…passaggi

Amore mio, oggi ne abbiamo presa di acqua, eh? Ma è bello camminare senza l’ombrello.
Quell’acqua che scende dal cielo si chiama pioggia e non dovrà mai farti rintanare in casa, non deve farti paura, perché non fa male, non quanto danno fastidio gli ombrelli.

Piove e fa freddo, ma meno che quando era più sereno, come sempre.
Non voglio che finisca Ottobre.

Vorrei tenerti ancora tanto qui con me, dentro me, al riparo dal mondo e invece il tempo vola, passano i giorni, le settimane, i mesi… e sì, tu dovrai uscire, so che hai voglia di vivere, ti sento scalciare, danzare, prepararti a respirare fuori da questo mare scuro che ti avvolge e che tra poco ti starà stretto. E vivrai.
E proverò a proteggerti senza soffocarti, anche se temo sarà parecchio difficile.
Finché sei dentro me, ti sento al sicuro. 
Mi mancherà questa pancia, mi mancherà il tuo cuore a un soffio dal mio, sempre insieme così…ma fuori di qui vedrai la luce.
Verrai alla luce e vedrai i colori che questa pioggia fitta sembra cancellare e invece prepara rinnovati.

Lunedì, poi, sono andata in centro, con l’autobus. Mi dicono da Parigi che lì cedono il posto alle donne in attesa… lasciamo stare. Non so farmi rispettare. Meno male che una vecchina mi ha notata e “Oh nini, venvìa, fatti dare i’ posto con codesto pancione! O giovini, un vu vedete che l’è incinta?”

ero andata a firmare la petizione per il vincolo d’uso e a salutare la Libreria Edison (ancora piango per la chiusura di Marzocco, poi Martelli…)

e a fare il pieno di bellezza

nella piccola e povera città di Berta

e volevo prenderti qualcosa, dopo tanti doni ricevuti dagli amici di ogni dove…

come le scarpine che Sara ha mandato insieme con la stoffa per la copertina, con i cuori viola e i palloncini arancioni…

E ti ho trovato qualcosa di viola, Viola piccina…

e sì, crescerai

e fuori piove piove piove
e Ottobre sta per finire

Due anni di vita nuova

“ma l’avresti mai detto due anni fa, quando è nato Bernardo, che avresti festeggiato il suo secondo compleanno col pancione?”
(Simona, stamani, quando ho scritto che pensavo ai due anni del mio nipotino)

no, non avrei osato sperarlo.
Prima che mi scrivesse Simona, stavo sfogliando ricordi

Il 29 Ottobre 2010, quando è nato Bernardo, stavo per partire per Parigi. Al ritorno, con gli occhi e l’anima tutta ricolmi di bellezza, inondata di tenerezza per la sua nascita, mi ero trovata a un bivio. E scelsi di non forzare la mano al destino. Non era troppo tardi, per diventare mamma di pancia, ma non lo sapevo e non osavo sperarlo. Non era troppo presto. Non è che non fossi pronta a fare un figlio, non ero disposta a cercarlo “a tutti i costi”.
Con questo, nessun giudizio da parte mia per chi si avventura in quella delicata ricerca, ma non era la mia strada.
Mal sopporto i facili moralismi e l’irrisione nei confronti di chi affronta di tutto per esser mamma oltre i limiti della propria condizione “naturale” (non solo l’età), personale e di coppia.  Conosco sin troppo bene il dolore di aver perso un bimbo prima di vederlo nascere, la tristezza di non riuscire a restare incinta, le difficoltà (non vissute direttamente, ma attraverso le testimonianze di amici) per adottare … e comunque ciascuno sa la propria storia e nessuno deve permettersi di giudicare senza sapere. Ma, ripeto, non era la mia strada.
Buttate vie le pasticche che avrebbero dovuto dare una mano all’ovulazione, affrontata la ricaduta nella depressione (tornata, credo, anche per altri motivi o forse senza nuove ragioni precise, chi può dirlo?), mi ero alla fine quasi rassegnata. Allietata comunque dalla gioia di essere zia. E sposa. E mamma di cuore. E viva, tornata alla luce ancora una volta. La ricaduta forse era un richiamo a quel che già scordavo: ero venuta fuori da una specie di inferno.

