contro la pena di morte

fucilazione Francisco de Goya, Prado

« Ora, può darsi che il supplizio più grande e più forte non stia nelle ferite, ma nel sapere con certezza che, ecco, tra un’ora, poi tra dieci minuti, poi tra mezzo minuto, poi adesso, ecco, in quell’istante, l’anima volerà via dal corpo e tu non esisterai più come uomo, e questo ormai con certezza; l’essenziale è questa certezza. […] La punizione di uccidere chi ha ucciso è incomparabilmente più grande del delitto stesso. L’omicidio in base a una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore.»

(Fëdor Dostoevskij, condannato a morte e poi graziato, nei primi capitoli de L’idiota fa pronunciare al protagonista del romanzo una violenta requisitoria contro la pena di morte)

NO pena di morte

“La pena di morte è un atto ingiusto e immorale che pretende di chiudere l’infernale circuito della violenza mortale e invece lo riapre perché in realtà pratica la vendetta per conto altrui”

(mozione approvata in consiglio provinciale, a Firenze, il 17 dicembre 2007)

“Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio

(Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, 1764)

Dei_deleti_e_delle_pene_1764

La Toscana ha istituito la festa commemorativa del 30 novembre per ricordare il giorno in cui ricorre l’anniversario della Riforma penale (Riforma criminale toscana o Leopoldina) promulgata, a quella data nel 1786, da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790. Con tale Riforma, la Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte.

Bargello

imparare a conoscersi

e all’improvviso sentire che tutto andrà come deve andare. E iniziare a crederci. Davvero. Dal giorno di luglio in cui ho scoperto di essere in attesa non mi ero ancora ripresa dalla meraviglia… fortissima emozione inattesa. Da pochi giorni ci credo, sto per diventare mamma di una bimba che non vedo l’ora di riconoscere fuori da questa pancia almeno quanto adesso mi riempie di gioia conoscerla giorno per giorno da come si muove, scalcia, si gira, si placa cullata dai miei movimenti o si agita forse sognando… è in me, ma è già diversa da me, un’altra persona, un esserino che dipende dai miei respiri, da quel che mangio e poi da quel che le farò mangiare, ma non un pezzetto di me, un’altra persona da conoscere, una vita diversa con cui dividere lo spazio e condividere il tempo. Sarà anche lei una lunatica innamorata del cielo sopra Firenze?

Oggi è iniziato il corso di preparazione al parto… non ci insegneranno a partorire, come nessuno ci ha insegnato a vivere i cambiamenti non indifferenti che già ci sono stati, in fondo nessuno a parte noi può sapere quel che ciascuna di noi sta provando. Quel che possono darci l’ostetrica di riferimento e la figura variabile di accompagnamento (stamani una psicologa tirocinante), allora, che cosa sarà? Informazioni, incoraggiamento a fidarci di noi stesse e … un ambiente protetto (una stanza pulita e luminosa, con materassini e cuscini, separata dagli impegni e dagli elementi di disturbo del “fuori”) dove imparare a rilassarci. Fermare la giostra delle corse quotidiane per ascoltare chi ne sa più di tutti su quel che ci sta capitando: il nostro corpo e chi lo abita fino al momento di venire alla luce.

Uscire dalla Margherita e ripercorrere i viali interni di Careggi non più col gelo nel sangue anche in maggio, ma con te nella pancia… mi ha fatta sentire così leggera!
Il peso sulla bilancia sale in un modo che non avrei creduto possibile, il peso sul cuore se ne va.
Mi porterò sempre dietro la mia storia, ma tu, piccola Viola, mi stai aiutando a farne scivolare il dolore alle spalle

l’unico essere umano che può prendere a calci (e pugni e gomitate…) una donna
è chi deve ancora nascere

Settimo mese

Sembra ieri che “… sarà l’ennesimo ritardo, ma via, sì, facciamo ‘sto test” e oggi inizia il settimo mese aspettando te.
Piccola mia, sono così stanca stasera che quando scalci mi fai quasi male, ma è tanto bello sentirti così viva!

