Dieci anni, domani

Dieci anni di sorrisi più o meno sdentati, dieci anni di amore puro, qualche spavento, tante risate, non poche lacrime, avventure, pensieri, esperienze condivise…

Arrampicata sulle pareti o in teatro a provare uno spettacolo,

un panino in autostrada,

o abbracciata con Pinocchio, sei sempre la mia gioia.

Sei la mia briciola di neve, il mio fiore d’inverno. Nata in danza…

Ogni anno, il giorno prima del tuo compleanno, ci ripenso (stamattina ne parlavo con il tuo babbo).

Giovedì 7 febbraio 2013, a lezione di danza del ventre, la maestra, Luisa Bandinelli, mi chiedeva: “ma me la fai nascere qui?”… però io non avevo capito che quelle contrazioni non erano preparatorie… era presto! La mattina, poi, ero uscita in lacrime da Careggi, dopo il secondo “check point” alla Margherita: esclusa dal percorso del parto super naturale e inserita in quello delle “gravidanze ad alto rischio”, non avevo alcuna intenzione di sottopormi agli ulteriori esami prescritti per le settimane mancanti al termine. Ero stanca di visite, ecografie, prelievi!
Dopo danza si sono rotte le acque.
Sandro era venuto a prendermi, ma zoppicava per una storta: “Cate, meno male che questa giornata è finita…” e io: “ehm no, amore, è appena cominciata!”.
Tornati a casa, consulto telefonico con la gine… “correte a Careggi!” (ci ha portati in macchina Emanuele, io con un paio di asciugamani tra le gambe, Sandro con la caviglia gonfia). A mezzanotte e tre minuti, quindi venerdì 8 febbraio, è nata Viola 💜


In stanza c’era Giusy che il giorno prima (anzi, come date, due giorni prima) aveva dato alla luce il piccolo Michi. Chi si scorda più quella notte?

Travaglio veloce, molto veloce, forse troppo… senza alcun tipo di analgesia, ma alla fine un po’ di anestesia locale per i punti di sutura. Al momento delle dimissioni ho scoperto perché mi avevano tagliata e ricucita in finale di parto: perdevo troppo sangue. Sandro l’aveva capito, ma è stato coraggioso e bravissimo a non dirmi niente.


Viola è nata pretermine, piccolina, con un peso che l’ha fatta ritenere a rischio, ma la visita neonatale ha rivelato che stava bene e poteva venire subito in camera con me. Il tanto discusso (ora) “rooming in” per me è stato la cosa più bella di quei giorni, per altri versi difficili e con diverse cose che preferisco dimenticare, ma ricordo con gratitudine la presenza della culla accanto al mio letto e la possibilità di stare 24 ore su 24 con la mia piccina vicina. Non ero sola con lei, però, c’era quasi sempre anche il babbo, con noi, genitore come me, non visitatore. Non solo all’ora del ‘passo’.

Buon compleanno, Viola! Tanti auguri, piccina cresciuta a latte e musica…

Vola, Viola, vivi, danza, vola tu dove vorrai!

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