Occhi di gatto, affido graffiante

e non mi riferisco ai graffi sull’avambraccio destro per quella volta che l’ho presa in braccio bruscamente, per via di un estraneo in casa (un tecnico, per i filtri dell’acqua) o ai graffi sulla spalla sinistra e uno piccino sulla fronte quando mi veniva sulla testa per affetto incontrollato e io, inesperta quanto lei, micina di pochi mesi, mi ero spaventata e l’avevo scostata con poco garbo; no, i graffi che non guariranno presto saranno questi nel cuore all’idea di lasciarla tornare a casa sua.

I fatti: un’amica (e collega catechista) si è trovata in casa una micina, portata da uno dei suoi figli, ma doveva partire per una settimana con tutta la famiglia e cercava qualcuno che potesse tenere la gattina durante la loro assenza. Viola da tempo desiderava un gattino o una gattina, era già stata a casa di Cinzia per vedere questa micetta e ci aveva giocato, mi sono offerta (dopo aver chiesto permesso a Sandro, mio sposo un po’ allergico ai gatti e soprattutto contrario – come me – al tenere animali chiusi in un appartamento di città senza giardino) di ospitarla e prendermene cura per questi otto giorni, ma mi sono pentita, perché… mi sono affezionata troppo. Mi ha dato tanto e ogni esperienza di affetto è bellezza, vita, bene. Viola ha capito che un gatto non è soltanto un concentrato di amore peloso da coccolare e con cui giocare, ma un impegno, tra cibo da fornire in modo adeguato, lettiera da cambiare, carattere vivace (quando le prende il ruzzo… certi salti e corse! La sera soprattutto punta prede immaginarie, graffia scarpe, morde cuscini, a volte controlla ancora poco morso e graffio anche giocando con noi, cucciola). Stasera verranno a riprendersela. Mi mancherà.

Le piace stare sulla mia borsa con i colori e i pennelli, sulla sedia accanto alla porta-finestra di cucina, con vista su Firenze e sul giardino oltre il garage, non giardino nostro… magari! Se avessi un giardino ne prenderei almeno tre di gatti

Le sue improvvisazioni saltando sui tasti del pianoforte giocattolo di Viola quando era piccolina mi hanno fatto pensare a Scat Cat e Shun Gon… “Tutti quanti, tutti quanti, tutti quanti voglion fare jazz… “

Quando aveva bisogno di stare per conto suo, a volte si rifugiava nella tenda dei sogni in camera di Viola…

Ora dorme, dopo una mattina di giochi, corse, arrampicate e coccole…

PS si è svegliata e ha fame, ma prima vuole altre coccole… forse mi vuol dire che non mi cerca soltanto per il cibo

consolazioni d’autunno

I colori a olio di nonno Giuliano ormai erano secchi e non sono riuscita a rimetterli in gioco, ma le tempere sono un buon punto di equilibrio tra la trasparenza degli acquarelli e l’intensità della pittura ‘seria’… soprattutto erano quel che avevo a disposizione quando mi è tornata la voglia di dipingere e di abbozzarla col perfezionismo paralizzante. Non sono Monet, posso divertirmi senza pretendere di sfornare un capolavoro.

Volevo farlo prima del 6 novembre, per l’anniversario delle nozze… era un desiderio di Sandro che riprendessi a dipingere. Il nostro quadretto è appeso alla parete del salotto, alla vigilia del nostro anniversario

La scuola di danza è chiusa dal DPCM del 25 ottobre (maledetto Covid!), Viola era così felice di aver iniziato a studiare alla Scuola del Balletto di Toscana…

in questi giorni un po’ cerco di farle sentire meno la mancanza delle lezioni con esercizi a casa

Oggi una magnifica passeggiata nel parco tra le meraviglie dell’autunno.

E sto. Mi nutro di bellezza tra fiume, funghi, foglie…

GRAZIE