Nei primi tre mesi dormivi solo in braccio a me, ma eri nata prima del termine, un po’ di tempo in più attaccata alla mamma ti spettava! E io ballavo lentamente mentre ti cullavo, da me hai bevuto latte e musica. Ieri hai danzato in teatro in un doppio turno! Sono venuta a vederti al secondo spettacolo, ero a cullarti nel cuore ogni momento, quando sentivi salire forte l’emozione, quando ballando ballando hai vinto l’ansia e sciolto le tensioni…
Lo spettacolo era molto atteso
Mi è costato un po’ lasciarti andare alle prove, mentre io andavo a far la catechista agli altri bambini, dopo averti pettinata e truccata…
Accanto al tuo babbo, in teatro, ero così fiera di te!
Brava, Viola ‘Cenerentola’, brava Elena ‘Pinocchio’, brava Costanza ‘Jolly’, brava Carlotta ‘ape’, brava Julia ‘coccinella’ … brava brava brava Chiara Fiaschi, maestra di danza, coreografa, ma soprattutto persona di cuore. Si vede tutto l’amore che mette nell’insegnare alle nostre bambine non solo i passi di un balletto, ma anche il senso del teatro e la gioia di vivere, trasmettere emozioni, divertirsi con gli altri
Dieci anni di sorrisi più o meno sdentati, dieci anni di amore puro, qualche spavento, tante risate, non poche lacrime, avventure, pensieri, esperienze condivise…
Arrampicata sulle pareti o in teatro a provare uno spettacolo,
un panino in autostrada,
o abbracciata con Pinocchio, sei sempre la mia gioia.
Sei la mia briciola di neve, il mio fiore d’inverno. Nata in danza…
Ogni anno, il giorno prima del tuo compleanno, ci ripenso (stamattina ne parlavo con il tuo babbo).
Giovedì 7 febbraio 2013, a lezione di danza del ventre, la maestra, Luisa Bandinelli, mi chiedeva: “ma me la fai nascere qui?”… però io non avevo capito che quelle contrazioni non erano preparatorie… era presto! La mattina, poi, ero uscita in lacrime da Careggi, dopo il secondo “check point” alla Margherita: esclusa dal percorso del parto super naturale e inserita in quello delle “gravidanze ad alto rischio”, non avevo alcuna intenzione di sottopormi agli ulteriori esami prescritti per le settimane mancanti al termine. Ero stanca di visite, ecografie, prelievi! Dopo danza si sono rotte le acque. Sandro era venuto a prendermi, ma zoppicava per una storta: “Cate, meno male che questa giornata è finita…” e io: “ehm no, amore, è appena cominciata!”. Tornati a casa, consulto telefonico con la gine… “correte a Careggi!” (ci ha portati in macchina Emanuele, io con un paio di asciugamani tra le gambe, Sandro con la caviglia gonfia). A mezzanotte e tre minuti, quindi venerdì 8 febbraio, è nata Viola 💜
In stanza c’era Giusy che il giorno prima (anzi, come date, due giorni prima) aveva dato alla luce il piccolo Michi. Chi si scorda più quella notte?
Travaglio veloce, molto veloce, forse troppo… senza alcun tipo di analgesia, ma alla fine un po’ di anestesia locale per i punti di sutura. Al momento delle dimissioni ho scoperto perché mi avevano tagliata e ricucita in finale di parto: perdevo troppo sangue. Sandro l’aveva capito, ma è stato coraggioso e bravissimo a non dirmi niente.
Viola è nata pretermine, piccolina, con un peso che l’ha fatta ritenere a rischio, ma la visita neonatale ha rivelato che stava bene e poteva venire subito in camera con me. Il tanto discusso (ora) “rooming in” per me è stato la cosa più bella di quei giorni, per altri versi difficili e con diverse cose che preferisco dimenticare, ma ricordo con gratitudine la presenza della culla accanto al mio letto e la possibilità di stare 24 ore su 24 con la mia piccina vicina. Non ero sola con lei, però, c’era quasi sempre anche il babbo, con noi, genitore come me, non visitatore. Non solo all’ora del ‘passo’.
Buon compleanno, Viola! Tanti auguri, piccina cresciuta a latte e musica…
Il 20 settembre con un golf di lana sulle spalle, sopra il vestito estivo, sulla nave Oglasa, da Piombino a Portoferraio, per una mini vacanza di fine estate,
Con Sandro che poteva prendersi questi giorni (rientrati sabato 24 a Firenze)
E Viola che si è divertita a giocare nella sala per i bambini dentro la nave (ha perso quattro giorni di scuola, ma l’aria buona e i bagni di mare le hanno fatto bene e le risparmieranno qualche malanno invernale, ne siamo convinti).