Lunedì mattina, mentre aspettavo il terzo prelievo per la curva glicemica, mi hanno chiamata dal Centro di accompagnamento alla nascita della  Margherita: il corso preparto per me inizierà lunedì prossimo, un po’ prima della settimana 30 o 32  come mi era stato annunciato (e mi sembrava tardi… specie dopo aver visto i bimbi nati al sesto mese! Troppo presto per loro, piccini, è vero, ma in ogni caso prepararsi per tempo male non è).

Mi ricordo bene quella mattinata di ottobre, solo il mese scorso, quando siamo stati la prima volta a vedere l’astronave (dove si tengono anche i corsi preparto per tutte e gli incontri informativi per le coppie, con ostetriche, medici e specializzandi di Careggi). Sarebbe un sogno farti nascere lì, ma bisognerebbe fossi in condizioni perfette… e ne dubito. Vedremo (mai dire mai, questo l’ho imparato grazie a te)!

Oggi pomeriggio si voleva partecipare solo al primo incontro (“Il parto fisiologico e le capacità naturali della donna”, Aula conferenze della Margherita, alle 16.30) di quella serie di appuntamenti informativi… Sandro aveva preso permesso dal lavoro per accompagnarmi e lunedì ero già stata a un’altra conferenza (sull’adattamento del neonato alla vita extrauterina), con stanchezza estrema… arrivata a casa all’ora di cena con tutto da fare ancora a casa, cena da preparare inclusa e una specie di lite surreale ovvia conseguenza dello sfinimento (la mattina la curva, quattro buchi e ore a digiuno al presidio sanitario… ). All’intervallo ho chiesto a un’ostetrica se si poteva visitare la Maternità e che cosa si doveva fare (prenotarsi?), alla risposta “se restate anche al secondo incontro, poi vi si dice tutto” siamo rimasti, ma ero infreddolita, stanca, indebolita… non ho quasi seguito quel che spiegava il dottore di cui neanche ricordo il nome… poi però il premio: giro del reparto dove probabilmente nascerai, Viola … è bello, grande e … forse mi manderà via dalla mente e dal cuore altri ricordi, non proprio piacevoli, di Careggi… storie del passato, roba di quando ancora non avevo incontrato il tuo babbo. Ma tu guarirai anche queste ferite, lo so. E sì che dovrei essere io a curarti, accudirti, proteggerti… e intanto sei tu che mi salvi.

insieme, in viola

“E a volte accade che i sogni abbracciano la vita e la stringono forte,
pelle sulla pelle”

(Benedetto Ferrara)

Nella Sala delle vetrate, nel complesso delle ex Murate, prima convento di clausura, poi carcere, tristemente famoso per esser stato centro di raccolta e tortura di prigionieri politici e partigiani, infine spazio restituito alla città di Firenze…

oggi incontri estremamente emozionanti, in occasione della Giornata mondiale della prematurità.

Tante scarpine, tanta voglia di vivere nei piccini nati prima del termine e oggi in festa con i genitori e i volontari di Piccino Picciò

Emozioni e sguardi non edulcorati sull’avventura di chi viene al mondo con un bisogno di attenzioni e cure in più… era presente anche Benedetto Ferrara, voce narrante del cortometraggio “C’era una volta un bambino piccino picciò”, ma il ragazzo è timido, metto la foto solo della tostissima Monica Ceccatelli,

amica da un po’ grazie alla Viola e su facebook, un po’ di più da quando ho scoperto di essere in attesa… anche se ancora non sapevo di far crescere in me Viola. Oggi finalmente incontrata di persona, tra le scarpine viola

Chi ha sofferto comprende la sofferenza e perciò tende la mano…

e c’è bisogno di aiuto concreto, oltre che di sostegno psicologico e di una rete di affetto.

E a catturare attenzione per i bambini nati a rischio, anche il Biancone si è illuminato di viola… il colore del desiderio e dell’attesa, il colore che culla lo spirito, il colore simbolo di questa giornata dedicata alla prematurità

e meno male che avevo con me un paio di babbucce da neonati per spiegare ai turisti incuriositi come mai la fontana di Nettuno, in piazza della Signoria, fosse tutta viola

 Che sabato incredibile: un’ondata di energia, amore, bellezza, speranza e coraggio… GRAZIE!

voglia di leggerezza

Silvia, la mamma del mio adorato nipotino, mi ha portato un sacco di cosine meravigliose per i primi mesi della vita futura…

Per Viola, quando andranno bene le babbucce che a me sembrano minuscole e per un’amica “sono enormi, le userai quando avrà tre mesi”?

