalli.

Una conversazione coinvolgente.

Nel giardino della sinagoga c’è sempre un po’ d’aria fresca, anche nelle più infuocate giornate della rovente estate fiorentina. GRAZIE

Tenevo molto a esser presente, ma prima di entrare nel giardino della sinagoga, come di rito, un saluto al mio liceo, il caro vecchio Miche

e ai ‘miei posti’ come il giardino di piazza d’Azeglio

Bello riabbracciare Emanuele Bresci, sorridente per la buona notizia sulla sua salute.

Bello gustare le delizie cucinate da Jean-Michel Albert Carasso

e Michele Hagen, in compagnia di Don Fulvio e di Don Leonardo

nel giardino del tempio

Ospiti della comunità ebraica fiorentina, a gustare, per una cena che invitava al viaggio almeno con la fantasia accesa dai sensi, le delizie preparate e raccontate da Jean-Michel Albert Carasso: Shakshuka con uovo, piatto tipico della cucina israeliana tramandato dagli ebrei tunisini, la crema di carote alla spezie e le patate harrà, antipasti di tradizione mediorientale.

Sempre un’emozione trovarsi davanti alla grande Sinagoga di Firenze, specie verso sera.

ieri sera, per il Balagan, finalmente con Sandro, insieme fuori, lasciata la bimba a casa con la nonna… non proprio soli, perché l’evento era interessante e c’erano tante splendide persone, amici ritrovati, presenze care, riconoscimenti a sorpresa… bello!

Nell’ora del tramonto, Muzika Shelanu, intrattenimento a base di musica elettronica e battute di un timido e tenerissimo Tommaso Bianchi.

Poi, dopo un doveroso minuto di silenzio (silenzio vero, senza applausi come invece accadeva altrove almeno prima della pandemia), Enrico Fink ci ha aiutati a sapere qualcosa di più, anche se non tutto si può capire, della situazione non solo di oggi in Afghanistan, nella conversazione con Niccolò Rinaldi, europarlamentare fiorentino, autore di molti libri frutto delle sue esperienze ‘sul campo’, come “Islam, guerra e dintorni – viaggio in Afghanistan” o “Droga di Dio” . Difficile ascoltare senza fremiti di rabbia e pietà, dolore e voglia di far qualcosa per almeno soccorrere chi scappa dall’inferno. La Comunità ebraica infatti è già pronta a ospitare profughi afghani, quella di Firenze anche nella scuola d’infanzia per aiutare i bambini e le mamme GRAZIE

Il Balagan Cafè è però soprattutto incontro di note, sapori e profumi, conoscenza di culture vicine e lontane e musica, vento e musica, brezza fresca in ogni sera d’estate e gioia della musica. Da Israele, Amit Arieli in concerto con Lorenzo Bagnoli e Vincenzo Lo Monaco.

Un assaggio del regalo che ci ha fatto ieri sera Ariel Amit, con Klezmer e dintorni

NOTE NELLA SERA (clicca per vedere e ascoltare)

E giovedì prossimo, l’ultimo appuntamento di questa estate, da non perdere

Giovedì estivi

Un giovedì della prima settimana di vero caldo a Firenze, dopo un incontro difficile, invece di tornare a casa per il pranzo, mi sono regalata una passeggiata nei luoghi della mia memoria personale in strade ricche di storia e memoria più ampia. A piedi fino a piazza San Marco e poi via della Colonna, passando davanti al Miche…

e poi il Tempio sotto il sole, non di sera o verso il tramonto come nelle serate del Balagan.

Nella luce abbagliante, un invito al sogno…

e dai sogni più eterei a desideri più terreni, con il menu sulla lavagna

Con lo sposo ero stata a cena nel bel ristorante Ba’Ghetto, rivederlo di giorno è stato quasi straniante dopo tanti mesi senza uscite, anche se non si è ripetuto il lockdown dei primi mesi di pandemia… speriamo di tornarci presto, ci si mangia bene, ci si sta d’incanto.

I vini, ricordo con piacere un bel rosso, il corposo Merlot di casa Gamla, alla prossima cena. Per un pranzo d’estate, ottimo tabulè con verdure fresche e menta

e una visciolata estiva deliziosa.

E passi lenti in un silenzio irreale, davanti a Sant’Ambrogio

Un Clet all’angolo,

le rose in un giardino

spiato dall’inferriata

in via della Colonna.

La Cupola del Brunelleschi da piazza della Santissima Annunziata.

