rose pietre luci

Ieri, per il mio compleanno, sono stata festeggiata dalle luci e dai colori del cielo, dall’alba al tramonto, nella città che amo, nella mia incantevole Firenze, dove sono nata e vivo (dove a volte ho anche pensato che sarebbe stato meglio non essere mai nata, ma poi sono rinsavita, richiamata alla luce), da ogni riflesso sull’Arno, dai fiori ai bordi delle strade, persino dalle gru dei lavori in corso senza fine. L’incompiutezza si avvicina al vero, siamo continuamente in fieri, in cammino, per via…

Ieri sono stata festeggiata per i miei diversi anni, tredici per due alla seconda, dalla Sacher a colazione

al sushi a pranzo;

dalle rose belle nel giardino di San Jacopino

al rosa del cielo verso il tramonto a San Miniato al Monte,

in una bella passeggiata con lo sposo e la nostra bambina, Viola, che cresce in età, altezza, bellezza, buffonaggine.

E ci ha scattato una foto ‘romantica’.

Un’ondata di auguri, pensieri di bene e regali buoni (offerte per una raccolta fondi a favore della Comunità di Sant’Egidio, che si occupa dei più fragili, dei migranti, di chi ha perso tutto, casa, lavoro, gambe… per il terremoto o per le bombe). E cuore in festa e occhi pieni di bellezza. GRAZIE

Fuoco dalle ceneri, acqua per la vita nuova

Veglia della notte santa, la madre di tutte le veglie, la mia prima volta, non solo alla Veglia della notte di Pasqua. Era proprio la prima messa notturna in assoluto per me. Neanche alla messa di mezzanotte per Natale…

Stamattina sono tornata con Viola alla messa del giorno, bella, luminosa, vivificante e liberante, ma… la Veglia è stata speciale. Χριστός ἀνέστη

Emozioni fortissime. Nessuna foto dei momenti più belli, tremavo e gioivo al graduale farsi spazio della luce nel buio… all’ingresso in chiesa dietro al cero pasquale, ma prima lo avevo visto quando distribuivano le letture (a me è toccato il mare diviso per l’Esodo)

Benedizione del fuoco 🔥


Benedizione del cero che mi era stato chiesto di dipingere…


Battesimo di Arben nella notte più bella e sconvolgente, notte più luminosa del giorno!

Profumo di incenso e luce nel cuore anche quando sono tornata a casa, cercando di non svegliare nessuno… buio e silenzio in casa, luce e canti nel cuore. Meraviglioso l’Exultet cantato da don Leonardo

Esulti il coro egli angeli, esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.

Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.

Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.

[(E voi, fratelli carissimi,qui radunati nella solare chiarezza di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri, irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.)]

[Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.]

In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
E’ cosa buona e giusta.

E’ veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l’esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.

Egli ha pagato per noi all’eterno Padre il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.

Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.

Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell’Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.

Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.

Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.

Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.

(Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.)

O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!

Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!

(O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.

Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.)

Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.

(Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.)

O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!

In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.

(Riconosciamo nella colonna dell’Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l’ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.)

Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
questa stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Sabato Santo

Maria sapeva quello che doveva accadere e per tutta la vita ha imparato a custodirne il mistero, fin da quel primo sì dell’Annunciazione.

Maria vede compiersi tutto sotto i suoi occhi con la sicura fede che suo figlio è Dio, ma lo vede soffrire come un uomo… suo figlio, sottoposto a torture atroci e umiliazioni e condannato alla pena capitale, alla morte infamante sulla croce. La Vergine riconosce quel dolore che le aveva predetto Simeone, “A te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). Citando Paolo nella Lettera ai Romani (4,18), Maria “Credette contro ogni evidenza, sperò contro ogni speranza”.

Sabato mattina, sosta in silenzio nella chiesa davanti a casa

Stabat Mater

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Giotto, Crocifissione,
1303-05. Affresco, 200 x 185 cm.
Padova, Cappella degli Scrovegni.

come una mamma…

Un breve momento di silenzio in cappellina, accanto all’altare della reposizione.

Viola era stanca, piccina, era stata con me tutto il giorno, la mattina compiti per le vacanze, storia (Pesach e la storia di Mosè… niente a caso!) e grammatica.

Nel pomeriggio mi aveva aspettata buona buona in chiesa mentre ero in coda al confessionale… e poi la bellissima (e lunga, per una bambina) messa della Cena del Signore. Vento freddo per strada al ritorno, dolcissimo il pan di ramerino ricevuto in dono (uno intero per ciascuno dei 12 apostoli… )

Profumo di bene. Pane dolce da dividere con le mani, portato un pezzo alla mia mamma…

Benedetto. Sì, e, forse mi era rimasto nel naso o nella mente, ma mentre lo mangiavo sentivo ancora il profumo dell’incenso …

C’ero, ma non facevo foto. Vedevo l’assemblea da … dal cenacolo 💜

Ricordo in immagini con le foto della cara Antonietta che ringrazio.

