Ai confini di Dio

è da qualche mese ormai che so dove e con chi vive Padre Fausto, ritrovato grazie al blog di sua nipote, la dolcissima Phlomis, passata tra le mie briciole per caso (no, non è stato un caso, le vie della Luce sono imperscrutabili, certi disegni non disdegnano i nuovi mezzi di comunicazione e connessione tra le anime), erano anni che mi portavo dietro, da un trasloco all’altro, la copia di “Ai confini di Dio” che Fausto mi aveva regalato nel dicembre del 1995 alla Badia Fiesolana,

dopo un incontro intenso e sconvolgente per me ragazza malata e infelice (allora pesavo una trentina di chili, un mucchietto di ossa, pelle, nervi e occhi spalancati tra paura e desiderio di bene). Ci eravamo scritti alcune lettere tra Brasile e Firenze, poi la vita aveva deciso di farci allontanare e avevo quasi dimenticato i miei fratellini di cuore, quei meninos de rua di cui si prendeva cura Padre Marinetti.

Ma non avevo scordato proprio niente.

In questi giorni Fausto è in Italia con suo figlio Gianmarco e

Phlomis, Gianmarco e Fausto

…prima che ripartano per il Brasile mi farebbe piacere un incontro, intanto rileggo parole che non sono mai uscite dal cuore.

Grazie

tra cielo e terra

nella dolcezza dell’autunno, sia pur primaverato, umido, con caldo anomalo e scosse inquietanti, mi vivo ottobre con gratitudine per ogni foglia in danza dai rami ai viottoli del giardino vicino all’asilo,

per le bacche colorate (forse velenose?)

sul tavolo di legno che chiamo “il mio ufficio” e che raccolgo anche se non è romantico
…però mi diverto con poco, tra ventate e sbalzi d’amore.
A metà mese (il 16) c’è stato il compleanno di Manu, ormai un uomo, festeggiato da noi anziani e dalla sorellina anche con una sfida a bowling

vinta dal ragazzo, strapersa da me che però mi sono svagata alla grande (era la prima volta che giocavo a tirar giù birilli con quelle palle pesanti)

e mille pensieri, non tutti lievi, tante corse e grane e …speranze, sogni, emozioni.
Momenti di sosta di vitale importanza, anche in una chiesa vista spesso da fuori,

chiesa di San Jacopo in Polverosa, detta di San Jacopino

chiesa di San Jacopo in Polverosa, detta di San Jacopino

scorcio diSan Jacopino

scorcio di San Jacopino

dove non ero mai entrata, forse (o almeno non ricordo), in tanti anni in questa zona di Firenze, ora invece tappa amata tra la scuola di Viola e le commissioni mattutine,

ingresso (o uscita) di San Jacopino

ingresso (o uscita) di San Jacopino

dove ho trovato tanta luce e pace

e un padre buono, un prete goloso, un confessore col cuore in punta di lingua, sguardo e mani, un confratello di tifo viola, un amico nuovo… e si è pure mangiato insieme con Anna, da Nicola. Grazie, don Fulvio per essere entrato nella mia vita. 

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Tenerezza in cammino

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Ottobre sta volando via carico di bellezza e fatica, incontri e passi, stupore e speranza, tra febbre alta per pochi giorni e tante emozioni…
L’anno speciale della Misericordia sta per finire e, anche se non abbandono l’idea di un viaggio pur breve a Roma (Viola vuole prendere il treno per andare dalla zia Roberta), intanto mi sono regalata un piccolo pellegrinaggio fiorentino con la carissima Anna: insieme alla Cappella della Misericordia, dove non ero mai entrata (vergogna… mi ero persa questa chicca robbiana), martedì 11 Ottobre. 

