Mi arrampicavo verso il cielo, ma non ci arrivavo mai. Travolto da un improvviso bisogno di luce, cercavo l’aria che mi mancava. Persa, sparita, scappata via senza preavviso. Arrancavo. Abbandonato dal mio stesso respiro in mezzo a questa maledetta scalata, ignota come la destinazione. È scattato un allarme silenzioso, mi stavano rubando il corpo. Per la prima volta. La bestia era entrata dentro di me, affamata dei miei polmoni, però nessuno l’aveva vista
(Stefano Borgonovo, Attaccante nato)
La stronza – come Stefano Borgonovo chiamava la malattia che gli aveva imprigionato l’anima senza mai domarla – se l’è portato via.
A noi restano emozioni indicibili e un esempio di coraggio, serenità e amore per la vita che … levano il fiato.
E i brividi quella sera di ottobre, nel 2008…
Ero allo stadio con lo sposo (che mi ha dato la triste notizia mentre allattavo Viola… la nostra piccina allora neanche nei pensieri, avevo da poco perso una promessa di vita in me..)
e con l’amico che stasera so commosso quanto ogni cuore viola e rossonero e non solo… e gli occhi rossi non erano dovuti solo al flash quella sera
Ciao, Borgo, grazie di tutto. Ora, riposa in pace