Ogni giorno era comunque un dono.
E poi l’attesa inattesa … e non ci sono ancora parole per dire tutta la felicità e le paure nuove.

Bernardo, poi, è un bimbo così buono… ora parla e un suo “Ciao zia” mi cambia l’umore per tutta una giornata.

Bernardo capisce tutto. Gli avevano detto di fare piano, non tirarmi le cose come prima, quando si giocava scatenati… “perché la zia ha la bua” e lui era triste. Mi sono permessa di spiegargli che no, la zia non è malata, non si è fatta male, non ha la “bua”, ma che dentro la mia pancia che cresce c’è una bambina piccola piccola, così piccola che non può ancora uscire a giocare con lui e bisogna proteggerla e farla stare al sicuro perché diventi abbastanza grande da poter vivere fuori da questo pancione. Sono certa abbia capito. Ai bambini bisogna dire sempre la verità.

P.S. nella prima foto mi si vede indosso la campanella “Chiama angeli” dono della Bruja

 

non è inFernet

sì, a volte internet può riproporre l’inferno che siamo gli uni per gli altri, ma i mezzi sono mezzi… le persone sono i fini e fanno la differenza.

In questi giorni sono arrivati regali da persone conosciute ai tempi del primo blog, nell’altro altrove… non di tutti posso parlare qui, ma non importa, ci sono altre vie per far arrivare la gratitudine.


Ieri, in un giorno solo, riuniti i personaggi della cena della Champions (una scommessa in cui chi vinceva offriva … e visto che per la competizione europea quella volta si qualificò la Fiorentina, toccò a noi – più che volentieri – offrire la bistecca alla tifosa del Milan conosciuta on line).

Con Bru a tavola, giugno 2008

e Sandro e Enrico stupiti da quanto si mangiasse noi streghe

Da Milano, la Strega rossonera mi ha mandato un pezzetto del primo lenzuolino della sua bimba prima e del bimbo arrivato poi…

E un dono che sarà molto utile per non tapparsi in casa:

E poi è tornato a trovarci Enrico, con il suo contributo (che basterà per cento copertine!)

una bella stoffa color viola della Viola per Viola

e un servizio fotografico mentre indossavo la maglietta della Strega (mi ha passato quella indossata da lei, non ne ha comprata una nuova: la Bruja voleva che fosse la teppista viola a indossare la stoffa che le aveva accarezzato la pancia in entrambe le sue attese)

di fianco si vede bene la panza

anche di tre quarti (“mettiti di sguincio” diceva il fotografo)

solo che sta arrivando il freddo (almeno la sera rinfresca parecchio, domani pare che arriverà DAVVERO l’autunno), quindi via libera ai golfini modificati in versione premaman spostando il nastro-cintura dal punto vita che non c’è più a sotto il seno (e gli occhiali per non sbattere ovunque, visto che la vista cala quanto mi cresce la pancia)

GRAZIE

sesto mese lunare

“Non c’è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità”
(Gabriel García Márquez, Dell’amore e di altri demoni)

Scrivo tutto quel che scrivo, ma non dico tutto…
Non dico tutti i dubbi che si accavallano alle ondate di gioia, non descrivo l’angoscia che mi sveglia la notte prima della pipì che scappa sempre più spesso, non dico le fantasie sulla vita futura, non scrivo le
maledizioni e i ricordi che non voglio più cancellare, ma trasformare in energia diversa dalla rabbia che divora…
Non racconto, ma non taccio la felicità della passione.
La domenica mattina è diventata il momento più bello per fare l’amore, quando i fantasmi sono fuggiti con la luce del giorno e la stanchezza ancora
non si è fatta peso. E non c’è che il piacere per sciogliere nodi e contratture, altro che conteggi e robe da tabelle e rotelle

Siamo al sesto mese lunare. E giusto questi dieci mesi lunari vorrei contare, ché già numerar le settimane mette un po’ d’ansia.
E
 Viola cresce dentro me, come la Luna cresce in cielo?

