« Ora, può darsi che il supplizio più grande e più forte non stia nelle ferite, ma nel sapere con certezza che, ecco, tra un’ora, poi tra dieci minuti, poi tra mezzo minuto, poi adesso, ecco, in quell’istante, l’anima volerà via dal corpo e tu non esisterai più come uomo, e questo ormai con certezza; l’essenziale è questa certezza. […] La punizione di uccidere chi ha ucciso è incomparabilmente più grande del delitto stesso. L’omicidio in base a una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore.»
(Fëdor Dostoevskij, condannato a morte e poi graziato, nei primi capitoli de L’idiota fa pronunciare al protagonista del romanzo una violenta requisitoria contro la pena di morte)
“La pena di morte è un atto ingiusto e immorale che pretende di chiudere l’infernale circuito della violenza mortale e invece lo riapre perché in realtà pratica la vendetta per conto altrui”
(mozione approvata in consiglio provinciale, a Firenze, il 17 dicembre 2007)
“Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio“
(Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, 1764)
La Toscana ha istituito la festa commemorativa del 30 novembre per ricordare il giorno in cui ricorre l’anniversario della Riforma penale (Riforma criminale toscana o Leopoldina) promulgata, a quella data nel 1786, da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790. Con tale Riforma, la Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte.
Aldilà che le leggi siano “l’espressione della pubblica volontà” ( proprio per questo che poi la volontà può decidere la vendetta….)condivido il post ovviamente. La Toscana fu il primo Granducato…. perché squalificarla come Stato?… 🙂 Non sapevo di questa giornata commemorativa
è dal 2000 che la Toscana “celebra” questa ricorrenza. Ma quest’anno non ne parla quasi nessuno
Ecco, vorrei che si ripartisse da qui, da questa lezione di civiltà che Firenze ha dato.
Ricerchiamola, da qualche parte c’è, ci deve essere, quella grande dote che ci ha fatti grandi in passato e che oggi pare abbiamo smarrito, forse proprio perché ci specchiamo nel tempo che fu.
E vorrei che ritrovassimo essenzialmente quella capacità di essere incondizionabili, autonomi, irriverenti, scanzonati, “senza padroni”.
E ironici.
Al punto di dire che il più grande Paese del mondo, gli Stati Uniti d’America, “culla della civiltà del mondo attuale”, ancora non c’è arrivata dove noi arrivammo oltre due secoli fa
il Granduca aveva tolto anche la tortura… poi reintrodusse la pena capitale per alcuni casi.
In Italia, oggi, non è previsto il reato di tortura con tutto quel che ne consegue…
Sempre più convinta dell’inutile crudeltà della pena di morte, non per “buonismo” come mi dicono, anzi… conosco in me l’impulso feroce alla vendetta, ma lo riconosco come istinto feroce, mai vorrei fosse “legge” e sentenza. Senza considerare (e andrebbe considerato) che c’è sempre il rischio di “giustiziare” un innocente
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