di luci nel buio

Albe di rosa e arancio, fiamme tra le nuvole nell’inverno che viene e porta il buio presto, l’aurora tardi, poi la luce si fermerà a prendere la rincorsa per una primavera nuova e nuovi stordimenti di profumi freschi e fiori incerti. Ora i profumi sono diversi, foglie bruciate, che fanno sognare a una cittadina ignara di camini legna da ardere, scoppiettar di rami sopra le pietre, cenere da non buttare via… e i profumi in casa, la buccia di mandarino strizzata accanto al fornello, lo strudel di mele in forno, il tè verde alla menta, sorseggiato davanti alla candela storta nel portacandela di legno con la farfalla bianca, spalancando per un momento la finestra con vista sul centro di Firenze anche se da lontano, anche se fa freddo…

Stillate, cieli, dall’alto,
le nubi facciano piovere il giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore

Tempere e tempo di attesa

In casa il presepe già all’inizio dell’Avvento Ambrosiano, anche se no, non siamo a Milano… sono stata anni senza fare presepe o albero, ora mi voglio ‘rifare’ e Viola mi aiuta, con il suo tenero entusiasmo.

In cucina, però, continuo a tenere il presepe stilizzato con dietro un portacandela (e accendo la piccola candela di cera d’api che ancora c’è) fatto da Viola all’asilo.

Un ricordo di bene in attesa di bene. Luce da riaccendere ogni sera e attendere e accogliere ogni mattina.

Stillate cieli dall’alto…

Luce da invocare nell’oscurità e da godere dopo un temporale.

E colori per giocare

(su commissione)
Omaggio a Vincent …

E presepi da ammirare

Chiesa del Preziosissimo Sangue di Gesù, a Firenze
Chiesa di San Jacopo in Polverosa, San Jacopino, a Firenze

e nuove albe

e nuove veglie, novene e candele in attesa della Luce

la meraviglia non passa

che siano foglie o bacche a cambiar colore sui muri lungo un torrente

tra gialli, marroni, blu anche, rosso e forme che ricordano cuori disegnati da ragazzi innamorati…

cascate casuali di colori generosi

rapido farsi grigio del cielo, nel passaggio di stagione

senza altra neve, però, che quella rievocata con forbici e carta

e incollata ai vetri

a filtrar la magnifica Luna piena di fine autunno.

In attesa del Natale

con una bimba che cresce e partecipa alla decorazione di albero e presepe

con doni sparsi, ricordi, segnaposti della memoria…

E un ciclamino bianco che vale tanto per me

Raccolta tardiva, in finale di involontaria clausura per via di una broncopolmonite coi fiocchi…

Arriva l’inverno

e venga la Luce che abita le tenebre…

” la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta…
la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta…. “

21.12 alle 23.23 Solstizio di inverno e domani Luna fredda, la Luna della lunga notte, la Luna piena di dicembre…

Avvento a senza fiato… arriva, viene… vieni, Luce del mondo, vieni, Vita!

Avvento

Affascinate, cieli, con la vostra purezza queste notti d’inverno
e siate perfetti!
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore,
e sparite.
Tu, luna, sii lenta a tramontare,
questa è la tua pienezza!
Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio
verso i quattro lati dell’universo stellato.
Il tempo cade, come manna, agli angoli della terra invernale.
Noi siamo diventati più umili delle rocce,
più attenti delle pazienti colline.
Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento,
o sante sfere,
mentre le menti, docili come bestie,
stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno,
e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi che
pascolano alla luce delle stelle.
Oh, versate, cieli il vostro buio e la vostra luce sulle nostre
solenni vallate:
e tu, viaggia come la Vergine gentile
verso il maestoso tramonto dei pianeti

Thomas Merton

La tenda e la stella

“si fece tenda per noi”

