CRE 2022 a San Jack

gioia piena alla Tua presenza,
dolcezza senza fine …

La mia prima volta al CRE da mattina a sera (per due settimane). La prima volta davvero, neanche da bambina frequentavo centri estivi o attività di gruppo. Negli anni scorsi, come mamma di Viola, avevo partecipato un pochino per dare una mano (sanificazione, pulizie di fine turno…), ma era un CRE in versione ridotta per la pandemia, i bambini stavano negli spazi della parrocchia la mattina o il pomeriggio, divisi in “isole”, per non mandare in quarantena tutti al primo positivo al Covid. A settembre sono stata incaricata di seguire i bambini di terza elementare come catechista. E, in primavera, Don Fulvio Capitani, parroco di San Jacopo in Polverosa (a Firenze, semplicemente San Jacopino, per gli amici ‘intimi’ San Jack) mi ha chiesto di entrare a far parte dello staff del CRE, tra gli adulti responsabili, coordinatori degli animatori adolescenti. Dire che ne avevo paura è dire poco. Paura della responsabilità, paura di non reggere a contatto con tante persone tutte insieme, soprattutto paura di andare in tilt risvegliando ricordi feriti della mia vita passata nella condivisione di vita, emozioni, tempo e spazio con gli adolescenti. E devo ammettere che non è stata una passeggiata, ma mi ha fatto bene e mi ha dato tanto. Terapia per la me adolescente smarrita che ancora mi grida dentro senza voce e per ferite ancora più antiche (per quelle nuove ci stiamo lavorando in altro modo). Prova di slancio nel presente e nel futuro lasciando passare il passato. Esercizio di consapevolezza: toccare i miei limiti e guardarli con umiltà, senza pretesa di perfezione impossibile, fiduciosa nell’aiuto degli altri e dell’Altro. Il mio ‘mantra’ era “se questo incarico è un’opera del Signore, Lui mi guiderà e mi darà o ha visto in me le capacità per fare bene ai bambini”. La felicità di Viola e degli altri bambini, i sorrisi anche dei bambini un po’ più isolati, ‘difficili’, con problemi a giocare in gruppo o altro… e l’affetto e la stima degli animatori, le parole degli altri educatori mi hanno detto che è andata bene.

Ricordo con gioia i preparativi, soprattutto le riunioni con le novizie Lucie e Christen e gli animatori esperti, Emanuele e Matteo, per pensare, scegliere, comporre il momento della “restituzione” (il punto sulla mattinata, all’ora di pranzo, con attività divertenti, ma più tranquille rispetto ai giochi scatenati con gli animatori, percorse dal filo dell’annuncio buono, in armonia col Vangelo letto la mattina e quando possibile in tema con gli episodi della storia – quest’anno riduzione teatrale dal meraviglioso mago di Oz – per dare sostanza bella e tentare una semina).

Ricordo con divertimento gli incontri per l’ambientazione, a dipingere scimmie volanti e omini verdi, spaventapasseri e scarpette argentate, poi viste in scena. Applausi ai ragazzi che hanno recitato ogni mattina per i bambini!

Ricordo con gratitudine le ore condivise, anche se confesso il bisogno che avevo di scappare un’ora al giorno in cappellina a pregare (l’asociale che è in me reclama momenti di solitudine? O, semplicemente, per dare, trasmettere, comunicare, mi occorre ricevere la ricarica dall’Unico Maestro? Avevo bisogno di stare in silenzio, almeno un po’, prima di rituffarmi tra canzoni e giochi, cerotti sulle ferite e disegni per chi aveva voglia di attenzioni a tu per tu).

Nella prima settimana c’è stata anche la gita al Cavallino Matto, a Donoratico. Inutile dire che non ci ero mai stata prima, neanche da bambina. E quel giorno ero l’unica adulta sul pullman a parte l’autista, un pullman a due piani pieno di bambini… senza gli animatori adolescenti esperti di gite coi bambini non so come me la sarei cavata. GRAZIE!

Nel parco di divertimenti mi sono prestata come maggiorenne per un gruppo di bucanieri in miniatura e dopo le cannonate (ad acqua) ero da strizzare… ma mi ero portata un vestito di ricambio e sotto indossavo il bikini (un salto al mare mi avrebbe fatto piacere, ma non era una gita di piacere per ‘noi grandi’… era per i bambini!)

L’uscita della seconda settimana è stata più bella, per me. A San Piero a Sieve, ospiti di Don Daniele Centorbi, vicario a San Jack quando Viola ha frequentato la prima “Summerlife” in tempi di pandemia, ora parroco a San Pete. Il nuovo viceparroco di San Jacopino, Don Leonardo Tarchi, si è fatto conoscere come un altro vero uomo di Dio, sensibile, colto, gentile, puro… i primi tempi, però, ha ‘scontato’ il dispiacere per la partenza di Don Dan.

A San Piero a Sieve ci hanno anche fatto foto da un drone! La scritta umana TUTTI PER UNO

e i cerchi in piazza.

Con il caldo assurdo di questo giugno che sembrava luglio, il pomeriggio i bambini erano impegnati in ‘laboratori’ per non scalmanarsi, ne sono uscite meraviglie:

E l’ultimo giorno del CRE, nel campino abbellito dal più imponente dei ‘lavoretti’ (il murales), abbiamo celebrato la messa prefestiva di San Giovanni.

Perché a Firenze San Giovanni resta il 24 giugno, coi Fòchi tornati dopo i due anni di stop per il Covid

Un pieno di emozioni, davvero.

