Una giornata non basta, mai. Eppure serve. Almeno a far sentire meno soli i principianti nella vita in salita.
“La paura assume le sembianze di mostro e divora giorni, affetti, rapporti umani. Desertifica e attacca. Più siamo soli più attacca. Soprattutto la paura di sapere, di dare un nome a qualcosa che accade. Ma quando la paura ha un nome, ha anche volti di persone con le quali la possiamo condividere. Non ci sono soluzioni definitive, ma strategie, che già qualcuno ha trovato e che mette a nostra disposizione. La stessa strada maestra, anche se percorriamo sentieri diversi. Il momento, il modo e il tempo in cui viene restituita una diagnosi è fondamentale. E’ come cadere, ma per rialzarsi e provare a camminare di nuovo. Certo, con modalità diverse, aggiungendo compagni di viaggio che conoscono bene la strada, ai quali daremo la mano per sentirsi più sicuri.
Il nostro pensiero dedicato al 2 Aprile Giornata Mondiale per la consapevolezza dell’autismo”
(Piccino Picciò Onlus Associazione genitori neonati a rischio)
L’anno scorso avevo condiviso queste parole pensando soprattutto a una bambina che mi è cara (anche se solo dal suo nonno so quanto A. stia crescendo bellissima, con mille paure dei genitori e un dolore che non sparisce e isola) e a un ragazzino ormai grande. La sua mamma coraggiosa e spettinata quest’anno mi ha offerto amara consapevolezza in più e vinco il blocco da blog (per altri problemi ferma da troppo tempo) per condividere alcuni indirizzi web fonte di riflessione e inviti a tenere aperti gli occhi. Che i dubbi non paralizzino, che, però, non ci si beva tutto senza dubbi.
Un link su come la tv pubblica affronti il tutto:
La Rai si tinge di blu, ma non convince
E uno sfogo di un’altra mamma:
Autismo, le chiacchiere stanno a zero
Comprendo (per lo sfinimento di chi vive situazioni complicate e non può accontentarsi delle belle parole e delle iniziative simboliche se poi la realtà quotidiana è tanto distante dalle promesse istituzionali) e abbraccio con il cuore queste mamme, anche se penso che per tanti serva ancora la Giornata del 2 Aprile, che le luci blu e ogni segnale di attenzione siano importanti per chi è all’inizio e per chi intorno non sa, non immagina, non capisce quel poco che comunque passa sia pur edulcorato…
E come il 2 Aprile scorso, vedrò come semi di speranza, consapevolezza, condivisione le foto dei monumenti illuminati di blu per fare luce e dare voce … contro gli “spettri” dello spettro autistico. Non è nel silenzio, nella paura e nella solitudine che si dovrebbe affrontare una sfida così, anche se l’incomprensione, i rifiuti, le porte sbattute in faccia, le promesse non mantenute alla fine generano solo infinita stanchezza e pure un po’ di nausea per chi ne parla senza viverlo in prima persona (e vale anche per altre difficoltà della vita) o con modalità non trasparenti. Chiedo scusa per la confusione, scrivo come posso in una situazione precaria per altre ragioni, ma oggi sentivo di dovermi riaffacciare qui
P.S. mi sono messa a leggere quasi tutto il blog Per Noi Autistici
e voglio condividere anche questo post:
“L’autismo è ancora visto come una bolla che si apre solo con l’ amore di una mamma. Lo spot ufficiale della giornata del 2 aprile è poetico e ben realizzato, vincerà premi e commuoverà persone. Purtroppo ancora una volta ribadisce il perverso teorema del rapporto tra autismo e mamma poco amorevole. E’ una lettura discriminante e priva di ogni fondamento scientifico, probabilmente riuscirà a comunicare tenerezza e solidarietà, ma sintetizza un messaggio sbagliato e rischioso per le famiglie con bambini autistici. Non è la bomba affettiva della mamma “scongelata” che recupera un rapporto di genuina maternità e quindi guarisce. L’autismo si combatte con le terapie che hanno evidenze scientifiche, con costanti e specifiche pratiche abilitative, poi l’ amore non guasta, ma noi genitori lo diamo per scontato non serve che ci spieghi la Rai che dobbiamo metterci il cuore, ci mettiamo già cuore, fegato, occhi, braccia …”
E questo era il poetico corto animato cui pare si siano ispirati per lo spot della bolla, ma in “Mon petit frère de la lune” di Frédéric Philibert non c’è il giudizio sulla mamma…
Io ho due amici, con autismo ad alto funzionamento, e li amo molto e ogni giorno. Un caro saluto
non ne dubito, si sente da quello che scrivi e condividi quanto amore ti animi anche quando non trovi il senso, senso che tu ogni giorno cerchi in tutto.
Un abbraccio
Un gentile abbraccio…
e rilancio qui il link che hai postato tu, davvero molto bello e importante:
http://www.spazioasperger.it/2aprile/
il più bel post, che ho letto in questi giorni, è il tuo . Lucido, perfetto, affatto confuso. in questo post, c’è tutto. Tutta l’umanità ben spiegata e come dovrebbe funzionare… B R A V I S S I M A, e grazie, mia bravissima giornalista. Sì, lo dico, senza battute.. sai?
lo so che non vuoi fare battute, ma …giornalista sognavo di diventarlo un tempo, ormai è tardi. Tanta confusione in testa e intorno, almeno questo post se l’è cavata. Se l’approvi tu, ci credo. TU ne hai il diritto per esperienza di vita