Ieri, nel primo pomeriggio, una corsa a San Jacopino in cerca di riconciliazione e ricarica di grazia, prima delle ultime ore di lavoro nel caos, per non portarmi troppi affanni e pesi, macchie e cicatrici nella Vigilia che oggi respira piano, col fiato sospeso, il cuore gonfio di stupore e tenerezza… e, prima di entrare in chiesa, il saluto alle rose di don Fulvio, acciaccate dal freddo finalmente arrivato e da qualche pioggia, ma sempre lì, bellissime e profumate di bene. E la tenda. Un simbolo che interroga ancora. E un preparativo…


Stamattina, tornata per la messa della quarta domenica di Avvento, vista la trasformazione dei preparativi per il presepe vivente. 
La tenda e la paglia per il Signore che viene e viene come bimbo indifeso, l’Infinito fatto pelle e sangue, gioia e pianto, sete e fame… di noi.

Le rose di Fulvio, la tenda e la stella cometa.

Lo scenario in fieri per rappresentare e ripresentare la più grande rivoluzione, l’irruzione dell’Eterno nel tempo, la discesa dell’Infinito nella fragilità carnale di noi creature, l’Onnipotenza che si fece vagito di bimbo tra pastori, animali, precarie sistemazioni contro il gelo della notte.
Tra tenda e tenda, la porta di casa di un saggio servo del Re dei re … dietro quella porta a me ormai assai cara, quante lacrime e parole e sorrisi… ci ho lasciato fardelli pesanti e raccolto consolazione, moniti, perdono e doni, domande e consigli.

E un po’ di campagna in città.

“mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda”… letture di stamani.
Ormai la IV di Avvento è diventata Vigilia. Mi sarebbe piaciuto vedere da vicino e vivere stasera il frutto di quei preparativi, magari lo vedrò in foto di altri. Mi tengono in casa diverse cose, anche il bisogno di riprendere fiato dopo mesi concitati.
Qualcuno è alla Messa solenne della sera, qualcuno forse a tavola, qualche mamma, come me prima, misura la temperatura alla carne della sua carne e cerca di abbassarla con la Tachipirina, altri bimbi senza febbre guardano un cartone animato aspettando Babbo Natale…
Mi riguardo con gli occhi chiusi occhi che mi hanno parlato, segni che non trascuro anche se a volte ci metto un po’ a fidarmi…

«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» 

Viola non ci arriva a mezzanotte, qui è nato un po’ prima

Non aspetto regali da scartare, i regali più belli si sono sciolti piano piano nel cuore.
Parole note rilette con animo nuovo. Canzoni come doni e carezze (o anche salutari ceffoni) riascoltate tutte in fila.
Persone incontrate da non molto che sono diventate di casa nella mente.
Un po’ di pace nel turbamento, un po’ di gioia nuova tra cicatrici e sfinimento.
Un po’ di silenzio e casa e fermare le corse …

E dubbi che fanno ripartire la meraviglia.
Cadute che donano la gioia di rialzarsi e gratitudine per le braccia aperte di Chi non viene per chi non inciampa mai.
Affetti splendenti, amiche ritrovate, nuovi incontri e un timido, acuto, generoso, paziente, speciale punto di riferimento.

E la bimba che mi è nata e mi obbliga a non spegnermi…Viola con la febbre che si affida completamente al nostro amore… babbo e mamma accanto, non chiede altro.
Che in questa fredda notte torni a scaldarci l’assurdo della Luce che si è fatta carne
Buon Natale

verso il Natale

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con Riky nel cuore.
E ieri, in occasione del mercatino natalizio, con raccolta di fondi destinata alla manutenzione dello spazio per bambini del Quartiere 1 e alla ricostruzione del Comune di Ancarano colpito dal terremoto, alla Sala ex Leopoldine in piazza Tasso, organizzato dall’Associazione Riccardo Magherini, finalmente ho fatto conoscere di persona ai Magheri il mio sposo e la nostra piccola Viola.

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Che gioia riabbracciare Chiara!

