Questa Pasqua di tempo sospeso, silenzi pesanti e silenzio di riflessione, solitudine buona e isolamento forzato, mi ha trovata sfinita, senza slancio, persino triste (confesso) proprio il mattino del primo giorno dopo il sabato. Quaresima intensa, vissuta con più sete che mai. E poi? Incapace di fare il salto dal sepolcro vuoto alla gioia della vittoria della Vita sulla morte, della luce sulle tenebre? Non sono la prima… e il Signore lo sa che abbiamo ciascuno i nostri tempi e con la delicatezza estrema dell’Amore si mette in cammino con ogni sua piccola e fragile creatura, con l’agile corsa di Giovanni e le lacrime amare di Pietro, con la fede bellissima di Tommaso che è passato per incredulo, con lo smarrimento di Maria che lo riconosce appena si sente chiamare per nome dal Maestro, con le paure dei fuggitivi… e, anche prima che ci doni di riconoscerlo nello spezzare il pane e benedire l’offerta della vita donata e condivisa, ci fa ardere il cuore in petto mentre ascoltiamo la sua Parola.
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
(Luca 24, 13-35)
Mia cara. Molti sono stati in questi giorni gli episodi a darmi conforto.. La sofferenza di Gesù, di Maria, al contempo, – la stessa per versi diversi.. tutto ciò che è racchiuso nella comprensione (io sono anche romana …), ed ogni insegnamento che si fa diramazione buona… ed anche – le tentazioni costanti, il deserto, eccetera (so che mi comprendi bene) – e – la debolezza di non essere altrettanto brava, ma di lasciar da parte quegli insegnamenti, circoscrivendoli esclusivamente alle festività… ebbene, io mi dico, e ti dico (ringraziandoti per lo spazio concessomi), che Cristo e la sua filosofia altissima di amore, sono in ogni passo con me, accolgono debolezza e paure,- e cercano di farmi accettare per quella che sono, un essere davvero fragile, inteso come persona che sa perdersi in cose talmente piccole ed invece affidarmi completamente all’imperturbabilità della fede (in noi stessi, ed anche verso chi ci affida la guida, – quella vera).
Un abbraccio, forte.
ciao belle 🙂
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