Solo una delle più semplici dimostrazioni di come vediamo le cose per come le vediamo e non per come sono indipendentemente dal nostro sguardo e da come il cervello interpreti quel che arriva dagli occhi. Al Museo delle illusioni ci è stato possibile abitare in un disegno,
Staccarci dalla nostra ombra
camminare sul soffitto o danzare sulle pareti…
Illusione presto svelata:
Pensare che mi sento sempre tanto piccina accanto a Sandro e a Viola che cresce…
Un volto, ma se ti avvicini….
Da vicino o da lontano cambiano molte cose…
Cambiano anche le stagioni a seconda dell’angolo di visuale.
La visita è stata divertente
prima di entrare, però, un paio d’ore di coda. Un po’ faticosa per Viola, ma mentre eravamo in fila abbiamo scambiato parole con altri aspiranti visitatori, giocato e guardato in alto. Bella la mia Firenze, sempre, anche negli angoli e nei ritagli di cielo
Il frutto del grano è il segno della pace, quello dell’uva lo è della gioia. La vigna è simbolo dell’agognata terra promessa
(Rosanna Virgili)
Il cero da rinnovare, portato in sala parrocchiale
Che mi piaccia usare colori e pennelli non è un segreto, così, dopo l’estate, in parrocchia mi è stato chiesto se mi sentivo di decorare il cero pasquale … “no, troppa responsabilità!” gridava la mia insicurezza mescolata alla sicura coscienza dei miei limiti, ma la fiducia del viceparroco che me lo ha chiesto e l’affetto per il parroco che mi ha rassicurata col suo modo scherzoso “hai paura di far danni? Guarda com’è rovinato, peggio di così…” mi hanno convinta. Era la prima volta che provavo a dipingere sopra una superficie del genere e mi sono documentata un po’ in rete sulle tecniche e i materiali più adatti, anche se alla fine ho fatto con quel che avevo (pennelli portati da casa, come i colori acrilici che già avevo, oro compreso, solo dopo un giorno di ‘riposo’ della pittura, che doveva asciugare bene, ho comprato una vernice trasparente per fissare meglio tutto con un effetto finale lucido e il parroco, Don Fulvio, mi ha aiutata di nuovo: ha aperto lui la bomboletta spray del fissativo e mi ha consigliato dove procedere, accanto a una finestra aperta).
Prima di provare il ‘disegno’ che avevo in mente, rimosse (e messe da parte) le vecchie decorazioni, una passata di carta vetrata e pulizia con l’alcool.
Poi è iniziata la gioia di colorare.
Spighe di grano, grappoli di uva scura, la colomba dello Spirito Santo, la croce d’oro come un trono per il Re dei re, ma sempre croce, luogo di passione, dono totale di sé, strumento di tortura rovesciato in talamo nuziale, consegna senza riserve.
“Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio […] la vergine allora si allieterà alla danza, giovani e vecchi gioiranno insieme. Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici” (Geremia 31,12– 13)
Croce in oro per il Re, ma contornata di rosso, come il sangue versato per salvarci, come il fuoco che illumina, sale al cielo e rivela.
ἐγὼ τὸ ἄλϕα καὶ τὸ ὦ, ό πρῶτος καὶ ὁ ἔσχατος, ἡ ἀρχὴ καὶ τὸ τέλος,Ap., XXII, 13 ( “Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine”)
Le ore passate in canonica a pitturare sono state un dono di luce e pace GRAZIE
Il pozzo nel giardino del centro di spiritualità delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Firenze parla da solo, è un richiamo immediato e bellissimo a Sicar.
Sicar è il luogo di incontro tra Gesù e la Samaritana (Gv 4). Presso il pozzo i due condividono la loro sete di una relazione autentica e vitale.
Il Centro di spiritualità Sicar accoglie questa sete propria di ogni uomo: il bisogno di rapporti veri, di senso, di felicità e, più profondamente, il desiderio di un incontro personale con il Dio che si rivela in Gesù Cristo.
Domenica di ‘ritiro’ * per tutti i catechisti della parrocchia di San Jacopino, con il parroco Don Fulvio Capitani e il viceparroco Don Leonardo, preghiere, parole, pensieri, ricerca per prepararci al nuovo anno pastorale e iniziare a preparare gli incontri con i bambini e i ragazzi, la Santa Messa nella cappella dell’Adorazione Perpetua, il pranzo insieme, l’aiuto di Don Francesco e, prima di salutarci, una sosta davanti a Gesù… GRAZIE
* Perché ‘ritiro’ per modo di dire? Perché se in un certo senso è vero che ci siamo ritagliati una parte di tempo separata dagli affanni quotidiani e persino dalla comunità parrocchiale, non è esatto dire che ci siamo ritirati… davanti allo sguardo d’Amore di Chi ci ama da prima di averci chiamati alla vita, il cuore si dilata, la mente si apre, la vita si arricchisce e lo sguardo nostro, i pensieri, le preghiere imparano a volare, per tornare alla vita quotidiana con una ricarica di luce e bellezza, fiducia e speranza.