Come mi era mancata la ‘mia’ isola! Passeggiata a Portoferraio, pranzo nel centro storico, poi, il pomeriggio del giorno di arrivo, un bel bagno a Fetovaia con Viola, prima di sistemare i bagagli (leggeri, per pochi giorni) nella casetta presa in affitto.
La mattina mi facevo il pieno di bellezza dal sentiero che porta al vecchio molo
E tanti bagni, con salti tra le onde quando il mare era mosso, belle nuotate quando si calmava…
fuori era fresco, quasi freddo a volte, ma l’acqua era più calda che in agosto a Castiglioncello. E limpida, sempre. Un pieno di luce, colori, vita all’aria aperta, incontri amici senza folla, capriole sott’acqua, passi a piedi nudi… GRAZIE
Vele di sughero sul sentiero dei pensieri spettinati dal vento
C’è stato anche un matrimonio in riva al mare!
Era l’ultimo giorno della ricarica elbana, venerdì 23 settembre, primo giorno di autunno, il bagno più bello dell’anno! Inatteso. Solo salti tra le onde in mattinata, una bella nuotata nel mare tornato calmo nel pomeriggio. Avevo promesso a Viola che l’avrei portata alla ‘piscina’, uno specchio di acqua turchese vicino agli scogli e finalmente ci siamo stati! Nel tratto dove non si tocca nuotavo con lei aggrappata a me… è stata una cosa molto dolce, come quando la portavo in braccio da piccina, era completamente affidata a me. E poi si è divertita a vedermi fare le capriole in acqua e i tuffi…
La sera si vedevano bene le stelle, poche luci discrete, non invadenti, cielo aperto per lasciarsi commuovere dalle fotografie di astri lontanissimi… emozione che mi era mancata nella vacanza a Castiglioncello, forse perché la quiete in agosto è rara ovunque. GRAZIE
La mattina del ritorno il cielo si è coperto di nubi, la nave ballava nel mare mosso, un gabbiano a Portoferraio indicava la direzione… piove, è tempo di partir
In piazza del Limbo, davanti alla chiesa dei Santi Apostoli, sotto un cielo azzurro e candide nuvole al posto del temporale previsto, con Viola che cresce sempre più bella, piena di curiosità, con i primi timori e dubbi, per il matrimonio di mio cugino Francesco. Lo sposo era bellissimo.
Bello riabbracciare i cugini e gli zii, dopo tanto isolamento e contatti ridotti al minimo nei due anni di pandemia, bello ritrovare la mia Marta, presenza amica quando ero piccina e, mentre mio fratello Pietro era ricoverato al Meyer, passavo le giornate dai nonni e non vedevo l’ora che arrivasse la cugina grande che usciva da scuola, ogni rumore all’ora del suo arrivo mi faceva correre alla porta e dire a nonna Gabriella “Ecco Matta!” (non pronunciavo la erre).
Zia Fiorella elegante e commossa, la madre dello sposo…
e le amiche della sposa emozionate quasi più di lei, entrata sicura e dolce, forte di amore.
Musica e bellezza, di arte riscoperta…
Tabernacolo di Andrea della Robbia
anche la sposa si sporgeva per guardare il tabernacolo di Andrea della Robbia?
Bellezza di velo e fiori
e parole ricche di senso. L’omelia di Padre Bernardo portava in alto.
Che bello ritrovare l’abate amico a benedire le nozze e l’amore che salva.
Belli i bambini, Viola contenta di stare con Bernardo…
e divertita al lancio di riso e petali di rose bianche.
Emozioni, tante. Padre Bernardo ha ricordato nonno Giuliano, nonna Gabriella e mio babbo Lodovico, zio dello sposo… a casa riportati occhi lucidi, immagini di Firenze vera
e ventagli bianchi (in omaggio sulle panche della chiesa con i libretti della celebrazione). La mascherina, bianca per l’occasione, a ricordarci che non è ancora finita… no, la pandemia non è archiviata, ma neanche la vita è finita, riparte e si rinnova.
Luna magnifica su Firenze, da dietro un velo di nuvole, a splendere sulla prima notte di nozze di una vita nuova
L’estate sarebbe appena iniziata, ma è da maggio che si bolle e stanotte sembra quasi di soffocare per l’opprimente, appiccicoso, straniante vento di scirocco. Firenze d’estate non è mai stata gradevole, ricordo più di un luglio rovente, ma tutto maggio e giugno dopo un aprile senza pioggia… così presto e così a lungo forse solo il 2003… bon, forse è la stanchezza che mi rende insofferente o forse le troppe primavere. Lamentarsi non va mai bene, del tempo poi… e troppi puntini di sospensione! Luna all’alba, nei giorni scorsi almeno avevo ancora voglia di foto. Da più di due settimane al massimo due ore di sonno per notte, non va bene. Le prime ore del mattino, almeno, si respira.