Giovedì 17 si festeggia la riapertura al pubblico della Sinagoga e del museo ebraico di Firenze. Dalle 17 sarà possibile visitare, su prenotazione, la Camera Immersiva (testi di Laura Forti). Dalle 19 ci si potrà deliziare con assaggi di cucina kosher, aperitivo sostanzioso, cena leggera, a cura di Ba’ Ghetto Restaurant e poi la musica trascinante della Balagan Café Orkestar diretta da Enrico Fink. Mi perderò la serata inaugurale per un altro impegno, legato ai miei doveri e piaceri di mamma, ma invito chi non ha fatto ancora esperienza del Balagan a scoprire il modo più fresco e divertente di vivere serate estive nutrienti per il cuore e la mente nel centro di Firenze.

a cielo aperto

Prima serata post lockdown per il Balagan Cafè, ieri sera, nel giardino della bellissima sinagoga di Firenze, una serata davvero speciale. Che a nutrire il cuore a volte basterebbe il rosa di cui si tinge la facciata del tempio al tramonto… ma in compagnia degli affetti più cari è roba da far scoppiare il cuore e dispiace archiviare persino l’autoscatto di gruppo sfuocato

(almeno il don con mascherina del calcio storico – coi colori di Fiorenza – e un occhio mio – uno solo – sono a fuoco! )

Mentre suonava Lorenzo Bianchi per la novità dell’estate: la Muzika Shelanu, che vuol dire “la nostra musica” (ogni giovedì sera, nella prima ora di apertura del Balagàn, giovani talenti della comunità ebraica di Firenze offriranno un intrattenimento musicale prima dell’inizio degli incontri) ci siamo rifocillati con le prelibatezze della cucina ebraica a cura di Jean-Michel Albert Carasso e Michele Hagen (ier sera JM non c’era, purtroppo per noi e buon per lui finalmente un po’ al mare, ma, a parte l’assenza di cumino nel couscous con i profumi del mediterraneo, Mike è stato all’altezza dello chef in vacanza), dal couscous con verdure ai dadi di ceci e spezie, hummus e melanzane alla marocchina… si viaggia anche con i sapori, cucina e cultura non sono mai separate. E per tetto il cielo, per tende le foglie.

Intensa commozione al ricordo di Daniela Misul e non sembra sia già passato un anno dalla sua morte, forse i lunghi e pesanti mesi di questo tempo sospeso per la pandemia hanno sbalestrato tutto, a partire dalla percezione del tempo, appunto… o forse semplicemente è tale il peso della perdita, per Ugo Caffaz che con lei organizzava i Viaggi della Memoria, per l’amica di infanzia, per i rappresentanti della comunità islamica, per tutti coloro che non possono trattenere le lacrime nel parlarne, anche se devono ricordarne il sorriso, la gioia di vivere, la passione per creare allegria e rapporti veri.. in ogni caso la sua memoria sia benedizione, donna di pace, tessitrice di incontri e conoscenza, anima libera e bella. Grazie!

E infine la meraviglia di musica e memoria, storia e festa, umanità viva nel concerto davvero trascinante in danza di tradizioni ebraica e rom intrecciate, vera festa Romanò Simchà con l’Alexian Group di Santino Spinelli insieme con Enrico Fink e l’Orchestra Multietnica di Arezzo.

La voglia di ballare era difficile da trattenere, infatti ci si muoveva un po’ tutti, anche accampati nel giardino, su panchine con i simboli del distanziamento o su sedie di fortuna, chi muovendo solo il piedino e pure l’altro, chi battendo il tempo con le mani, chi alzandosi e… un paio di vere ballerine almeno le ho notate. Ma ci sono stati momenti anche di riflessione. Se dal dramma nasce arte… è poesia.

Una serata emozionante e indimenticabile, con Sandro, Anna e don Fulvio.

Balagan insolitamente composto

Un’altra sera d’estate nel giardino della sinagoga per godere il fresco offerto dall’unico punto di Firenze dove si respiri anche nella canicola afosa di luglio, per stare in ottima compagnia e, stavolta, per un evento di particolare rilievo all’interno dell’iniziativa estiva del Balagan Cafè: la consegna della Menorah d’oro al direttore degli Uffizi Eike Schmidt, da parte del Bené Berith di Roma.


Accarezzati dalla brezza tra gli alberi del giardino e dalle note del concerto del Quartetto d’archi Amitié, con brani inediti di Federico Consolo*, offerti dall’archivio del Conservatorio Cherubini.

E una cena più ricca del consueto, ma sempre a base di delizie della tradizione gastronomica ebraica presentate, narrate e cucinate da Michele Hagen e dallo chef Jean-Michel Albert Carasso:

Bomboloncini salati ripieni di pappa al pomodoro
Cornetti di sfoglia con spinaci
Pizzette con formaggio (di soia, perché menu bassari/parve) aromatizzato all’erba cipollina con pere e miele
Gravelax di salmone agli agrumi (marinato con pepe rosa e aromi)
Spuma di tonno con caviale di melanzane

Paccheri al sugo di nasello


Salmone grigliato in crosta di sesamo
Pomodori confit al cedro e mentuccia fresca e patate rosolate al rosmarino

Sorbetti di fragola, cocomero, melone o limone

 

Ieri sera riuniti gli affetti speciali del nuovo capitolo della mia vita, i miei ‘custodi’, Anna, la mia madrina, e don Fulvio, con amici nuovi, Patrizia e Sandro (non mio marito, lui era a casa con la nostra bimba). Bella serata… grazie!

A parte noi, sempre un po’ casinisti, non c’era il solito Balagan (alla lettera – me lo ha detto Emanuele Bresci – disordine, catastrofe, scompiglio, caos…), il 4 Luglio clima delle grandi occasioni, alta società, musica raffinata. 

