ViolaPop o, meglio, “Violapoppe” come diceva Borja Valero al telefono dal privé della coppe, non è stato soltanto uno spettacolo divertente, commovente e ironicamente surreale. ViolaPop, lo spettacolo in scena al Teatro Puccini di Firenze venerdì 10 e sabato 11 Aprile 2015 (perché una serata sola non bastava, biglietti subito esauriti per la prima, ma, a dirla tutta, per tutti noi esauriti ci vorrebbe qualche replica ancora, come terapia di mantenimento), rimescolando emozioni e ricordi, paure e speranze di una tifoseria indomabile e pluribastonata da Madama Sfortuna, ci ha fatto da psicoterapia di gruppo, con lacrime agli occhi dal ridere e sorrisi affiorati tra brividi e lacrime, tra “London calling” dei Clash e i cori dello stadio, tra un violino e la memoria vivida del gol di Bati a Wembley , la lista della spesa,
la sciarpata finale (sì, in teatro ho portato la sciarpa magica indossata tante volte in Curva Fiesole, dalla C2 con Nicodemo e Longo al ritorno in serie A e successivi alterni rovesci di fortuna e delusioni, sogni europei e provinciali soddisfazioni),
l’occasione di riabbracciare finalmente il Norfini (aveva lasciato i suoi guanti da neve in ospedale, quando è nata Viola e per due anni e passa sono rimasti a casa nostra dal reparto Maternità, anche se ci siamo rivisti al volo in qualche momento poco felice), Scaccomatto (sua la foto del trio ricostituito Lorenzo64, Cateviola e Nuta a cena prima dello spettacolo), tanti amici in sala e incontri per via,
…come i’ Pelle e Chiara, correndo a piedi verso il Puccini in via Baracca dopo la pizza da Tito. E i’ Pelle mi ha consegnato spilla e adesivo di Radio Tegame, dove da un po’ di tempo canto anch’io (da “Guarda che luna” alla “Vie en rose“, passando per “Geeg Robot d’acciaio”)
e la grande Monica Ceccatelli (presidente di Piccino Picciò) e i’ Baratti (Barattistuta, leader vulcanico degli Alterati Viola) e, in sintesi, la Curva Fiesole in trasferta sulle poltroncine di un teatro a godersi la musica dal vivo di Alessandro Nutini e Andrea Orlandini (il Nuto e l’Orla della Bandabardò) e le battute geniali di Ben, ma pure la garbata simpatia del giovane Dovellini e il talento di Leonardo Venturi.
Insomma, che confusione… Salah perché ti amo!
p.s. il Maestro Borja Valero era davvero presente in sala, non sabato sera, ma venerdì, alla prima.
p.p.s. la partita di domenica a Napoli è andata come diceva Giancarlo (che in noi convive sempre con Gianfranco, quello che sogna e gode anche se un si vince una coppa neanche dal gelataio), ma passare un’altra serata a rammemorare Nicodemo e Longo o a scherzare sulle pagelle di Cois… non ha prezzo
mi piacciono le tue pagine di vita vera! mentre mi ascolto la mitica london calling tuffo nel passato! mio appiccicato alla pelle! (e al cuore), grazie per questo tuo post; mi piacciono la tua verità e autenticità : brava!
grazie a te, Roberta, non immagini (o forse sì, tu puoi) quanto mi facciano bene parole gentili in certi momenti. Come una carezza sulla stanchezza