Ier sera magnetica, enorme… poi, via via che saliva si è come ridimensionata e quasi si confondeva tra i lampioni e i fari. 

Lei cresce in fretta e poi cala di nuovo e il suo ciclo di mutevole apparenza somiglia a tanti cicli nostri. Tu cresci piano, ma davvero. E sei sempre più presente e reale anche nei sogni e nei pensieri. E scacci le paure e chiedi amore e gioia, improbabile fiducia e inaspettate nuove forze…

ier sera osati anche i tacchi,  a spasso tra le foglie sparse in una sera di autunno appena fresca, stretta all’uomo che amo e che ti amerà per sempre, non potevo cadere.

.

foto di Adriano Locci

P.S. la stessa Luna colta appoggiando la compatta digitale al tettuccio di un’auto in sosta, fotografata dal mago della luce sembra a un palmo di naso

senza fiato

appena tornati a casa, corsa alla finestra per vedere lo spicchio di Luna tra i tetti e le colline… era bellissima nell’ora blu dalla finestra dello studio medico, ma il contesto non consentiva foto e … c’era qualcosa di più emozionante del tramonto e della splendida consolatrice …

Consolarmi di che? Dovrei solo essere felice, aspettando te…

e sono piena di gioia, mentre tu mi cresci dentro. E le amiche mi riempiono di regali: Alessandra mi ha passato anche un bel vestito nero premaman,

oltre alla culla e al cuscinone per l’allattamento (già prezioso per cercare posizioni comode nella notte)

Ma ieri sono uscita stravolta dalla visita. Divisa a metà: felice per Viola che vive e cresce (solo un po’ piccina per l’epoca gestazionale, ma la ginecologa dice di non preoccuparsi per quello, se cresce in modo regolare… al limite nascerà meno grossa della media) e scalcia, si mostra contenta di vivere, si porta la mano alla bocca (una piccola manina perfetta con tutte le dita ben visibili), sbadiglia e tira fuori la lingua… 

leggermente avvilita per la parte della visita che riguarda me. L’anemia c’è, non basta l’integratore di ferro, c’è poco da fare, ma è un’anemia quasi fisiologica in gravidanza, viene quasi a tutte… la pressione è molto bassa ( e questo spiega perché mi sento spesso stanca e giù), il peso non va. In poco tempo ho preso troppo peso e la ginecologa mi mette a dieta: mi ha chiesto il peso all’inizio della visita, ha consultato la sua rotellina con la tabella tedesca e ha visto che ho già sforato di quasi due chili l’aumento permesso. Così mi ha dato il foglio con la dieta stretta: niente biscotti, niente dolci, levare pizza, patate, tagliare anche pasta e pane… poi, però, a un certo punto (quando le ho raccontato da quanto tempo sento i calcetti della piccina) mi ha detto “i movimenti non si sentono così presto, in genere, ma tu sei magra… “.
Dieta a parte (che secondo lo sposo è da ignorare, per chi come me è venuta fuori dall’anoressia non è il caso di tornare a contare grammi e calorie) mi ha detto che devo stare più a riposo (per il gonfiore alle gambe e per le contrazione uterine, di cui non mi accorgevo …e questo secondo lei è grave).
La contrazione che l’ha così preoccupata da farmi anche un’eco transvaginale non l’avevo sentita, in effetti… mi ero irrigidita inconsapevolmente, quando, prima dell’ecografia normale, quella col gel sulla pancia, mi ha fatto la visita ginecologica manuale e … non è una visita piacevole, penso, per nessuna donna, per me … è stato il viatico a una notte insonne: bella l’ecografia, bellissimo vedere Viola che sta bene, ma … quella visita ginecologica … con stanchezza e debolezza i fantasmi ballano e non volevo raccontare tutta la mia storia alla dottoressa, invece ho dovuto almeno accennarle qualcosa e dopo mi veniva da piangere e basta.