4 luglio 2019 post quartetto d'archi per Eike Schmidt

*Federico Consolo era un promettente violinista, quando dovette interrompere la sua carriera di concertista per una malattia neurologica. Si dedicò quindi all’insegnamento presso il Conservatorio di Firenze, alla composizione (studiò con Liszt), a studi di musicologia particolarmente in ambito ebraico. Il suo “sefer shirei Israel”, libro dei canti d’Israele, è una ricca collezione di trascrizioni della liturgia livornese
(Enrico Fink)

Il sogno del Balagan. Culture contro la paura

Ieri sera si è aperta la settima edizione del Balagan Cafè, la perla preziosa dell’estate fiorentina, l’oasi di freschezza (almeno un filo d’aria persino ieri, nell’afa opprimente della conca, solo nel giardino della sinagoga), sapori, suoni, colori e incontri per fare SHALOM, pace come pienezza di vita, gioia di conoscersi, scambi di culture e profumi… nessuna crisi del settimo anno, nel segno del sogno l’iniziativa della comunità ebraica di Firenze vola alto già dall’inaugurazione.

Per me, anche, l’occasione di ripercorrere a piedi le vie di quando andavo a scuola e sognavo un mondo di scambi, pace, culture in danza… 

 

e magari mi fumavo un cicchino (sì, purtroppo avevo iniziato presto a fumare e ho smesso tardi, ma meglio tardi che mai) tra lo Spedale degli Innocenti

e la finestra sempre aperta di piazza Santissima Annunziata, a proposito di sogni!

E non so dir la commozione davanti al portone del mio vecchio amatissimo liceo…

meglio tornare alla serata del sogno. Con le delizie preparate da Jean-Michel Albert Carasso e Michele Hagen ci si rinfranca subito dopo la strada nell’afosa calura di Firenze (e non oso pensare ai due amici chef che hanno cucinato per ore con queste temperature – non hanno chiamato Lucifero a caso quest’ondata di caldo atroce – per centinaia di ospiti!), si salutano gli amici, si cerca posto tra panche di legno e seggioline, tra un soffio di brezza, un gusto piccante, la novità del kibbeh libanese, la bontà della melanzana alla yemenita, un taboulé fresco, un panino al cumino… i deliziosi dolcetti di mandorle con cacao e le interviste nel giardino. Enrico Fink, direttore dell’Orchestra Multietnica di Arezzo (e direttore artistico del Balagan), prima ha fatto parlare di Ricette e precetti l’autrice del libro, la splendida Miriam Camerini,

poi Sara Funaro su sogni e diritti, tra i sogni anche il sogno collettivo di una società più accogliente e umana. E finalmente, col calar del buio intorno e l’accendersi di luci variopinte nel giardino, il concerto “Culture contro la paura”

Tra la cena e il concerto, una foto con gli amici:

lo chef Jean-Michel e i due sposi pratesi, il grande Emanuele Bresci e suo marito Marco Ravaioli.

GRAZIE

un sorso di felicità

in giorni strani, con tanti problemi (possono forse mancare errori e problemi, finché siamo vivi?), immani dolori pubblici, piccole gioie private, in cammino tra cicatrici ancora fresche e nuova rinascita, dopo cadute e scivoloni… non scrivevo più tra le mie briciole, ma oggi voglio appoggiare solo qualche immagine a pezzettini di memoria futura, per non dimenticare la felicità assaporata in una serata di puro affetto.

Con don Fulvio e con Anna, con il padre spirituale (e amico speciale) e con la madrina (e amica vera e testimone e sorella di cuore) all’incontro di ieri del Balagan Café

anche per stare un po’ con Jean-Michel, lo chef più charmant della diaspora e …altro amico super!

che ci ha deliziati con fagottini brik (li ho scelti nella versione vegetariana anche se non sono veg io, ma ero curiosa …ripieni di patate e spezie invece che di carne speziata), carote alla marocchina con mandorle e cumino, melanzane al forno allo za’atar, tabbuleh di bulgur alle erbe e poi la salsa tahina…

ma soprattutto si è seduto accanto a noi a mangiare anche lui.

Tra noi non potremmo dire (e non da ieri sera, anche se ieri sera per la prima volta tutti e quattro insieme) quel che si ripete quando si vuol sottolineare una distanza “ma abbiamo mai mangiato insieme, noi?”

Le vere amicizie passano anche dalla condivisione del cibo.

Mentre il cielo regala giochi di luce e colori sulla bellezza uscita da mani umane a gloria dell’infinito…

Tra un assaggio di cibo preparato con cura e un sorso di vino, tra i rami e le foglie del giardino della sinagoga e il cielo sopra Firenze, tra un incontro e un canto, tra l’incanto e la memoria, la pace si costruisce nella bellezza, il sapere anche nei sapori.

Grazie per il vento lieve, grazie per il vino bianco, grazie per un sorriso e per gli occhi lucidi, grazie per gli abbracci e le carezze, grazie per le canzoni e le risate, grazie per i battiti del cuore accelerati dalle emozioni e placati dalla brezza e dalla musica… grazie, grazie per la vita