Albe di rosa e arancio, fiamme tra le nuvole nell’inverno che viene e porta il buio presto, l’aurora tardi, poi la luce si fermerà a prendere la rincorsa per una primavera nuova e nuovi stordimenti di profumi freschi e fiori incerti. Ora i profumi sono diversi, foglie bruciate, che fanno sognare a una cittadina ignara di camini legna da ardere, scoppiettar di rami sopra le pietre, cenere da non buttare via… e i profumi in casa, la buccia di mandarino strizzata accanto al fornello, lo strudel di mele in forno, il tè verde alla menta, sorseggiato davanti alla candela storta nel portacandela di legno con la farfalla bianca, spalancando per un momento la finestra con vista sul centro di Firenze anche se da lontano, anche se fa freddo…
Stillate, cieli, dall’alto,
le nubi facciano piovere il giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore

l’unico degno del titolo di Re. L’unico che ci offre la chiave per la liberazione. Quella vera.
L’unico vero filosofo dell’amore incondizionato.
L’apertura di questa tua finestra condivisa è bellissima, e sembra davvero di stare là insieme. Queste finestre, ci fanno avvicinare con l’anima a darci forza anche nella lontananza, che si dissolve, quando in altro modo si sta insieme, separate solo da km di geografie, ma vicine più vicine di chi si incontra ogni giorno.
Parole che la natura d’inverno ci parla attraverso, le stagioni con noi, il tempo con noi, a scorrere insieme, mitigando la paura.
Bravissima.
vicine più vicine di chi si incontra ogni giorno… a mitigare la paura, lenire il dolore, nutrire la gioia e la rinascita