Intanto, però, non mi potevo più vedere le mani così senza colori… e, anche se le unghie sono ridotte ai minimi termini (per i sali minerali la precedenza va a Viola, capisco… e mi si sfaldano le unghie se tento di farle crescere), ripresi smalto viola scuro e acrilici rosso e bianco

per una micro nail art che mi sono inventata stamattina

con il cuore e la Luna

e i colori di Firenze e della Fiorentina…

certo influenzata dalla Luna ritrovata in cielo dalla finestra ier sera

piccini picciò

Con tre paia di scarpine viola, ma non erano per Viola…

Viola è anche il colore della TIN (Terapia intensiva neonatale) e le scarpine da neonati di colore viola sono il simbolo della Giornata Mondiale della Prematurità. Ne occorrevano tante per prepararsi al 17 novembre.

E Piccino Picciò le raccoglieva

“Il 17 Novembre 2009 è stata ufficialmente celebrata per la prima volta la Giornata della Prematurità. Le iniziative erano molte da ogni parte del Mondo e quindi la  Giornata è diventata Mondiale “World Prematurity Day”. Lo scopo principale è di focalizzare l’attenzione sulla prevenzione del parto prematuro e sulla nascita prematura. I fili di piccole scarpe da neonato, ed il colore viola, sono il simbolo di questa giornata. L’obiettivo è far illuminare un punto di interesse in ogni città, con la luce di colore viola…”

A Firenze, sabato 17 e domenica 18 s’illuminerà di viola la fontana di Nettuno (il Biancone) in Piazza della Signoria. Grazie alla tenacia di Monica Ceccatelli, di cui riporto un testo che mi ha commossa fino alle lacrime:

C’era una volta…..

 

