Passeggiata quasi senza meta, ieri, vagabonda con vaga voglia di visitare una chiesa abbastanza vicina a casa, ma in cui non ero mai entrata… a passi incerti nell’afa di quest’estate che cuoce, mi ero fermata a leggere la targa
Qualche ricerca tra sito della parrocchia e wikipedia:
Correva l’autunno del 1087 quando Gerusalemme e il Santo Sepolcro furono riconquistati dai musulmani. L’Occidente, attraverso i principali re, reagì a questa perdita e le grandi potenze si apprestarono a organizzare la terza crociata, sotto il pontificato di Papa Clemente III. Il legato del Sommo Pontefice per l’invio della crociata fu il vescovo di Ravenna, Gerardo; come luogo di partenza per i crociati fiorentini fu scelto San Donato alla Torre. All’occasione, il 2 febbraio 1088, la chiesa fu solennemente consacrata dal vescovo Gerardo. La terza crociata non portò a buon fine i suoi obbiettivi.
È questo, forse, uno dei momenti storici più rilevanti della Chiesa di San Donato in Polverosa* (anticamente chiamata San Donato alla Torre); la testimonianza ne è la festa patronale della chiesa, festeggiata ogni anno il 2 febbraio, giorno della sua consacrazione. L’origine della chiesa risale a poco prima dell’anno 1000 quando, secondo un’antica leggenda, una principessa pagana arrivò in questi luoghi; convertita, comprò il terreno, lo fece disboscare e vi costruì una casa con una chiesa e una torre. Alla sua morte, come lasciato nel testamento, dalla sua casa fu costruito un monastero a cui andarono tutti i suoi beni.
Inizialmente, il monastero apparteneva ai Canonici Agostiniani Portuensi, detti “Polverosi” per il colore del loro saio. Verso il 1239, il monastero viene concesso dal vescovo di Firenze ai Frati Umiliati; dopo quasi vent’anni passò alle Monache Agostiniane di Santa Cristina, che successivamente scelsero di diventare cistercensi. Nel 1322 avviene una cessione alle cistercensi di San Donato del monastero di Santa Maria Maddalena delle Convertite, situate in Borgo Pinti; le suore “Convertite” lasciarono subito il monastero di Borgo Pinti e si recarono a San Donato. I rapporti tra i due monasteri saranno sempre intensi. Nel 1628 il monastero di Borgo Pinti sarà invece occupato dalle suore carmelitane, cambiando il nome in Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (monastero occupato oggi dalla comunità degli agostiniani dell’Assunzione). Le monache restarono a San Donato fino al 1809, all’atto cioè della soppressione degli Istituti Religiosi operata dai francesi; lasciato in abbandono dai nuovi proprietari, il monastero fu comprato dal principe Nicola Demidoff, che vi costruì la sua residenza, una grande villa neoclassica.
Negli anni ’60 (del Novecento), attraverso doni e acquisti, la chiesa, il campanile e altri piccoli spazi passano in proprietà della nuova parrocchia San Donato in Polverosa.
Don Franco Bencini, instancabile priore (parroco di San Donato in Polverosa al 1963 al 2003) si dedicò molto alla costruzione, materiale e spirituale, della nuova parrocchia. Il suo lavoro fu fedelmente portato avanti, dal 2003 al 2009, da Don Wieslaw Olfier. Nel novembre 2009, la parrocchia fu affidata dal vescovo di Firenze, Mons. Giuseppe Betori, alla comunità degli Agostiniani dell’Assunzione, nominando parroco padre Giuliano Riccadonna e vice-parroco padre Lucian Dinca.
Oggi il parroco è sempre padre Giuliano Riccadonna, ma con vice-parroco padre Lwanga Kambale e padre Gervais Bakerethi.
Mentre leggevo i cenni storici, ancora incerta e confusa, una signora mi si è avvicinata e mi ha invitata a entrare, perché ieri, come ogni primo venerdì del mese, la chiesa era aperta tutto il giorno con il Santissimo esposto per l’adorazione eucaristica “Entra, c’è Gesù esposto”
E mi sono ritrovata in un gioiellino… un’oasi di pace e bellezza, fresco e silenzio, a un passo dal caos assolato di via di Novoli
Nel 2017, al termine dei lavori di recupero dell’attigua villa di San Donato, è stata liberata anche la facciata della chiesa, che ora dà su una piazzetta e che è stata arricchita da un portale moderno.
L’interno, a navata unica, conserva alcuni affreschi del XIV-XV secolo: di Matteo di Pacino sono l’Annunciazione, il Martirio di san Sebastiano, San Giorgio e il drago e la Madonna della Cintola, mentre l’Adorazione dei Magi e la Nascita del Battista furono dipinti da Cenni di Francesco di Ser Cenni.
GRAZIE
*Polverosa continuò a indicare il tratto di pianura che si estendeva, dentro le mura, da Santa Lucia al Prato fino a Porta Faenza (Fortezza da Basso) e l’area fuori le mura, oltre Porta al Prato e Porta Faenza, che comprendeva San Jacopino (San Jacopo in Polverosa) e la chiesa di San Donato, arrivando fino al ponte di Rifredi.
e a due passi da casa ! 🙂 … a volte non serve andare tanto lontano, per ciò che serve allo spirito… Vicino casa mia, a piazza sempione, c’è una chiesa abbastanza recente, anche se ispirata alle basiliche, mi pare sia dell’1800 o inizi 1900 c’ è un cristo bellissimo, – il più bello che io abbia ma visto – sembra vero. Ci andavo sempre qualche tempo fa. E poi, c’è Santa Costanza, è un po’ più lontano, ma è un mausoleo antichissimo, c’è la chiesa di S. Agnese, bella anche lei, – con la grotta della madonnina dei miracoli. Eretta da una fedele che ha ottenuto la grazia.
E ci sono tutti i voti.. esposti. E’ bellissimo.
grazie a te, per avere condiviso.
non siamo mai, SOLE.
e, bella anche l’apertura di quel luogo.. (nel post sotto),qui, la sinagoga di roma, è un po’ più difficile da visitare, sono un po più rigidi. Matteo invece ci è andato con la scuola anche a quella catalana.. se questa estate sarò di nuovo turista e non a caso della mia città, spero di poterla visitare.
ti abbraccio , forte
Roby
grazie per tutte le volte che mi porti a Santa Costanza
Ti ci ho sempre portata. Anche nei bigliettini che ho lasciato alla madonnina per protezione… Tu, e le persone che mi vogliono bene, e che coi loro pensieri del cuore, mi supportano in questo viaggio in solitaria – chiamato Vita.
GRAZIE.
PS: ringrazia Sandro per il complimento :-)))) … quant’è bella giovinezza…
PS : la tua ‘presenza’ credimi, mi rafforza a stare centrata sul mio presente, e, a non desiderare niente all’infuori di quello che ho (che è già tanto), e a sperare ancora, senza paura che ciò possa mai arrivare tardi o mai arrivare. Provvederà Dio, per me, con il mio aiuto 🙂 —–anche se so’ che continuerò a vacillare, sbagliare, fallire.. avere crisi..
ma, tu sai.
ti voglio bene.
Roby
anch’io.
Tanto ❤
🙂 vera e presente reciprocità del cuore
mi si sono inceppate le lettere dal caldo e dal soliloquio di Matteo!!!
🙂 vera e presente reciprocità del cuore
❤