Ventidue anni dopo

Strage dei Georgofili 22 anni dopo

Strage dei Georgofili 22 anni dopo

Era una notte di maggio da stare con la finestra spalancata. Un maggio caldo, confuso nella memoria con gli altri mesi e anni di cui ricordo poco e in disordine, perché non stavo bene, ero un po’ fuori dal mondo e parecchio di fuori. Pesavo meno di una bambina, ossa e nervi a pelle, un’angoscia divorante che si è mangiata tanta parte della mia vita e dei miei ricordi… anche ora che con i chili tornati a far da confine tra l’anima e il mondo non conto più gli anni di vita nuova e mi sono ripresa decisamente, sento a volte il buco nella memoria come una ferita che non si rimargina. Ma ricordo con precisione quella notte.
Ero alla finestra di cucina, con vista sulle luci di Firenze, a fumare una sigaretta dopo aver salutato il ragazzo che frequentavo… Massimiliano, che abitava diladdarno, in centro, a due passi dai luoghi colpiti quella notte, a una sigaretta dal Ponte Vecchio…via Toscanella, zona di piazza Pitti.
Sentire un boato proveniente proprio da quella parte… un tuffo al cuore.
Ma, come molti quella notte a Firenze, lì per lì pensai a una fuga di gas, a un brutto incidente, non immaginavo un attentato lì, qui. Proprio qui a Firenze, proprio lì, a due passi dal Ponte Vecchio.

Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, Angela Fiume, 36 anni, suo marito Fabrizio Nencioni di 39 anni, le loro bambine Nadia, piccola poetessa di 9 anni, e Caterina, vita nuova nuova, di soli 50 giorni… e lo studente di architettura Dario Capolicchio (22 anni) persero la vita per una bomba che provocò anche una quarantina di feriti, distrusse la storica Torre de’ Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili, causò ingenti danni a tutto il patrimonio culturale e abitativo circostante, lasciando moltissime famiglie senza un tetto.

Torre de' Pulci dopo l'esplosione

Torre de’ Pulci dopo l’esplosione

Quella bomba la mise la mafia.
Le indagini svolte e i processi celebrati in questo lungo intervallo di tempo hanno permesso di individuare, grazie all’impegno di un pool di magistrati fra i quali Gabriele Chelazzi, gli esecutori e i mandanti interni della strage, appartenenti all’organizzazione criminale Cosa Nostra.

Altre bombe esplosero lo stesso anno a Roma e Milano, a conferma di un disegno criminoso che voleva condizionare il funzionamento degli istituti democratici e lo svolgimento della vita civile del Paese. Da allora i responsabili sono stati consegnati alla giustizia, ma la volontà di fare luce sulle ombre che ancora permangono resta intatta, come intatto resta nella nostra memoria il ricordo di quelle vittime innocenti.

Gerard van Honthorst, Adorazione dei pastori (1622) conservata al Wallraf-Richartz Museum di Colonia. La copia conservata agli Uffizi è andata perduta nell'attentato

Gerard van Honthorst
Adorazione dei pastori, 1622 conservata al Wallraf-Richartz Museum di Colonia: la copia conservata agli Uffizi è andata perduta nell’attentato

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