Letture sparse

“Ga!
“No, “gatto” prima del caffè no…”

GaMi piace leggere a Viola le fiabe, mi piace rileggerle con lei e volevo proprio ritrovare quelle dei fratelli Grimm che nonna Gabriella mi leggeva quando ero piccina.
Per cominciare va bene la raccolta illustrata con il gatto in copertina, il gatto con gli occhiali e un libro tra le zampe che per Viola è “Ga”. Un libro che lei adora sfogliare di continuo, rimescolando le storie…

con Viola che sfoglia il libro

e a volte mi stanco a leggere dei sette capretti che incontrano Raperonzolo mentre Biancaneve continua a spazzare la casa dei sette nani e poi scappano con Cappuccetto Rosso dentro la storia dei Musicanti di Brema, perché tanto si torna sempre a quella fiaba lì, con Viola incantata dai briganti spaventati dopo l’irruzione nel rifugio di asino, cane, gatto e gallo…
All’alba, prima di aver preso un caffè, no. Dopo se ne può riparlare e ricominciare a leggere come se si potesse finire una storia in una volta, per finire a recitare la parte del lupo e della strega quasi in contemporanea con quella dell’asino che vuole andare a Brema e della mamma di Raperonzolo fissata con quell’orto…

15 Viola e gattoE poi fuori, al giardino o in piazzetta, più vicino a casa… comunque con un po’ di verde in mezzo a cemento e asfalto.

12 CateViola4

Viola è curiosa e golosa di tutto, non solo di biscotti…
aprile 2014 Viola golosa

7 Viola con  me e Sandro

La sera arrivo cotta a puntino, uno sguardo al cielo tra la pappa e la ninnananna e letture sparse a distrarre i fantasmi.13 Luna e nuvole

Dopo “Espiazione” mi sono regalata una carezza con “La gita di mezzanotte” di Roddy Doyle. Un libro per bambini. Delicato, ironico, scritto bene, commovente senza esser sdolcinato. Come una favola, anche per grandi, per una serata di conforto.

Gita

 E poi è arrivato “Il giardino di cemento”.

4 libro e limoncelloDuro, inquietante, scabroso. Non mi è piaciuto quanto “Espiazione”, ma ci ho ritrovato il dono di Ian McEwan almeno in potenza, forse già un po’ in atto: la capacità di entrare nella psicologia di un adolescente sporco, isolato e smarrito come nei pensieri di una bambina in preda al demone dell’ordine. E la capacità di farci entrare nel mondo dei suoi personaggi. Senza giudicare.

“Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire. E se non fosse capitata in coincidenza con una pietra miliare nel mio sviluppo fisico, la sua morte sembrerebbe un fatto insignificante in confronto a quello che è successo dopo. Parlai di lui con le mie sorelle per tutta la settimana seguente al giorno in cui morì, e Sue di sicuro pianse un po’ quando gli uomini dell’ambulanza lo rimboccarono in una vivace coperta rossa e lo portarono via. Era un uomo fragile, irascibile e ossessivo, con le mani e il viso giallastri. Includo qui la breve storia della sua morte solo per spiegare come mai le mie sorelle ed io ci trovammo con tanto cemento a nostra disposizione”

A metà libro ero già un’altra sorella di Jack, Julie, Sue e Tom … diffidente nei confronti dell’estraneo, di nuovo prigioniera nel mondo a parte che l’adolescenza è spesso o quasi sempre, anche senza giardini di cemento e macabri segreti in cantina. E l’angoscia mi ha presa a fine lettura, quando il mondo di fuori si riprende i quattro orfani… e probabilmente li dividerà, perché arriva la polizia o arrivano assistenti sociali, comunque gente di fuori, parecchia gente sul vialetto e la luce azzurra roteante che da una fessura nelle tende entra a svegliare Tom

“Ecco qua! – disse – ci siamo fatti una bella dormita.”


Un incubo, ben scritto.

notti bianche, Viola speranza

26.12 Firenze da San Miniato

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”

Italo Calvino, Le città invisibili

3.3.2013 sul lettone con Violae capita di crollare sul lettone in pieno giorno, come domenica dopo la partita, per le notti in bianco… bianco latte, naturalmente.
Ma, dita incrociate, sembra che Viola inizi a capire la differenza tra il giorno e la notte. La notte è fatta di silenzio, buio, stelle lontane e spicchi di Luna che incantano la sua mamma tra una poppata e l’altra… si mangia meno, si piange poco, non si canta, non si balla per tutta la stanza. Il giorno è il regno dei colori, della luce e della pappa in libertà, con balli, canzoni e visite di amici. O appuntamenti fuori (oggi pomeriggio sul tardi ci tocca di nuovo la pediatra, dopo meno di tre settimane) e allora si esce con l’ovetto.
Tra il giorno e la notte c’è l’ora critica… è l’inizio della sera che porta Viola a piangere e smaniare di più…

4 sulla palla

e allora si gioca, anche con la palla colorata e sonante che ci ha mandato Mati.
La mattina, invece, più tranquilla…

5.3 con Viola in cucina foto by Ale4e chi, come Alessandra, ci viene a trovare dopo la prima colazione, trova un angelo tra le mie braccia. Sì, Viola è un angelo, ma …il carattere non le manca (né la voce: da grande a lanciare i cori in Curva Fiesole?). In certe ore del giorno (verso sera soprattutto, ma già nel primo pomeriggio a volte) sembra il diavolo della Tasmania! E non si direbbe, a vederla tenera e indifesa come quando si abbandona completamente a fine poppata

5.3 dopo colazione

in ogni sua ora, in ogni suo respiro, lei è la vita, la speranza, la bellezza che mi difende dall’inferno su questa terra.
E lo sfinimento che mi regala mi ripara da tante brutture, mi tira fuori dal mondo, in un altro mondo, profumato di bene anche nel pianto dirotto.
Sono sempre a Firenze, Italia, pianeta Terra, ma … altrove, in un’altra dimensione, nello spazio dilatato e nel tempo stravolto dell’amore totale.

GRAZIE

5.3  Viola e Sandro

p.s. questo post è stato offerto dallo sposo che si era preso il pomeriggio libero (anche se per vicende varie non può permettersi congedo di paternità o tante ferie… licenziato e riassunto in altra ditta dello stesso gruppo, ricomincia come neoassunto per diversi aspetti) e prima di accompagnarci dalla pediatra è stato lui con la piccina. Che inizia a farsi meno piccina…
Il  15 febbraio Viola pesava (sulla bilancia dell pediatra) Kg. 2,400 e era lunga cm 45,5. Oggi, dopo diciotto giorni, sulla stessa bilancia, Kg 3,180 e lunghezza (misurata dalla stessa dottoressa) cm 50. Mi sono presa i complimenti per come sta crescendo e per il mio latte 🙂