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E vedere Viola giocare con Duccio, il nipotino di Riky, il bimbo di Andrea Magherini, piccolo elfo vestito da Babbo Natale…

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i bambini sono stati tanto anche a disegnare, accanto al collage con le foto di zio Riky, 
18-12-2016-per-riky3mentre Mamma Clem bubbolava e vendeva

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e super Babbo Guido teneva i contatti con tutti dall’apertura 18-12-2016-guido

e il piccolo Brando toccava il cuore davanti alle foto del suo babbo che sarà assente anche questo Natale e i prossimi,

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anche se l’eredità di amore per la vita e voglia di stare insieme per fare il bene continua a generare allegria e calore, nonostante il gelo della tragedia assurda che l’ha strappato ai suoi cari.

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fantastica Bettina tra i piccoli magheri

fantastica Bettina tra i piccoli magheri

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18-12-2016-per-riky20A casa, portati piccoli doni da mettere sotto l’albero e sull’albero la palla più bella,

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mentre da Napoli, dono di un’amica che è andata a cercarlo piccino e fatto a mano in San Gregorio Armeno, è arrivato il Bambino di terracotta per il mio piccolo presepe (Viola non deve vederlo ancora, sta imparando la pazienza dell’Avvento… continua a chiedere “ma quando nasce?” però con più calma e tenerezza).

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E in chiesa il presepe grande, non manca altro… 

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solo che mamma torni dall’ospedale (seconda operazione dell’anno andata bene) e la luce risplenda nelle tenebre anche in questo tempo di guerra e terrore.

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Che la piccola Stella, mostrata con orgoglio e dolcezza infinita dal di nuovo neo-babbo Andrea sia la nostra stella cometa

Viola… colore di attesa e desiderio

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per questo è il colore dell’Avvento e della Quaresima.
Il presepe sta venendo bene, verrà anche il Signore fatto uomo, nato da donna, Creatore nato da creatura.

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Viola: “ma il bambino quando nasce?
A Natale, amore… 

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“e quanto manca a Natale?”

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Finito ieri sera il nostro calendario dell’Avvento coi rotoli di carta, 

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tante sorpresine (caramelle, gommine per cancellare, saponcini, una mini trottola, un burrocacao, biglietti con pensieri e disegni…)

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e tanta pazienza per scrivere tutti i numeri, ritagliare, incollare…

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…però la gioia di Viola stamattina è stata la ricompensa più dolce

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Firmato:

Quella che odiava il Natale… 

Avvento

peanuts

Odiavo il Natale… no, odiavo la frenesia, il consumismo, le troppe luminarie, l’ipocrisia degli auguri forzati tra persone che durante l’anno manco si considerano… ora voglio il Natale, l’Avvento, l’attesa… un biglietto colorato, una preghiera  e un fiocco oggi, un pensiero e una pallina domani, il presepe piano piano… voglia di pace, vita rinnovata, tenerezza e magia… per Viola per me per i miei sogni di bambina spezzati …e non mi importa se sono in anticipo. Iniziato l’albero per l’Avvento ambrosiano, anche se non siamo a Milano, non aspetto l’otto dicembre per il presepe. 
Per anni niente, né albero né presepe. Voglia di fuga dal 23 dicembre al 6 gennaio. Fuga o ibernazione.
L’albero, per la prima volta da quando ero bambina e ci pensavano i miei, l’ho fatto quando è nato Bernardo. Solo l’albero e solo quell’anno. E pure piccino. 

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Il presepe l’anno in cui è nata Viola. Solo il presepe e solo quell’anno.

mi si era sdraiato un pastore per una scossa di terremoto

E mi si era sdraiato un pastore per una scossa di terremoto.

Poi, l’anno scorso, ricaduta in depressione e nessun addobbo. 
Stavolta anticipo il tempo dell’attesa forte. E coloro, provo, cambio… tra doveri e fatiche, mettiamoci anche qualcosa di bello e luminoso!

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La gioia di Viola è il senso.

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E la mia non si vede, ma forse si sente… intanto cielo stellato, capanna e muschi… prove di lucine e Giuseppe e Maria e un angelo.
Non ho più Gesù bambino di terracotta, non mi voglio arrendere a quelli di plastica, ma dove lo trovo piccino come il mio presepe?
Cercherò il Bambino…

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