“La storia che vi voglio raccontare è la storia di Camilla, di Anna, di Martina, di Francesco, di Lorenzo, di Niccolò e di tutti quei bambini che per chissà quale ragione sono nati troppo presto.
Dal tiepido mare che li accoglieva nella pancia della loro mamma si sono trovati, nel giro di pochi minuti in….un altro pianeta. Innanzi tutto l’acqua era sparita, faceva freddo e c’erano dei rumori assordanti un sacco di gente che si agitava, insomma non capivano bene cosa fosse successo.
“..Questa voce……ricordo di averla sentita, è della mia mamma, ciao mamma sono io, ricordi quante chiacchierate insieme?…….Sai mamma, mi sento molto debole, ho freddo, quando ero nella tua pancia stavo al calduccio, nuotavo ma ora……ma non ti disperare, sono molto contento di sentire la tua voce, vorrei vedere il tuo volto ma ci sono questi signori che ……..si, si stanno occupando di me e sono un po’ preoccupati, in effetti non sto bene, però……..solo un attimo, fatemi vedere la mia mamma!
Niente da fare, mi hanno lavato, sistemato mi stanno aiutando a respirare, sai mamma da solo non ce la facevo…..vorrei sapere che cos’è questo tubicino che ho nel naso, in effetti quando funziona non ho fame, però che fastidio.
Qui ci sono tanti bambini come me chiusi in questa casetta tutta trasparente, è bella ma è bello anche quando la coprono e io riesco a dormire, ci sono tante tate che si prendono, cura di me, mi accarezzano mi coccolano……ma tu mamma dove sei? Anche il mio babbo è venuto a trovarmi e passa molto tempo con me mi racconta un sacco di cose carine e mi manda sempre tanti baci da parte tua ma io ho voglia di vederti.
Sai mamma, ogni tanto mi fanno le punturine però mi danno il ciuccio, mi coccolano e mi fanno tante carezze, poi c’è una tata che mi fa stare benissimo, mi avvolge tutto con dei telini morbidi morbidi e mi sembra di stare di nuovo nella tua pancia al calduccio.
Ho sentito la tua voce, stai arrivando, mi avranno pettinato oggi? Spero di essere a posto…….Mamma, finalmente, non sai quanto sono contento di vederti…….no mamma, non piangere non preoccuparti. lo so mi immaginavi diverso ma vedrai che migliorerò, sai mi stanco tanto, vorrei dirti tante cose ma………..ora non ce la faccio più. Si, mamma il suono di questo “coso” è noioso, ho sentito che lo chiamano monitor, però non guardare sempre lui, sei venuta per me…..Anche tu mamma lo so sei stanca, non stai molto bene, però vedrai ce la faremo.
Sai mamma, in questi giorni ho fatto tanto preoccupare i dottori e anche te e il mio babbo, facevo tanta fatica a respirare, a mangiare e anche a farmi cambiare. Sai mamma, io ho cercato di dirlo a tutti, forse non mi hanno capito, io…..volevo stare con te, più stavo male e più avevo bisogno di sentirti vicino. Tu non devi impressionarti, sono il tuo bambino e quando ci sei tu, quando c’è il mio babbo, anche quando sto male, mi sento meglio. Mi basta sentire la tua voce sapere che ci sei.
Finalmente è arrivato il gran giorno! Le mie care tate oggi mi hanno detto faremo ….come si chiama? insomma io dovrò fare il piccolo canguro! Chissà cosa vuol dire. Mamma, è bellissimo, tu come stai? io sto molto bene, sento il tuo cuore battere, è quasi come stare di nuovo nella tua pancia… sai mamma, ho deciso, da grande farò il canguro!
Ora mi sono un pò stancato, torno nella mia casina, però mamma tu non andare via, stai ancora un pò con me……..perchè ti dicono che l’orario di visite è finito? Io sono un bambino e voglio stare con la mia mamma e il mio babbo! Lo so, le tate corrono sempre, sono poche per tanti bambini e di dottori…….vedo sempre le stesse facce, mamma e babbo fate qualcosa per aiutarli però anche loro devono farmi stare con i miei genitori.
Uffa, questi rumori non li sopporto più, non c’è un attimo di pace! gli oblò che si aprono e si chiudono sono come tuoni all’improvviso, il monitor suona, le pompe suonano, Voglio dormire! Non vedete che mi agito, allungo le braccia, apro le mani, distendo le gambe in aria, questo è il segno che voglio essere lasciato in pace, il pannolino cambiatemelo fra un pò, coccolatemi, contenetemi, fatemi fare un pisolino e al risveglio vedrete che sarò di ottimo umore.
Oggi ho fatto il cangurino con il babbo, abbiamo parlato di sport, di macchine, insomma mamma roba da uomini! A forza di parlare di sport con il babbo mi sono sentito forte e……mi sono tolto il tubicino dal naso! Ora incomincio a stare meglio ed ho più forza, urlo e strepito quando le cose non vanno come dico io, vedrai a casa mamma, tutti ai miei ordini!
Sai mamma, io vorrei fare come Filippo, lui sta dalla sua mamma a fare il cangurino, poi mi ha detto che mangia anche, come è possibile…, io il tubicino non lo voglio più, ora sono grande abbastanza, mi vergogno i miei amici mi prendono in giro!
Babbino mio, che fatica! Oggi la mamma mi ha fatto mangiare con un coso, ho sentito che si chiama bibe….biberon. Mi sono stancato tantissimo e il monitor ha suonato parecchio, però se mi alleno….io il tubicino non lo voglio più e vedrai che ci riuscirò!
Sono un atleta! ora sgambetto come un grillo, so mangiare al biberon e quel rompi del monitor non suona più, mi aspetto un avanzamento di carriera, voglio andare nel lettino!
So che ancora non potrò venire a casa, comunque nel lettino è un pò più tranquillo, in questa stanza c’è meno confusione ma c’è sempre lo stesso problema, sto troppo poco con te e con il babbo!
Forse i diritti dei bambini vanno a peso, se io fossi un lattante ( eppure il latte lo prendo anch’io)avrei diritto di stare con la mia mamma ma sono nato troppo presto e mi volete punire per questo?
In questo reparto sto molto bene, voglio molto bene a tutti e tutti ne vogliono a me, si dispiacciono se sto male e sono felici quando faccio progressi, però………..voglio la mamma!
Sarà vero davvero? ho sentito una tata dire che oggi vado a casa, io spero tanto che sia così, sono curioso di vedere casa mia, la mamma e il babbo me ne hanno parlato mi hanno detto che hanno dovuto correre tanto in questi giorni per comprarmi tutte le cose, dipingere la mia stanza, insomma non avevano preparato niente, non erano pronti, cosa credevano che volessi stare per sempre qui?
Però un pò mi dispiace, lascio i miei amichetti e le mie amichette, anche se le nostre mamme hanno detto che ci rivedremo presto, sono diventate molto amiche anche loro, il lunedì non arrivano mai dicono che vanno ad alcuni incontri e che chiacchierano di un sacco di cose interessanti. Ci sono loro, i medici, le tate, la tata dei telini e un’altra tata che mi dovrà controllare se cresco bene.
Ci siamo, è arrivato il momento, mi hanno messo in una specie di ovetto, tutto vestito da capo a piedi, ho tanto caldo, se non andiamo via……mamma, babbo, che fate piangete? Vi dispiace andare via da qui? Avete ragione per un bel pò di tempo questa è stata la nostra casa e la nostra famiglia, anche a me dispiace ma…..voglio vedere com’è fatto il mondo, voglio vedere il colore dei prati, del cielo, della neve, voglio vedere le cose delle quali mi parlavate sempre e voglio conoscere il resto della famiglia, magari quello un pò alla volta, non vorrei che qualcuno avesse l’influenza! Ho voglia di stare un pò da solo con voi a ….coccolarci come tutte le famiglie normali!
Allora? siamo pronti? possiamo andare? Eccomi mondo, sto arrivando, oggi nasco di nuovo!
Anche i bambini nati troppo presto hanno il diritto di stare con i loro genitori, in Italia ci sono diversi reparti di Terapia Intensiva Neonatale che hanno l’accesso al reparto 24 opre su 24, altri che vorrebbero aprire ma per questioni di spazio o di personale non possono farlo. Non si può aprire il reparto 24 ore senza che ci siano dei requisiti minimi di spazio e di personale, però non si può negare ai genitori e ai bambini un diritto fondamentale come questo. Sia i genitori che gli operatori dovranno lavorare, in un futuro molto prossimo, per raggiungere questo scopo. Serve l’impegno dei genitori e la tenacia e la volontà che distingue gli operatori che lavorano nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale. Mi auguro che il mio sogno e il sogno di ogni altro genitore che ha avuto il bambini ricoverato in T.I.N si avveri presto”