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Cappella della Misericordia, Firenze

Attimo di imbarazzo davanti al Duomo, con una guardia che mi aveva presa per una turista e mi indirizzava all’ingresso con biglietto…una volta entrata, dopo le preghiere, ribaltato l’imbarazzo sul povero guardiano con la domanda sul Libro dei pellegrini (nell’opuscolo dell’Arcidiocesi c’era scritto di registrarsi… ma in Cattedrale nessun registro per i nomi già scritti in Cielo, mistero risolto presto parlando con le persone informate, non senza momenti di ilarità), mentre sui gradini della Porta Santa a Firenze le lettere svaniscono…

 

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Porta della Misericordia, Cattedrale di Santa Maria del Fiore

 

Conta l’animo con cui si varca quella soglia, non un registro, non le scritte temporanee… però non è bellissimo veder mancante proprio la parola “misericordia”, il nome più dolce del Creatore. Bello, bello, bello sostare in tanta solenne abbondanza di segni.


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E dolce, emozionante, commovente per me tornare nella chiesa di San Carlo

Madonna della Tenerezza, Icona di Maria in San Carlo

Madonna della Tenerezza, Icona di Maria in San Carlo

per poi tornare a spasso… nel mondo, tra i turisti e i mercanti, l’arte in strada e i passanti. Amo la mia Firenze.

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grazie

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Alba di rosa dopo la pioggia del sabato, ansia gioia timore e desiderio di poter abbracciare finalmente una persona con cui scambio messaggi da diversi anni e che fino a questa domenica benedetta non avevo ancora incontrato. Anche se le nostre anime si erano già riconosciute e affezionate. E intanto stendevo i panni ai primi raggi di sole…

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Poi in tre alla stazione, con Viola che non aveva ancora visto un treno arrivare e

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Sandro stanco, ma contento di accompagnarmi a prendere l’amica diventata presenza fisica oltre che anima affine con cui condividere on line e per email e sms e …
Benvenuta a Firenze, Roberta!

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Ti sei conquistata la fiducia e l’affetto della monella all’inizio un po’ sulle sue (ma stasera alla tua partenza piangeva e mentre il mio sposo ti riaccompagnava alla stazione si è addormentata sussurrando: “mamma, ma domattina facciamo colazione con Roberta?”)

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Abbiamo fatto le turiste nella mia città, strappando sorrisi e foto ai turisti stranieri,

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mi hai impedito di fare a botte con un rompiscatole (sì, sono parecchio fumìna, non se l’aspettano quelli che credono di potermi trattare male impunemente per l’aria indifesa che mi porto a spasso). Non scorderò mai la tua faccia davanti alla mia ira 🙂

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(omissis)
9-ottobre-2016-viola-in-piazza-della-signoriaPassi e parole, sorrisi e salti nelle pozze

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e un giro di giostra ancora

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Tra Ai Weiwei

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e un Clet

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hai portato il sole a Firenze e fatto il miracolo di far mangiare a Viola la pizza (pomodoro e formaggio compresi, non solo il bordo di semplice pasta… e solo noi sappiamo che cosa significhi in questo momento), mi hai regalato le tue lacrime e le tue risate, un bellissimo libro di Matteo per la mia piccina
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e … il dono incredibile che è stato occasione per questo incontro tanto atteso e troppo spesso rimandato. Ma non se ne può parlare ora.
Soltanto… GRAZIE

mosto e ebbrezza

Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza…
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze,
lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse, fumano nubi basse…

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Non so se tutti hanno capito che adoro la Canzone dei dodici mesi
Come la dolcezza del sole di Ottobre al mattino dopo una notte di pioggia.
E i piedi bagnati nei sandali
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che si asciugano al primo ritorno del sereno,
mentre le foglie cadute fanno il solletico al cuore

3-ottobre-2016-dopo-la-pioggiaE la presenza nella città del Fiore di un’amica di Curva ancora divisa tra Roma e Firenze diventa la splendida occasione per un pranzo in compagnia in una deliziosa Trattoria, 

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un raduno di cuori viola e storie che ripartono…

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tra chianina al sangue, vinello rosso, schiaccia con l’uva, cantuccini e Vin Santo del Chianti

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No, decisamente non sono astemia. Me ne ero convinta solo per la paura di diventare alcolista (mi garba troppo) e per la necessità di moderarmi nell’uso di questa meraviglia per via delle medicine che prendo. 
Il bere trionferà sempre sul male