SE HAI BISOGNO, PRENDI.
DONA SE PUOI.
Come a Napoli coi cestini calati nei vicoli, anche a Firenze si moltiplicano iniziative di solidarietà, scambio di voglia di bene, fraternità. vero dono sia per chi mette che per chi riceve o prende. C’è chi mette pacchi di pasta, caffè, zucchero, chi lascia il pane, chi si avvicina timidamente e nessuno guarda che cosa stia prendendo. Si rispettano le distanze, lì è anche più facile, metri e metri tra le persone. Scatole con scritte simili anche accanto a negozi chiusi, panchine sbarrate col nastro bianco e rosso, alle fermate degli autobus (foto viste sui quotidiani on line, di persona per ora ho visto solo la busta accanto all’edicola votiva all’inizio della passeggiata Carla Voltolina, sul ponte sopra il Mugnone). Si mette o si prende cibo, si scambia amore. Voglia di vita e comunione ai tempi dell’isolamento forzato. Distanziamento sociale per contenere il contagio del virus che piega il mondo intero, nuovi modi di farsi vicini a chi soffre le conseguenze delle chiusure.
Se hai bisogno, prendi. Dona se puoi.
Il modo più semplice per essere fratelli, per uscirne insieme.
Ancora tanti rami spogli lungo il Mugnone, ma su altri rami le prime foglie nuove, verde tenero di vita che rinasce.
Insieme parlano al cuore di fine e nuovo inizio.
Le piante in casa regalano bellezza agli occhi orfani del parco…
Ne verremo fuori? Dall’emergenza sanitaria, prima o poi sì, la domanda è chi ne uscirà e chi non rivedremo (se saremo noi a uscirne). Come ne verremo fuori? Migliori? Peggiori? Diversi, spero. Qualcosa sarà quasi come prima, molto sarà come non possiamo neanche immaginare. So che cosa terrei volentieri dell’esperienza di trauma collettivo e che cosa non mi piacerebbe portare nella nuova “vita ordinaria”. Ma non lo scrivo adesso, quel che si dice nelle ore del pianto conta poco.
Dipende. Se nessuno andrà a votare ne saremo usciti meglio altrimenti meglio non lamentarsi….
Ce l’hanno fatta. Non penso che andrò mai più a votare
. Mrr