ricordi di luce

Volterra giugno 2011  vicino arco

a Volterra era iniziata una risalita personale.
Era la fine di giugno del 2011, il giorno di San Giovanni, festa per Firenze, fuga dalla città con lo sposo …

Volterra giugno 2011Sandro e arco etrusco

vicoli, archi, stradine in salita, respiri, voglia di ricominciare. Ancora.

Volterra giugno 2011  vicolo

Volterra giugno 2011 mura e mastio

Volterra giugno 2011 scorcio

Volterra giugno 2011 palazzo

Volterra giugno 2011  rampa del pino

Che dispiacere vedere le immagini di ieri, dopo il crollo

Volterra 2014 crollo2

immagine dal web

immagine dal web

mentre anche a Firenze l’Arno dava pensiero…Firenze 31 gennaio 2014 Arno

il cuore tornava a Volterra, a quella porta etrusca che ci accoglieva mattina e sera dopo la scarpinata della rampa del pino

Volterra giugno 2011 porta etruscaa pochi metri dall’impressionante frana…

foto dal web

Ancora pioggia, anche oggi, anche a Firenze, ma con spiragli abbaglianti…
1febbraio 2014 dalla finestra  illusione di sole stamani

primi respiri

avevo bisogno di ricominciare a respirare, imparare di nuovo a camminare.
E a piangere.

Volterra

Sono stata mesi senza lacrime, ricordo che già a febbraio – dell’anno scorso – avevo smesso di piangere. Precipitata nel buio alla fine di aprile, con gli occhi asciutti. Era maggio e non piangevo mai. Tristezza trattenuta, sentivo il bisogno di piangere e al posto delle lacrime al massimo mi usciva uno sbadiglio e una secca risatina, una specie di tremito con riso nervoso.
Non uscivo più da sola, non riuscivo a darmi pace o farmi forza, non saprei più dire come mi sentivo. Forse meglio così, meglio dimenticare e andare avanti.
Non voglio, però, scordare gli spiragli, i primi passi all’aria aperta, le mani che mi hanno riportata a casa, tra le nuvole…

Il primo San Giovanni fuori Firenze, un ponte allungato dallo sposo premuroso, un ponte abbassato sopra il fossato, una parentesi di leggerezza, terra cara, acqua, cielo al posto dei fòchi… tre giorni tra Volterra,

San Gimignano

e Siena. Nel caldo di fine giugno, ma lontana dall’afa fiorentina.
Gonfia di medicine, ma con un sorriso vero, preludio del primo pianto liberatorio sgorgato finalmente il mese dopo…

e per la prima volta in visita alla casa santuario della Santa cui devo il nome

Caterina riflessa in Santa Caterina