in giorni strani, con tanti problemi (possono forse mancare errori e problemi, finché siamo vivi?), immani dolori pubblici, piccole gioie private, in cammino tra cicatrici ancora fresche e nuova rinascita, dopo cadute e scivoloni… non scrivevo più tra le mie briciole, ma oggi voglio appoggiare solo qualche immagine a pezzettini di memoria futura, per non dimenticare la felicità assaporata in una serata di puro affetto.
Con don Fulvio e con Anna, con il padre spirituale (e amico speciale) e con la madrina (e amica vera e testimone e sorella di cuore) all’incontro di ieri del Balagan Café,
anche per stare un po’ con Jean-Michel, lo chef più charmant della diaspora e …altro amico super!
che ci ha deliziati con fagottini brik (li ho scelti nella versione vegetariana anche se non sono veg io, ma ero curiosa …ripieni di patate e spezie invece che di carne speziata), carote alla marocchina con mandorle e cumino, melanzane al forno allo za’atar, tabbuleh di bulgur alle erbe e poi la salsa tahina…
ma soprattutto si è seduto accanto a noi a mangiare anche lui.
Tra noi non potremmo dire (e non da ieri sera, anche se ieri sera per la prima volta tutti e quattro insieme) quel che si ripete quando si vuol sottolineare una distanza “ma abbiamo mai mangiato insieme, noi?”
Le vere amicizie passano anche dalla condivisione del cibo.
Mentre il cielo regala giochi di luce e colori sulla bellezza uscita da mani umane a gloria dell’infinito…
Tra un assaggio di cibo preparato con cura e un sorso di vino, tra i rami e le foglie del giardino della sinagoga e il cielo sopra Firenze, tra un incontro e un canto, tra l’incanto e la memoria, la pace si costruisce nella bellezza, il sapere anche nei sapori.
Grazie per il vento lieve, grazie per il vino bianco, grazie per un sorriso e per gli occhi lucidi, grazie per gli abbracci e le carezze, grazie per le canzoni e le risate, grazie per i battiti del cuore accelerati dalle emozioni e placati dalla brezza e dalla musica… grazie, grazie per la vita