Tante cose sono successe dalla fine di maggio, tanta vita, poco tempo e poca voglia di stare al computer, ma qualcosa mi voglio appuntare in questa specie di ‘diario’ rarefatto per immagini, diario per modo di dire, appuntamento quasi mensile ormai…meglio così.
Una giornata al mare a trovare la zia Antonella, il 2 giugno.
Il giorno prima, ne parlo perché mi ha detto lei di farlo, Roberta, la mia amica e sorella di cuore che vive a Roma, è stata operata per un cancro al seno. Il primo giorno di giugno, verso mezzanotte, Roberta mi aveva scritto che era uscita dalla sala operatoria e che mi avrebbe mandato un vocale la mattina… io avevo già spento, non mi aspettavo più notizie prima di giorno. Ci siamo scritte e sentite più volte, soprattutto in mattinata, mentre lei aspettava che la mandassero a casa e mentre noi eravamo in coda sulla strada per il mare. La situazione non è facile, le hanno tolto molta roba, il cancro, cattivo (triplo negativo, mi pare) si era già allargato intorno a quanto rilevato da pochi giorni, l’hanno ripulita tutta, “anche i contorni”, ma dovrà fare chemio pesante e non è detto che basti. La sua paura è soprattutto per Matteo… no, non è facile affatto. Mi ha mandato foto della medicazione, si è sfogata con me per il dolore che ha sentito prima dell’anestesia, nei controlli con mezzo di contrasto… mi ha trattata davvero come una sorella, più che amica. Questo ponte di affetto che ci unisce è più bello di quanto sia brutta la situazione dal punto di vista medico. Mi ha chiesto di farle vedere il mare, le ho mandato foto e video… e visto che a lei piace Marina di Castagneto Carducci, anche se a me piacciono gli scogli, per una volta mi sono fatta piacere anche la sabbia. Per la gioia di Viola
Con Viola al mare, foto di Sandro
Poi c’è stato lo spettacolo di danza in cui finalmente ho visto ballare Viola in teatro, anche se già dall’entusiasmo con cui viveva lezioni e prove era chiaro che di vera passione si tratta…
Ieri Sandro ci ha portate a Castiglioncello dalla mattina alla sera.
Un assaggio di mare, una sorsata di luce, qualche ora di pura meraviglia tra pini e scogli, una giornata all’aria aperta, col cuore spalancato GRAZIE
Fuga dai pollini e dal caldo in città, occhi rossi per l’allergia, poche ore di sonno anche grazie a una delle rare gioie in viola…
Pensieri allentati, preghiere in silenzio, dolce abbandono all’aria buona, ai baci del sole, alle carezze del vento… appena messo piede a Castiglioncello ho ricominciato a respirare a pieni polmoni, naso libero, occhi pieni di bellezza GRAZIE
(il mio piede sinistro, nudo, niente smalto, solo di mare mi voglio adornare)
Per gli scogli, l’acqua bella, il primo bagno in mare, i brividi perché l’acqua era bella, ma fredda, per la spuma delle onde, i fiori gialli tra le pietre nel cammino e anche tra gli scogli… GRAZIE
Per Viola che sa nuotare, senza essere stata a lezioni di nuoto, solo con quel poco che le avevo spiegato e fatto provare in piscina a settembre, prima che ricominciasse la scuola GRAZIE
Per i riflessi del sole sulle onde, per la sana stanchezza fisica e il pisolino in coda in autostrada, mentre si tornava a Firenze, per la gioia e la tenerezza di Viola, che cresce sempre più bella e simpatica, buona e curiosa… per l’amore di Sandro e il treno di ricordi che si rinnovano e guariscono… GRAZIE
Oggi avrei cercato immagini belle dei fiori che più amavi per farti gli auguri, avresti compiuto 54 anni, invece li uso per salutarti, perché ora sei fuori dal tempo, libera dal passare degli anni. Non era così che immaginavo la tua uscita dal tunnel, ma se ti eri stancata di arredarlo, ti capisco. Ci manca il tuo sorriso, Lara, ci hai gelati tutti con la notizia della tua morte. Gli ultimi messaggi con te il 27 febbraio e il 4 marzo un malore improvviso… lo abbiamo saputo mercoledì 8 marzo, non ci si credeva, ancora non mi capacito…
Dovevi tornare a mangiare la schiaccia con l’uva e la pappa col pomodoro! Volevo farti vedere com’è cresciuta Viola, che ama la danza come mamma e come ‘zia Lara’… abbiamo rimandato troppo, anche per via di una pandemia, eh… e ora che sembra ‘sotto controllo’ quella, almeno da queste parti, siamo ripiombati nell’incubo della guerra in Europa, almeno l’angoscia per la catastrofe nucleare te la risparmi, altro che magone! Ma ora chi penserà a chiamare i pompieri per una cavalletta?