Nel cuore già incisa la dolcezza e il peso della forte esperienza di ieri.
Giovedì indimenticabile.
La mia prima lavanda dei piedi.


Don Gilles Dassi a presiedere la messa in Coena Domini. Lui mi ha versato acqua sul piede destro e asciugato con l’asciugamano bianco e dato il bacio di Gesù … Dio in ginocchio a lavare la fatica e il dolore di ogni mia caduta… Dio in ginocchio come una mamma davanti ai suoi bambini amati
Dio che stava per andare sulla Croce a distruggere nel Suo corpo la disperazione dei nostri sensi di colpa.


La mia prima lavanda dei piedi, ieri.
Cuore a mille.


Oggi, il digiuno del Venerdì Santo sarà nutrito dalla fame e sete di quel pane del cielo

Cero di cera

“C’era una volta un re…” no!
E neanche un pezzo di legno.
Stavolta, per la luce segno della vera luce che illumina il mondo, un cero vero, di cera.

L’autunno scorso (ottobre 2022), su richiesta del caro parroco di San Jack, avevo rinnovato il cero pasquale vecchio, usato ancora per battesimi e funerali, dipingendo con i colori acrilici su pvc, plastica fuori, cera liquida dentro.

“Almeno per Pasqua si prende il cero di vera cera!” con la sua voce tonante, all’inizio di quest’anno don Fulvio mi ha affidato la decorazione del cero per la Veglia Pasquale ormai vicina. Timore e tremore, gioia e panico! Ma c’era tempo, la prima volta che se n’era parlato. Me ne stavo quasi dimenticando, ma il tempo non si ferma, mai.


“Cate, è arrivato il cero…” la voce di don Leo, la prima emozione. Inizio di marzo.
Una scatola lunga lunga, pesante, con un contenuto prezioso, profumato, bellissimo.
Che forte emozione quando ho aperto la scatola!


Per dipingere sulla cera, ho steso prima una base di colore (un semplice fondo bianco) mescolato con un prodotto che rende gli acrilici adatti alla cera, avremmo potuto prendere colori ad olio, ideali per la pittura su cera, ma non c’era molto tempo, con gli acrilici si ottiene un risultato brillante in tempi ridotti. Prima ancora, una passata di alcool con un panno bianco, per eliminare impurità, polvere, residui della scatola di cartone. Poi il rosso, per la croce e l’alfa e l’omega

ἐγὼ τὸ ἄλϕα καὶ τὸ ὦ, ό πρῶτος καὶ ὁ ἔσχατος, ἡ ἀρχὴ καὶ τὸ τέλος, 
Ap., XXII, 13
( “Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine”)

Ci sono stati momenti di dubbio, scoraggiamento, anche perché non avevo una stanza tutta per me, dipingevo nel salone parrocchiale usato non solo dalle colleghe catechiste, ma per diverse riunioni di ‘esterni’, anche riunioni di condominio, e una volta ho trovato il cero spostato senza garbo con qualche danno alla pittura fresca, però nel rimediare ai danni sono venute fuori idee nuove.

La richiesta del Don era di dipingere un Gesù sorridente, con le ferite visibili, certo, anche dopo la Resurrezione, ma soprattutto col sorriso di chi ha vinto la morte e ci invita a credere, fidarci, lasciarci amare e quindi a vivere, amare, perdonare. Ci ho aggiunto la pietra rotolata via dal sepolcro, la vegetazione rinnovata con la Vita che risorge e l’azzurro di un cielo che si è riaperto per sempre.

Ora riposa accanto al dipinto con San Filippo Neri, “state buoni se potete” … che arrivi sano a Pasqua! Le pigne* delle cinque piaghe saranno messe nelle ferite dipinte o sulla croce? Lo scoprirà anch’io solo a Pasqua. Non sono mai stata alla Veglia Pasquale, sempre e soltanto alla messa del giorno, a Pasqua come a Natale, potrebbe essere la mia prima volta, se trovo qualcuno che mi riaccompagni a casa…

*o i cinque grani di incenso

Occhi di gatto, affido graffiante

e non mi riferisco ai graffi sull’avambraccio destro per quella volta che l’ho presa in braccio bruscamente, per via di un estraneo in casa (un tecnico, per i filtri dell’acqua) o ai graffi sulla spalla sinistra e uno piccino sulla fronte quando mi veniva sulla testa per affetto incontrollato e io, inesperta quanto lei, micina di pochi mesi, mi ero spaventata e l’avevo scostata con poco garbo; no, i graffi che non guariranno presto saranno questi nel cuore all’idea di lasciarla tornare a casa sua.