Per  sabato 17 il programma fiorentino della Giornata Mondiale della Prematurità prevede incontri alle Murate (Sala delle Vetrate, Via Ghibellina),
dalle 15 alle 19:


° P
resentazione della Carta dei Diritti del bambino Prematuro
° I genitori raccontano i bambini attraverso le immagini e le parole 
° Proiezione del Cortometraggio di Francesca Leoni “C’era una volta un bambino Piccino Picciò” 
° Ti dono la mia Fascia 
° Piccola merenda 
° Le fate che truccano.

Domenica 18, alle 18 (quindi c’è tutto il tempo di tifare la Fiorentina, prima e di passare da uno stadio all’altro con la medesima sciarpa… )  una partita da non perdere!

Spero di partecipare agli incontri, anche con la presenza fisica, oltre che con il cuore e le scarpine preparate da mia madre … e spero che Viola non abbia fretta di uscire. Nella peggiore delle ipotesi, nel caso le contrazioni che inizio a sentire meno sporadiche (ma credo siano quelle “finte”, quelle preparatorie, forse quelle dette di Braxton- Hicks? Non ci capisco molto, le avverto più forti se non riposo abbastanza, nulla di preoccupante per ora) e i calci della vispa piccina fossero preludio a una cicogna sprint… almeno so che potremo contare su angeli senza ali e … viva Viola!

