Al parco, a passi svelti nel freddo umido tornato a dire, con i rami spogli, che non è primavera, per affidare pensieri al respiro e respiri al vento e grida al cielo con gli occhi, quasi sempre senza voce (stamattina anche con la voce, in mezzo agli alberi, lontana da tutti, spaventando forse gli scoiattoli che infatti oggi non si sono fatti vedere), ombre tra mancanze e speranza e richieste di aiuto e perdono… e tra le rare foglie arrossate un volo verde, musicale distrazione
Un po’ magri per essere pappagalli… poi il nome giusto, era una coppia di parrocchetti.
erano vicini alle Pavoniere, lui col collare sfumato di rosa e viola, lei tutta verde chiaro con la coda azzurrina… una lenta danza colorata.
E poi, mentre camminavo lungo le rive in direzione del ponte all’Indiano,
un accordo e poi il volo.
Grazie
Grazie a te, compagna di viaggio che con occhi buoni e parole belle mi porti con te.. Qui invece ci sono proprioni pappagallini fuggiti forse dallo zoo o da qualche gabbia.. Grazie a te per avere bene descritto questo inverno crepuscolare sospeso fra autunno e primavera… Non al massimo del suo splendore se non nel fuoco rosato del tramonto e delle stelle splendenti e luna gelida e luminosa… Grazie a te per aver aiutato le mie parole.
inverno primaverato direbbe Matteo tuo ❤
Lo splendore della luna gelida, però… e il vento ghiaccio di oggi… sì, siamo in inverno. Con sprazzi di primavera e resti di autunno