scatti belli alla mia ballerina

una delle foto ‘scartate’… tutte belle

Dopo circa tre settimane dallo spettacolo al Teatro Puccini, la splendida maestra, coreografa e direttrice artistica di Poiein Danza, Chiara Fiaschi, ci ha inviato un album di foto fatte a modino, dal fotografo Alessandro Botticelli. Oggi, a tre settimane precise dall’esordio in scena della mia bimba, ho scelto alcuni scatti, commossa, incantata, felice per la sua passione bella.

Dall’album delle prove in teatro, senza i costumi di scena:

Dal balletto in bianco e azzurro:

Dal balletto ‘russo’ (si potrà scrivere?)

Con l’ombrellino:

Tirolese:

E tante altre, con le altre stupende danzatrici in erba e roselline tra i capelli…

Applausi non di circostanza alla Maestra Chiara, a Laura Sarri e a tutto lo staff che ha regalato due ore di spettacolo coinvolgente a noi e una formazione seria e gioiosa alle nostre bambine, perché non è affatto detto che il balletto classico debba far ammalare di perfezionismo senza emozione o di anoressia. GRAZIE

Viva la danza!

acqua, aria, luce

e incanto e sogni e ricordi…


ché il pesciolino che mi nuota dentro si nutre anche della mia gioia, forse più che del cibo che gli passo. O no?
Affido alle sorelle nuvole i dubbi e le paure, che se li porti via il vento

di tanto in tanto volo in anticipo all’Elba con le fotografie di Adriano

foto di Adriano Locci

mi piacciono le foto al porto, al molo… voglia di mare, ricordi di pescatori, barche, aria salata e spruzzi bianchi dal blu.
Bella l’ombra degli anelli sulla pietra…
il porto, che sensazione di libertà!
Un’amica del fotografo: “Strano il fatto che la catena dia un senso di libertà!”
Ma quella è una catena che salva, non una catena che imprigiona. Ancora, non schiavizza… almeno non imprigiona esseri umani, tiene a bada i moti ondosi e salva barca e marinai.
Ci sono legami che ancorano, senza soffocare.

Bello avere un amico che traduce in colori e luce le mie parole

Adri: Sogni d’oro, mammina

Cate: sogni blu, a te… l’oro c’è anche nel mare, quei pentagoni dorati che il sole disegna nel verde e nell’azzurro dell’acqua bassa, sul fondo sabbioso vicino agli scogli..

foto di Adriano Locci

frivolezze e (f)utilità

Foto di Adriano Locci

Voglia di colori, bisogno di leggerezza… ringrazio l’amico Adriano che mi ha dedicato una sua splendida foto. Un fiore viola per una viola fiorentina è sempre un pensiero assai gradito.
Se poi mi porta con la mente all’Elba… non vedo l’ora di rivedere l’agapanto, non solo in foto.
L’Elba me la sono portata a colazione dall’estate scorsa e proprio sulla tovaglietta presa a Fetovaia (la mia nuova meta elbana preferita) mi sono divertita nei giorni scorsi a pasticciare con gli smalti per colorarmi le unghie. In mancanza di “dotter” o altri strumenti per la nail art (ma se ci prendo gusto, prima o poi vedrò di procurarmene), riutilizzata una vaschetta per gli acquarelli e uno spaghetto spezzato.

con il viola scuro e il bianco, una cosa semplice,

ma con effetto carino la sera del compleanno di un amico che non poteva vedermi con il tricolore francese in punta di dita

Non è durato molto, con le faccende … e poi un’altra foto di Adriano, ieri sera mi portava al mare con la mente…

Fotografia di Adriano Locci

e così, con uno smalto blu e uno bianco, mescolati nella solita vaschetta degli acquarelli, tirati fuori diversi toni di azzurro, poi sfumati con un pennellino per ombretto ormai sciupato

… con unghie meno corte, sarebbe un’altra cosa, ma vedermi le mani così mi tira su

quasi quanto, dopo sere senza Luna (il 19 era nuova e spesso il cielo era coperto in queste serate afose) mi ha commossa vederla spuntare tra i palazzi

omaggio a Doisneau

« Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere. »
(Robert Doisneau)

Grazie al doodle di mezzanotte mi sono ricordata uno dei colpevoli del mio amore per Parigi.

Robert Doisneau ((Gentilly, 14 aprile 1912 – Montrouge, 1 aprile 1994)

Merci bien

al “passante paziente” dedico non Les passantes di Brassens  né l’interpretazione di De André, ma Les passants di Zaz… credo gli sarebbe piaciuta ‘sta ragazza