Ricordo con emozione e gratitudine ogni momento vissuto insieme, soprattutto le tue carezze sul pancione, dal tuo arrivo alla stazione
alla giratina in centro
“i colori di Firenze e della Fiorentina!” Lara: “veramente… è la bandiera del Rimini”
Un sorriso tra le lacrime, luce e colori per la bella persona che è passata alla vita che non passa, è stata un dono nella vita di chi l’ha conosciuta.
Lara era una tifosa del Rimini, la squadra che ci faceva tribolare in C2 quando ci si chiamava come uno stabilimento balneare della Versilia, Florentia Viola con la maglia bianca perché alla Fiorentina avevano tolto nome e colore… Lara era bella e simpatica, ballava quando non lavorava, amava i girasoli, ballare, mangiare, ridere, aiutare gli altri… Lara era mia amica, anche se ci si frequentava poco fisicamente, ma dei momenti insieme ricordi indelebili. E delle telefonate con l’accento a tortellino…
A Dio, Lara bella, Lara sorridente, Lara che mi accarezzavi il pancione emozionata per i calci di Viola… GRAZIE
dona loro e un giorno anche a noi, per ora viventi nella vita che passa, dove la gioia è bella, ma breve e la vita non è mai completa, per forza, perché siamo di passaggio e in divenire, in cammino.
Non vado spesso a ‘trovare il babbo’ al cimitero, so che lui ora è ben più vivo di me (non so se ‘ora’ sia un termine esatto, sarà? Il tempo conta per noi nel tempo) e non penso proprio sia rinchiuso nella bara sotto la terra e la pietra con i suoi resti corruttibili, ma i sensi hanno bisogno di un posto dove appoggiare una lacrima e un fiore, l’amore ancora imperfetto chiede un luogo per l’incontro, la memoria è fatta anche di omaggi materiali.
Non c’erano rose bianche fresche neanche stavolta, babbo, ti ho messo un bel girasole nella terra dell’olivo, bello verde, non secco come in estate. Erano belle anche le foglie scese in danza dai rami, ma il vento le ha portate via…
Oggi era aperta la Pieve di San Martino a Brozzi, mi ha fatto bene entrarci e sostare a lungo anche lì. Mattinata di pace e preghiera. GRAZIE
Era una bella mattina di novembre, un martedì, da giorni soffrivo di un mal di testa che non passava in alcun modo, ero fuori con Viola piccina e all’improvviso come se qualcosa o qualcuno mi avesse ‘sgabbiata’, una sensazione di pace e sollievo, sparito il mal di testa e la mia voce a pronunciare parole che ricordo come fosse oggi, ma che allora non avevo pensato prima, come se qualcuno avesse usato la mia voce e le mie parole per dirmi quel che non potevo ancora sapere: “devo tornare a casa, la mia nonna sta morendo”. Appena a casa, infatti, babbo Lodovico: “Cate, mettiti a sedere, devo dirti una cosa” e io, addolorata, ma serena: “Lo so, babbo, la nonna… “.
(in questa foto aveva 102 anni, la stampella perché si era rotta il femore)
Era venuta a salutarmi, credo.
Come, dopo questo saluto e il doppio arcobaleno alla fine del funerale, due giorni dopo, al termine di un temporale, siano cambiate tante cose nel mio vivere la ricerca dell’infinito che non conoscerò pienamente qui, ma che mi conosce da sempre, è un’altra storia, anche bella, non senza inciampi e contraddizioni, ma voglio sperare che nonna sorrida a saperlo.
Immensa eredità di pensieri e gesti, pochi oggetti. E oggi meno ancora, le fedi nuziali dei nonni sono state rubate, il rosario e la fede di nonna sono quel che nessuno mi può rubare, anche dovessero portarsi via pure il rosario inteso come catenina e la madonnina di legno che tengo sulla mensola in camera da letto…
Sono passati sette anni e il pieno di amore è cresciuto, non si esaurisce… sì che può compensare il vuoto a ogni passo importante, a ogni snodo della vita, anche se il dolore della separazione resta e sfoga in pianto silenzioso ogni tanto. A Dio, nonna, mettici una parola…