10.11.’12 Viola e dintorni…

Sabato pomeriggio in centro per l’incontro “neonato e dintorni”… e poi a spasso per la nostra città, con te che scalciavi e non potevi vedere le installazioni di “Florens 2012”, ma forse sentivi il nostro amore e il divertimento di aver lasciato a casa tensioni, motivate e senza motivi, per giocare come i bambini nel richiamo discutibile all’orto degli ulivi

I massi in piazza Santa Croce, visti dall’alto dovrebbero formare una grande croce, appunto. Da terra… ci si poteva immaginare di tutto.

Effetto neve, tra i marmi che nascondevano strani personaggi:

i’ babbo che faceva il tacchino e poi… Sisifo

e la mamma con tante scarpe in capo,

soprattutto tanto stanca, sempre a cercare un punto d’appoggio tra la folla che sfilava

sotto lo sguardo impassibile di Dante nel mirino provvisorio

e la Torre di Arnolfo vista dalla piazza trasformata in un parco di giochi di luce,

effetto notte d’inverno in un pomeriggio d’autunno, di tenerezza spaesata.
Viola, tesoro… babbo e mamma giocavano aspettando te,

anche a fare i  turisti nella nostra città…

e ti voglio tenere dentro me ancora tanto, ma non vedo l’ora di conoscerti e farti conoscere le vie di Firenze, a cominciare dalle curve strette come in via Torta

12 pensieri su “10.11.’12 Viola e dintorni…

  1. Foto straordinarie. Merito di Firenze e non solo…. 😉 Certo se poi ci si mette pure la Fiore…. 🙂 Telefonato stasera a Riccardo: “chi te l’ha fatto fare?”….ah, se mi avesse dato ascolto… 😉

  2. Firenze è come il viso (e non solo quello) di una donna bellissima, che qualsiasi trucco non riesce del tutto a sfigurare. Non sono “conservatore”, anzi. Tuttavia a me (che vorrei tanto poter vivere una Firenze deserta, pulita, silente) quelle strutture e quei massi sono sembrati “invasivi” se non addirittura “invadenti”.
    Mi sovviene a questo punto la favola del Re Nudo, amara e oggi più attuale che mai. Difficile, per chi non s’intenda di “stoffe” e “capi di vestiario”, è distinguere tra broccati e lini e tessuti pregiati e tele di sacco e… il nulla di cui consiste l’inesistente abito del Re, appunto, Nudo.
    L’amarezza è ancora più cocente, poiché nella nostra tragica favola quotidiana manca il “ragazzino” l’innocente che indichi alla massa di zelanti pecore belanti e osannanti: “Il Re è Nudo!”. (Domenico Molinini)

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