Oggi mi sento meglio, mi basta sentire Viola che scalcia e rivederla nel filmato dell’ecografia (portata a casa grazie alla chiavetta bianca e viola che mi hanno procurato Manu e un suo amico… la nuvola salvata dai ragazzini)

Lara e Dani

Se sei in un tunnel e non riesci ad uscirne….
ARREDALO

Che sabato, ieri! Emozionata come una ragazzina, mentre alla mia non più tenera età aspetto una bambina, all’idea di conoscere di persona un’amica dal web,  Lara di Rimini, la gnocca che guarda i girasoli… mi sono scordata gambe gonfie e raffreddore e mi sono divertita a preparare un pranzo toscano prima di andare a prenderla con lo sposo: avviata la pappa col pomodoro, i fagioli all’uccelletto (volato via), la zucca gialla per la pasta (quella dopo, all’ultimo momento, mai mettere l’acqua sul fuoco finché non siamo tutti in casa… poche cose sono imperdonabili quanto la pasta scotta), la schiaccia con l’uva ecc…

Conoscerla? Riconoscerla! Appena scesa alla stazione è apparsa quella che è da qualche tempo ormai: una vera amica, una spumeggiante dolcissima presenza che la giornata fiorentina ha confermato e reso ricordo dei sensi, impronta nell’anima di abbracci, risate, calore di mani, luce degli occhi. Come una sorella.

“i colori di Firenze e della Fiorentina!”

“veramente… è la bandiera del Rimini”


Il pensiero di stoffa della tifosa romagnola unisce nell’affetto due squadre che si scontrarono duramente all’inizio della storia d’amore tra me e il babbo di Viola: il giorno di Rimini-Florentia Viola (sì, l’anno in cui ci si chiamava come uno stabilimento balneare, quando ci tolsero nome e colore) mi ero iscritta a fiorentina.it e … di lì in avanti la storia è nota ai più, mentre il giorno di Florentia Viola-Rimini, Lara era Firenze nel formaggino ospiti… e ieri, a Firenze, era a tavola con noi,

intorno al tavolo di Daniela, la mia amica ritrovata dopo vent’anni, riabbracciata nel pomeriggio. Sì, perché, dopo la pappata,

siamo andati in centro

e, girando e scherzando per le vie strette della piccola povera città..

ci siamo trovati con Daniela

tornata dall’Africa con doni per la piccina che arriverà nel cuore dell’inverno,

e poi insieme a cena diladdarno, mentre Lara già tornava via in treno (ma ci rifaremo), a levarci la voglia di sashimi e sushi

e ancora insieme fino a notte a casa nostra, a finire il Morellino di Scansano e la schiaccia con l’uva e confidenze sparse…  prima di lasciarla ripartire, alla volta di Londra, presente

tra le parole e gli inviti al viaggio col suo pensiero di stoffa

per la vita che verrà

ありがとうございます

e con il primo freddo di questo autunno in ritardo, dopo la prima notte con la coperta di lana sopra le lenzuola di cotone, arriva da Milano a Firenze (povera e piccola città, ma tanto bella…) il pacchetto dall’amica dell’altro altrove che ci ha donato l’idea del Bai Jia Bei.

Aspettava le stoffe speciali dal Giappone,

ché Miti sa quanto mi sia cara la Terra, di mare, del Sol Levante

e per quel che voleva augurare alla nostra piccina in arrivo

con l’abbraccio grande delle sue “piccole” cresciute

avec un peu de douceur

e scarpine per tanti passi…

perché se Firenze è davvero piccina, per le nostre vie strette ricche di storia e bellezza si va meglio a piedi che con certe auto…

ありがとうございます

[Arigatou Gozaimasu]

sorprese e sollievo

Stamani, prima che uscissi, il postino mi ha regalato un sospiro di sollievo: il dono di Andrea che si credeva smarrito era soltanto in ritardo. C’era anche il pacchettino da un’amica di tifo ancora mai incontrata di persona, una delicatezza che mi commuove… ma, come dire? Quel che si credeva perduto e invece finalmente arriva è un particolare sussulto del cuore. E non vale solo per la posta.

