non è inFernet

sì, a volte internet può riproporre l’inferno che siamo gli uni per gli altri, ma i mezzi sono mezzi… le persone sono i fini e fanno la differenza.

In questi giorni sono arrivati regali da persone conosciute ai tempi del primo blog, nell’altro altrove… non di tutti posso parlare qui, ma non importa, ci sono altre vie per far arrivare la gratitudine.


Ieri, in un giorno solo, riuniti i personaggi della cena della Champions (una scommessa in cui chi vinceva offriva … e visto che per la competizione europea quella volta si qualificò la Fiorentina, toccò a noi – più che volentieri – offrire la bistecca alla tifosa del Milan conosciuta on line).

Con Bru a tavola, giugno 2008

e Sandro e Enrico stupiti da quanto si mangiasse noi streghe

Da Milano, la Strega rossonera mi ha mandato un pezzetto del primo lenzuolino della sua bimba prima e del bimbo arrivato poi…

E un dono che sarà molto utile per non tapparsi in casa:

E poi è tornato a trovarci Enrico, con il suo contributo (che basterà per cento copertine!)

una bella stoffa color viola della Viola per Viola

e un servizio fotografico mentre indossavo la maglietta della Strega (mi ha passato quella indossata da lei, non ne ha comprata una nuova: la Bruja voleva che fosse la teppista viola a indossare la stoffa che le aveva accarezzato la pancia in entrambe le sue attese)

di fianco si vede bene la panza

anche di tre quarti (“mettiti di sguincio” diceva il fotografo)

solo che sta arrivando il freddo (almeno la sera rinfresca parecchio, domani pare che arriverà DAVVERO l’autunno), quindi via libera ai golfini modificati in versione premaman spostando il nastro-cintura dal punto vita che non c’è più a sotto il seno (e gli occhiali per non sbattere ovunque, visto che la vista cala quanto mi cresce la pancia)

GRAZIE

Tre donne intorno al cor…

no, non è un post dantesco.

Oggi, in altre circostanze, mi sarei sfinita sulla sentenza di terzo grado per la “macelleria messicana” (e qualcuno è ancora sottosegretario… ), ma non devo, non posso. Non è bene neanche che mi arrenda all’impunità e alla vergogna infinita, ma ora le mie energie vanno tutte alla piccina che domani vedrò meglio e cui dovrò pur trasmettere fiducia nella vita… come faccio a mettere al mondo un essere umano in un mondo così disumano? Come si è fatto per secoli e secoli, credo. Concentrandomi sulle luci e non sull’orrore, almeno adesso.

Oggi sono arrivati pensieri di stoffa e auguri colorati da tre donne speciali:

da Milano,

Marcella mi ha mandato una stoffa speciale…

Da Ferrara,

Angela…

che è sempre la splendida Donna delle mille e una strada …

E da Viviana

che è poesia fatta tifosa

… che Viola, da vera fiorentina, abbia cucito sul cuore quel Giglio di chi ama la nostra Viola, nel senso della Fiorentina

Grazie a tutte!

La seconda volta

Da Firenze a Milano con il cuore che batteva più forte non solo per il pensiero bello del ritorno a Parigi, anche per l’occasione di incontrare alla stazione un’amica conosciuta in rete e mai abbracciata con le braccia. Alla stazione centrale di Milano finalmente è successo, con quella lieve meraviglia sorridente che ti coglie quando riconosci in una persona in carne e ossa l’anima di chi già ti stava a cuore. C’erano anche il compagno di lei e l’angelo briaho con la fidanzata. Un caffè fuori dalla stazione e qualche risata, i doni (per il compleanno ormai passato e per il viaggio) e l’abbraccio interrotto dalla “frontiera mobile”… la police non permetteva agli accompagnatori di salutare noi al binario del treno notturno per Parigi!

Risveglio con vista dal finestrino… campagna in corsa, cuore alla Ville Lumière.
Dalla Gare de Lyon

con la linea viola del Métro


siamo arrivati alla Gare Saint-Lazare il giorno in cui Lazzari ha segnato il gol decisivo per la vittoria viola a Roma (non accadeva da vent’anni, che la Fiorentina vincesse all’Olimpico!), 25 Aprile… Liberazione dall’Italia, ma senza lasciare a casa la passione condivisa. Stavolta condivisa e festeggiata all’Havane con gli Esiliati Viola à Paris. Che gioia tornare in Boulevard Blanqui e … sentirsi a casa, di nuovo, appena arrivati per la seconda volta insieme a Parigi.