Batticuore come sui cappellini e le magliette, i braccialetti e alcune canzoni… e i momenti di preghiera per prepararsi e ripensarci.

Grazie a tutti i bambini, i ragazzi, gli adulti che hanno dato una mano.
Grazie ai Don

Grazie al Principale

In ogni casa una storia…

era il titolo dello spettacolo di danza al Teatro Puccini dove Viola per la prima volta ha provato l’emozione del palcoscenico.

Emozioni, tante, anche prima dello spettacolo. Dalla consegna dei costumi, dopo l’ultima lezione,

alle prove in teatro, al trucco – unico momento in cui anche noi mamme delle piccole ballerine siamo entrate a dare una mano, mentre le ragazze più grandi si pettinavano e truccavano da sole – alle foto scattate col cellulare anche se c’era un fotografo professionista, ma per avere gli scatti ufficiali e le riprese ci vuole pazienza …

Felice per la gioia della mia bambina, fiera della sua determinazione a curare un sogno, dopo due anni di pandemia finalmente ha potuto seguire senza troppe interruzioni (un paio di quarantene e basta) le lezioni, un anno di danza e già stava a suo agio in scena… brava!

Fiori per la piccola étoile sorridente….

Ringrazio chi è venuto a vederla e a farci festa (e foto belle)

ricordi lontani nel tempo

più vicini al cuore del cuore che i ricordi di ieri.

Il mio battesimo, oltre mezzo secolo fa…

Era un ricordo senza foto. Raccontato da chi era con me. Ricordo personale che non ricordo personalmente… ero neonata.


27 giugno 1971 il mio battesimo.
L’ho saputo e imparato a ricordare quando ho chiesto di ricevere la Cresima da adulta, da pochi anni…
Oggi però foto di foto – chieste a mamma – foto di quando ero neonata e lei giovane e bellissima e babbo giovane e vivo e viva anche la nonna materna morta quando ero ancora bambina…


Grazie

Stamattina, mentre pregavo in silenzio appena sola in camera, un’ondata di dubbi e un rapido assalto di pensieri neri. Uno sguardo fugace alla finestra e un volo di farfalla mi ha consolata e scossa, contemporaneamente. Quando vedo una farfalla bianca penso al babbo, ma succede tra i prati, alle Cascine, non al quinto piano di un palazzo di periferia, in genere… oggi è venuto a trovarmi proprio a casa, al quinto piano, un angelo, un soffio di bene, una carezza dal mio babbo e un buffetto (se non un ceffone) per i brutti pensieri cui ho permesso di attraversarmi. GRAZIE

d’insonnia sciroccata

L’estate sarebbe appena iniziata, ma è da maggio che si bolle e stanotte sembra quasi di soffocare per l’opprimente, appiccicoso, straniante vento di scirocco. Firenze d’estate non è mai stata gradevole, ricordo più di un luglio rovente, ma tutto maggio e giugno dopo un aprile senza pioggia… così presto e così a lungo forse solo il 2003… bon, forse è la stanchezza che mi rende insofferente o forse le troppe primavere. Lamentarsi non va mai bene, del tempo poi… e troppi puntini di sospensione! Luna all’alba, nei giorni scorsi almeno avevo ancora voglia di foto. Da più di due settimane al massimo due ore di sonno per notte, non va bene. Le prime ore del mattino, almeno, si respira.

Tante cose sono successe dalla fine di maggio, tanta vita, poco tempo e poca voglia di stare al computer, ma qualcosa mi voglio appuntare in questa specie di ‘diario’ rarefatto per immagini, diario per modo di dire, appuntamento quasi mensile ormai…meglio così.


Una giornata al mare a trovare la zia Antonella, il 2 giugno.

Il giorno prima, ne parlo perché mi ha detto lei di farlo, Roberta, la mia amica e sorella di cuore che vive a Roma, è stata operata per un cancro al seno. Il primo giorno di giugno, verso mezzanotte, Roberta mi aveva scritto che era uscita dalla sala operatoria e che mi avrebbe mandato un vocale la mattina… io avevo già spento, non mi aspettavo più notizie prima di giorno. Ci siamo scritte e sentite più volte, soprattutto in mattinata, mentre lei aspettava che la mandassero a casa e mentre noi eravamo in coda sulla strada per il mare. La situazione non è facile, le hanno tolto molta roba, il cancro, cattivo (triplo negativo, mi pare) si era già allargato intorno a quanto rilevato da pochi giorni, l’hanno ripulita tutta, “anche i contorni”, ma dovrà fare chemio pesante e non è detto che basti. La sua paura è soprattutto per Matteo… no, non è facile affatto. Mi ha mandato foto della medicazione, si è sfogata con me per il dolore che ha sentito prima dell’anestesia, nei controlli con mezzo di contrasto… mi ha trattata davvero come una sorella, più che amica. Questo ponte di affetto che ci unisce è più bello di quanto sia brutta la situazione dal punto di vista medico. Mi ha chiesto di farle vedere il mare, le ho mandato foto e video… e visto che a lei piace Marina di Castagneto Carducci, anche se a me piacciono gli scogli, per una volta mi sono fatta piacere anche la sabbia. Per la gioia di Viola

Con Viola al mare, foto di Sandro

Poi c’è stato lo spettacolo di danza in cui finalmente ho visto ballare Viola in teatro, anche se già dall’entusiasmo con cui viveva lezioni e prove era chiaro che di vera passione si tratta…

(segue, forse)