Il biglietto di chi conosce la storia dell’attesa di Viola dall’incontro in Curva Fiesole

e il ricamo fatto a mano dalla sua sposa

non potevano sparire.

Luana ci ha mandato molto più che un pezzettino…

tanta stoffa

e parole dolcissime. Grazie!

Mentre ero via, Rossana è passata a portarmi il suo dono:

parole commoventi,

tra i puffi che fanno la nanna

e il gufo che porta fortuna

… se sto sognando, nessuno mi svegli

aspettando Viola

et chaque meuble se souvient,
dans cette chambre sans berceau,
des éclats des vieilles tempêtes…

non la potrò più cantare con le lacrime in punta di ciglia…

ora la culla c’è

e metterla accanto al nostro lettone ci ha resi consapevoli di come cambieranno le nostre notti e i nostri prossimi mesi più che la pancia crescente.

Viola è piccina e timida, giovedì mattina non siamo riusciti a vedere il profilo della sua testolina, si è girata di spalle, si metteva le mani davanti al viso… in compenso ci ha regalato uno sbadiglio in diretta (“oh, a quest’ora mamma mi lascia dormire, in genere… che casino c’è stamattina?”). Cuore, cervello, reni, vescica, gambe, piedini scalcianti… tutto perfetto, a cominciare dalla colonna in bella mostra

Ancora una volta avevo affidato timori e speranze alla Luna… dal momento che avevo rifiutato ogni altro test diagnostico prenatale, l’ecografia morfologica era delicata e importante. E a veder la sua sorellina in anteprima è venuto anche Manu, che si è emozionato tanto e non ha trattenuto un grido di gioia e desiderio: “Non vedo l’ora che nasca!”

è troppo piccola, ancora, dovrà stare qui dentro almeno qualche mese, intanto ringrazio la Luna, che in queste sere si alza tardi e si lascia corteggiare da Giove sopra i tetti di Firenze.

A Viola piace stare a gambe incrociate, come per me è stato bello ricominciare yoga… e riabbracciare la maestra e le amiche.
A Viola piace fare capriole e muoversi quando ascolto musica, credo abbia gradito anche il mio ritorno al corso di danza del ventre: meravigliosa la danza della panza con la panza… prima della lezione la maestra mi ha donato il suo pezzo di stoffa per la copertina,

una stoffa danzante e un augurio magico…


Il mattino dopo è arrivata la scatola “pasticciona” della cara Nella

con il suo capolavoro di fantasia

e un biglietto commovente, con parole troppo buone nei miei confronti… parole che tengo per me, come la lettera di Corina che ha spedito la sua stoffa da Taranto

e ci ha mandato anche la prima bambola per la nostra piccolina.

Giorni senza un attimo di calma, overdose di emozioni, felicità e paure (meno che nei primi mesi, nuove, diverse, colorate di speranza, insieme).

Ci si meritava una serata fiorentina da coppietta innamorata… nella nostra splendida città

Tre donne intorno al cor…

no, non è un post dantesco.

Oggi, in altre circostanze, mi sarei sfinita sulla sentenza di terzo grado per la “macelleria messicana” (e qualcuno è ancora sottosegretario… ), ma non devo, non posso. Non è bene neanche che mi arrenda all’impunità e alla vergogna infinita, ma ora le mie energie vanno tutte alla piccina che domani vedrò meglio e cui dovrò pur trasmettere fiducia nella vita… come faccio a mettere al mondo un essere umano in un mondo così disumano? Come si è fatto per secoli e secoli, credo. Concentrandomi sulle luci e non sull’orrore, almeno adesso.

Oggi sono arrivati pensieri di stoffa e auguri colorati da tre donne speciali:

da Milano,

Marcella mi ha mandato una stoffa speciale…

Da Ferrara,

Angela…

che è sempre la splendida Donna delle mille e una strada …

E da Viviana

che è poesia fatta tifosa

… che Viola, da vera fiorentina, abbia cucito sul cuore quel Giglio di chi ama la nostra Viola, nel senso della Fiorentina

Grazie a tutte!