acqua e fuoco

… come fuoco in cielo …

dopo la pioggia, giochi di colori e luci tra le nuvole

e colori di fuoco tra le foglie nel cortile oltre il garage, magie di autunno nella pioggia di novembre,

a Firenze, in casa dalla finestra e fuori a spasso in una tregua del pianto delle nuvole

emozioni in danza, poi… immagini inquietanti dall’amata Maremma

foto dal web

e notizie agghiaccianti.
Tristezza immensa

foto dal web

per lo scempio e per le vittime

ma non parliamo di “emergenza maltempo”. Se il fango travolge tutto alla prima pioggia, per quanto copiosa, non sarà anche perché si è lasciato costruire ovunque? Bruciate pinete, bruciate e costruite… e poi date la colpa alla pioggia!
Non dimentico gli incendi in Maremma, anche “solo” quelli di quest’estate rovente

10.11.’12 Viola e dintorni…

Sabato pomeriggio in centro per l’incontro “neonato e dintorni”… e poi a spasso per la nostra città, con te che scalciavi e non potevi vedere le installazioni di “Florens 2012”, ma forse sentivi il nostro amore e il divertimento di aver lasciato a casa tensioni, motivate e senza motivi, per giocare come i bambini nel richiamo discutibile all’orto degli ulivi

I massi in piazza Santa Croce, visti dall’alto dovrebbero formare una grande croce, appunto. Da terra… ci si poteva immaginare di tutto.

Effetto neve, tra i marmi che nascondevano strani personaggi:

i’ babbo che faceva il tacchino e poi… Sisifo

e la mamma con tante scarpe in capo,

soprattutto tanto stanca, sempre a cercare un punto d’appoggio tra la folla che sfilava

sotto lo sguardo impassibile di Dante nel mirino provvisorio

e la Torre di Arnolfo vista dalla piazza trasformata in un parco di giochi di luce,

effetto notte d’inverno in un pomeriggio d’autunno, di tenerezza spaesata.
Viola, tesoro… babbo e mamma giocavano aspettando te,

anche a fare i  turisti nella nostra città…

e ti voglio tenere dentro me ancora tanto, ma non vedo l’ora di conoscerti e farti conoscere le vie di Firenze, a cominciare dalle curve strette come in via Torta

adorabili mostri

… che viviamo la nostra vita
non come una partita a scacchi in cui tutto è calcolato,
non come un match in cui tutto è difficile,
non come un teorema che ci rompe il capo,
ma come una festa senza fine,
in cui il tuo incontro si rinnova,
come una danza tra le braccia della tua grazia,
nella musica universale dell’amore

In questo freddo pomeriggio, un po’ affaticata, ripensavo a Madeleine Delbrêl.

Faceva freddo anche quel giorno, quando Sogno portò a Firenze i suoi cuccioli… che lei chiama “i mostri” e di cui ci regala spesso perle esilaranti e commoventi. Non è un segreto che io abbia un debole per il piccolo genio, Federico,

ma come resistere alla dolcezza di Arianna?

Ricordo le loro corse a perdifiato … spettacolo della vita nel panoramico spettacolo di Firenze dal piazzale Michelangelo.

e i loro giochi a rinnovare la nostra casa poco dopo il trasloco. Casa nuova solo con nuovi sorrisi e voci nuove a riscaldare pareti e perimetri …

Era il 14 febbraio 2010. Poi ci siamo incontrati di nuovo a Lodi, nella primavera della ricaduta, alla fine di marzo 2011.

Il giorno dell’anniversario delle nozze viola è arrivato un pacchetto da parte loro:

il quadrato di stoffa di Arianna era nella busta con il biglietto di Federico,

il quadro di Federico (che ha disegnato proprio le viole del pensiero… pensieri dipinti per Viola) era accompagnato dal biglietto della principessa della luce…

e no, Viola non è ancora nata e spero proprio non abbia fretta di uscire, ancora è troppo presto, ma in fondo Arianna ha ragione, Viola c’è già.
E
forse già c’era quando avevo smesso di sperarci. Il suo viaggio potrebbe essere iniziato nei giorni di giugno intorno al saggio di danza

certo che ora si vede e si sente la sua presenza dentro me

Non dovevo smettere di sognare
(Carla si chiama Sogno tra noi amici “virtuali” per via del suo nickname nell’altro altrove, dove ci siamo riconosciute prima di incontrarci nelle rispettive città, Nonsmettodisognare)

