La paura assume le sembianze di mostro e divora giorni, affetti, rapporti umani. Desertifica e attacca. Più siamo soli più attacca. Soprattutto la paura di sapere, di dare un nome a qualcosa che accade. Ma quando la paura ha un nome, ha anche volti di persone con le quali la possiamo condividere. Non ci sono soluzioni definitive, ma strategie, che già qualcuno ha trovato e che mette a nostra disposizione. La stessa strada maestra, anche se percorriamo sentieri diversi. Il momento, il modo e il tempo in cui viene restituita una diagnosi è fondamentale. E’ come cadere, ma per rialzarsi e provare a camminare di nuovo. Certo, con modalità diverse, aggiungendo compagni di viaggio che conoscono bene la strada, ai quali daremo la mano per sentirsi più sicuri.
Il nostro pensiero dedicato al 2 Aprile Giornata Mondiale per la consapevolezza dell’autismo.
(Piccino Picciò Onlus Associazione genitori neonati a rischio)
In tutto il mondo, oggi, città con edifici e monumenti illuminati di blu per fare luce e dare voce … contro gli “spettri” dello spettro autistico. Non è nel silenzio, nella paura e nella solitudine che si affronta.
p.s. Viola sta guardando e manda bacini a tutti i bambini e alle stelle blu (sul suo lettino lenzuolo e cuscino con stelle blu)
Grazie con tutto il mio cuore. In ritardo..
ti scriverò presto.
Grazie per questo bellissimo post, che dimostra da solo la meravigliosa persona che sei Caterina.
Quello che scrivo non è dettato solo dalla riconoscenza della tua sensibilità, ma è qualcosa di più; il volere capire, il sentire, il voler andare oltre.
Abbraccio te, con affetto, e la piccola Viola, dolcissima, come te.
BRAVE.
E grazie.. anche da parte di Matteo.
🙂
eravate con me, ieri.
con NOI, volevo dire. Con me e MATTEO.
Sono talmente stanca, che .. so’ che mi capirai.
perché “in ritardo”? 2 Aprile sempre ❤
Grazie a te
Si, infatti lascerò il link. 2 aprile sempre.
la fotina è del giardino dei tarocchi? quella del nick dico:-) magari mi sbaglio!
sì, “avatar” ritagliato da una foto nel Giardino dei tarocchi, quando Viola era nella mia pancia e ancora non sapevo se sarebbe stata Viola o Lorenzo e chiamavo “Mimmi” l’essere che mi cresceva dentro ❤
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