I fatti: un’amica (e collega catechista) si è trovata in casa una micina, portata da uno dei suoi figli, ma doveva partire per una settimana con tutta la famiglia e cercava qualcuno che potesse tenere la gattina durante la loro assenza. Viola da tempo desiderava un gattino o una gattina, era già stata a casa di Cinzia per vedere questa micetta e ci aveva giocato, mi sono offerta (dopo aver chiesto permesso a Sandro, mio sposo un po’ allergico ai gatti e soprattutto contrario – come me – al tenere animali chiusi in un appartamento di città senza giardino) di ospitarla e prendermene cura per questi otto giorni, ma mi sono pentita, perché… mi sono affezionata troppo. Mi ha dato tanto e ogni esperienza di affetto è bellezza, vita, bene. Viola ha capito che un gatto non è soltanto un concentrato di amore peloso da coccolare e con cui giocare, ma un impegno, tra cibo da fornire in modo adeguato, lettiera da cambiare, carattere vivace (quando le prende il ruzzo… certi salti e corse! La sera soprattutto punta prede immaginarie, graffia scarpe, morde cuscini, a volte controlla ancora poco morso e graffio anche giocando con noi, cucciola). Stasera verranno a riprendersela. Mi mancherà.

Le piace stare sulla mia borsa con i colori e i pennelli, sulla sedia accanto alla porta-finestra di cucina, con vista su Firenze e sul giardino oltre il garage, non giardino nostro… magari! Se avessi un giardino ne prenderei almeno tre di gatti

Le sue improvvisazioni saltando sui tasti del pianoforte giocattolo di Viola quando era piccolina mi hanno fatto pensare a Scat Cat e Shun Gon… “Tutti quanti, tutti quanti, tutti quanti voglion fare jazz… “

Quando aveva bisogno di stare per conto suo, a volte si rifugiava nella tenda dei sogni in camera di Viola…

Ora dorme, dopo una mattina di giochi, corse, arrampicate e coccole…

PS si è svegliata e ha fame, ma prima vuole altre coccole… forse mi vuol dire che non mi cerca soltanto per il cibo

Balla balla ballerina

Nei primi tre mesi dormivi solo in braccio a me, ma eri nata prima del termine, un po’ di tempo in più attaccata alla mamma ti spettava! E io ballavo lentamente mentre ti cullavo, da me hai bevuto latte e musica. Ieri hai danzato in teatro in un doppio turno! Sono venuta a vederti al secondo spettacolo, ero a cullarti nel cuore ogni momento, quando sentivi salire forte l’emozione, quando ballando ballando hai vinto l’ansia e sciolto le tensioni…

Lo spettacolo era molto atteso

Mi è costato un po’ lasciarti andare alle prove, mentre io andavo a far la catechista agli altri bambini, dopo averti pettinata e truccata…

Accanto al tuo babbo, in teatro, ero così fiera di te!

Brava, Viola ‘Cenerentola’, brava Elena ‘Pinocchio’, brava Costanza ‘Jolly’, brava Carlotta ‘ape’, brava Julia ‘coccinella’ … brava brava brava Chiara Fiaschi, maestra di danza, coreografa, ma soprattutto persona di cuore. Si vede tutto l’amore che mette nell’insegnare alle nostre bambine non solo i passi di un balletto, ma anche il senso del teatro e la gioia di vivere, trasmettere emozioni, divertirsi con gli altri

Ti amo, Viola!

“Si scrive Marzo si legge Donna” – Arte Donna 2023 a Firenze

Ieri, a passi svelti lungo i binari della tramvia (finché posso preferisco spostarmi a piedi), sono tornata nella deliziosa biblioteca comunale scoperta da poco, anche se un tempo abitavo proprio lì davanti, con lo sposo e il figlio grande, la Biblioteca Filippo Buonarroti, accanto al mercato ortofrutticolo.

In corso un evento per la giornata internazionale dei diritti della donna.

ArteDonna 2023 ci racconta di…”
 opere pittoriche, fotografiche e narrative delle iscritte alla biblioteca Buonarroti

Martedì 7 marzo ore 17

Inaugurazione della mostra

Uno spazio per scrittrici, poetesse, pittrici, fotografe, scultrici per presentare i loro progetti, le loro tecniche espressive e le loro opere scritte e figurative.

La mostra è visitabile in orario di apertura della biblioteca fino al 31 marzo.

Nel giardino della biblioteca, messaggi sugli alberi…

Foto scattate dalla mia amica Cinzia, che mi aveva incoraggiata a partecipare, con i miei quadretti: il “Sogno di neve” regalato a Viola (per la mostra me lo ha prestato, era appeso in camera sua e lì tornerà) e l’icona della tenerezza in versione acrilica, oltre alla mamma che allatta in riva al mare di notte, ultimo dipinto fatto proprio per l’occasione. Ma che aria stanca avevo, sono sotto antibiotico da venerdì scorso, per un ascesso, oltre ai postumi dell’influenza e i dolori intercostali che non se ne vogliono andare…

La bella signora bionda è Cinzia, che ha portato una poesia e un disegno incantevole, su cui ha dato il meglio di sé cantando. La voce di Cinzia (e il suo orecchio musicale) è un dono raro.

Tante opere da tornare a vedere, con calma, ne metto alcune, anche se non di tutte conosco l’autrice

Sì, bisogna tornarci!
Anche per il giardino, oasi di pace in piena Novolandia, uno spazio bello in periferia…