Amore … da 8 anni insieme

“Nei giorni che seguirono si rinnovò il miracolo che unisce per un tratto di destino due persone provenienti da disuguali ferite, da diverse allegrie
(da Un destino ridicolo)

Ci siamo conosciuti in Curva Fiesole, dove nuvola viola ero rinata, spesso Alterata…

innamorata della Fiorentina da quando, bambina, avevo visto danzare sull’erba del Franchi “il ragazzo che giocava guardando le stelle”,

mi ero abbonata in Curva Fiesole solo dopo il fallimento, mentre iniziavo a venire fuori da quel tunnel di dolore dell’anima che si stava divorando anche il corpo e tutta una vita interrotta:

” C’è chi mi dice che sono troppo tifosa… – iniziava così la mia prima pagina personale on line, il testo di presentazione su fiorentina.it –
Troppo? Il tifo, la passione, il vero amore non conosce misura e, se questa passione mi rianima e mi incoraggia a vivere con gioia, che male c’è? Sarà pure una follia, il mio amore per la VIOLA, ma è stata questa folle passione a guarirmi da altre follie, gioiosa questa e colorata, buie e distruttive le altre … (..) avevo perso la voglia di vivere e interrotto gli studi a pochi esami dalla laurea, ma con l’affetto dei cari, le cure dei medici e il desiderio di continuare ad amare la mia, anzi, la nostra VIOLA, mi sono impegnata ad uscire dal tunnel, mi sono fatta aiutare, ho vinto la vergogna di tornare in Facoltà dopo tanto tempo fuori dal mondo, ho finito gli esami (e, se mi prendeva l’ansia o lo sconforto, mi facevo coraggio cantando nel cuore “Garrisca al vento il labaro viola…”) e il 19 febbraio 2002 ho potuto discutere la tesi di laurea (…). Nell’estate che doveva essere la prima vera vacanza dopo anni di malattia e paure, invece dei festeggiamenti, mi sono arrivate due botte: un dolore personale (…) e il dolore condiviso della scomparsa della Fiorentina. “

Quell’estate era morta la Fiorentina: fallimento, condanna a non usare il nome storico e nemmeno il colore viola per la maglia. Chi non ha mai tifato non potrà capire, forse, ma fu vero lutto. Bruciante in ciascuno e feroce, gigantesco, aggregante lutto collettivo … ci univa, come prima tifare la stessa squadra, piangere ora insieme i colori perduti. Sui giornali e in tv non c’era verso di trovare uno straccio di notizia, la Fiorentina era scomparsa, del tutto. Una misera pagina del televideo aggiornava i tifosi orfani sui primi passi di una nuova squadra che si chiamava come uno stabilimento balneare: Florentia Viola. C’era solo fiorentina.it.
Il primo commento a quella stralunata presentazione fu di un certo Nuta, ma dopo qualche messaggio scambiato in privato non mi scrisse più, per un po’… intanto incontravo tifosi e tifose viola di tutta Italia che sono diventati i miei veri amici, la mia famiglia di cuore.

La prima volta che ci siamo visti e riconosciuti era il 25 Aprile 2004. In Curva Fiesole. La Fiorentina vinse e fu festa nella festa.
Come il 20 giugno 2004,

insieme allo stadio la sera della sfida che valeva la promozione in Serie A.

E quindi uscimmo a riveder le stelle

Il 6 Novembre dello stesso anno eravamo nella Sala rossa di Palazzo Vecchio per unirci in matrimonio.

Con il suo cucciolo (ora un giovane uomo più alto del suo babbo e un fratellone emozionato in attesa della sorellina) a portare le fedi col giglio sul cuscino

e, pesco a caso tra i ricordi, insieme a Parigi, per un altro anniversario…

e insieme a Firenze

foto di Lara che guarda i girasole

Il simbolo dell’infinito è una specie di otto sdraiato…

6 Novembre 2004

6 Novembre 2012
Otto anni di te con me

e una Viola piccina in arrivo…